Raccontonweb: “Il riccioluccio” di Lucia Bonanni

Il riccioluccio (animale sconvolgente)

Agli albori del tempo la terra era abitata da animali di acqua, di terra, di aria e di fuoco. Ogni famiglia, pur vivendo nella propria nicchia, riusciva ad integrarsi con tutti gli altri e nei vari ambienti la pace era sempre garantita.
Un giorno, però, successe che il dio del fuoco volle forgiare una collezione di armi per un eroe greco, usando nel crogiolo rame e stagno frammisti a oro e argento.
Mentre lavorava nella sua fucina ed era intento a sbalzare lo scudo con le figure della terra, del mare, del cielo, del Sole e della Luna, non si accorse che un’ondata di lava con boati paurosi si era rovesciata nella valle circostante. I vapori nocivi, sprigionati dal sisma, fecero impazzire gli animali e nel giro di poco tempo nei dintorni si videro strane forme di vita abitare boschi, fiumi, mari, laghi, cieli e cortili.

Adesso nel cielo volava il volcondor, la muccaquila se ne stava appollaiata sulla greppia, il baragatto amava scaldarsi vicino al fuoco mentre il balelupo girava intorno a ciotole di vita.
L’animale che più temevano gli uomini era, però, il riccioluccio, essere dal corpo affusolato e irto di aculei. Predatore infido e ambivalente, era capace di vivere sia negli anfratti boschivi sia negli antri dei fiumi e si nutriva per lo più dei sentimenti altrui che strappava e frantumava con i denti aguzzi. Appostato dietro i cespugli o dietro le pietre, assaliva solo figure che indossavano preziosi mantelli di emozioni. Dopo aver reso inoffensiva la preda, la derubava e si cibava della refurtiva sempre più avido e insaziabile.

scritta poesia in corsivo su sfondo blu e neroUna poetessa d’altri tempi, stanca dei rumori del mondo, qualche tempo dopo andò ad abitare in un  piccolo borgo poco distante dal rigoglio  boschivo. Nessuno dei suoi compaesani si era dato briga di informarla circa l’esistenza dell’insolito animale, così di primo mattino, ignara di tutto, lei si addentrò tra i cespugli per raccogliere fiori e frutti di bosco.

Mentre era intenta a riempire il cestino, percepì una presenza ambigua; istintivamente pensò di allontanarsi e di tornare sul sentiero, ma la cosa si concretizzò minacciosa davanti ai suoi occhi.
Il riccioluccio le stava dinanzi in tutta la sua imponenza sconvolgente e cercava di strapparle il prezioso mantello.
Mai aveva sentito versi simili a quelli che in quel momento emetteva il terrificante animale, ma non pianse, non si lamentò, non chiese aiuto. Recitando versi, tenne a bada l’essere informe che, mugghiando, sferrava ripetuti attacchi con poderosi colpi di coda e gli aculei appuntiti.
Difficile fu tener testa ad un simile evento! La donna, però, non si perse d’animo e come una preghiera si mise a recitare versi d’amore e d’avventura, di spiritualità e passione, di compassione e perdono.

Il sole era ormai alto nel cielo, quando il riccioluccio iniziò a dare segni di svilimento e smise di sibilare con stridii spaventosi.
Quando giunse il crepuscolo e la luce della Poesia illuminò anche le ombre del bosco, l’animale ormai inoffensivo, si stava separando in due entità ben distinte, un riccio e un luccio, che nell’Ade tornarono a vivere divisi e a nutrirsi di cibi usuali.
La poetessa, rassicurata dall’esito positivo di quella giornata, intraprese un viaggio nel regno delle emozioni, affidando per sempre mente e cuore al potere liberatorio dell’Arte poetica.

Lucia Bonanni
Di quest’autrice abbiamo già pubblicato “La multa
, “Il sentiero della maternità”, “Sarò lì ad aspettarti”, “Argento vivo”, “Il killer” e “Il biglietto di Natale”

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