Ragazza uccisa a coltellate Il killer: “Ho perso la testa”

(AGI) – Palermo, 20 ott. – Prima notte in carcere per Samuele Caruso, il 23enne arrestato con l’accusa di aver ucciso a coltellate ieri a Palermo la diciassettenne Carmela Petrucci che aveva tentato di difendere la sorella Lucia di un anno piu’ grande dalle sue molestie. Il giovane, preso dalla polizia nel pomeriggio alla stazione di Bagheria mentre attendeva un treno, ha confessato il delitto ed e’ scattato il provvedimento di fermo, con il trasferimento all’Ucciardone in attesa dell’udienza di convalida del gip. Oggi pomeriggio e’ prevista l’autopsia sul cadavere di Carmela, all’Istituto di medicina legale del Policlinico. “Stavamo insieme, ma quest’estate mi ha lasciato e ho perso la testa”, ha detto Caruso parlando agli investigatori della sua breve storia con Lucia, ricoverata in prognosi riservata alla Rianimazione dell’ospedale “Cervello” di Palermo. Carmela e’ stata uccisa a coltellate nell’androne condominiale in via Uditore.
Le due sorelle, figlie di un dipendente della Corte dei Conti e di un’impiegata della Regione siciliana, frequentavano assieme l’ultimo anno del liceo classico Umberto I, ed erano nella stessa classe. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la nonna le aveva prelevate all’uscita da scuola e le aveva accompagnate a casa dove ad attenderle davanti al portone ci sarebbe stato Samuele che avrebbe avuto un diverbio con la ex: Carmela, intervenuta nel tentativo di difenderla, e’ stata colpita in modo mortale.

La polizia lo ha rintracciato grazie al segnale del suo telefono cellulare: a fare il suo nome e’ stata proprio la sorella di Carmela, poco prima di essere trasportata in ambulanza all’ospedale “Cervello”, dove e’ ricoverata non in pericolo di vita. Gli inquirenti hanno seguito anche le tracce di sangue che Caruso, feritosi alla mano durante l’aggressione, ha seminato e che hanno portato i poliziotti fino a piazzale Giotto, capolinea di autobus: qui presumibilmente il ragazzo e’ salito su un mezzo pubblico.
Caruso non si era rassegnato alla conclusione del rapporto decisa dalla ragazza nei cui confronti aveva maturato col tempo una morbosa gelosia ed una pressione assillante. (AGI) .

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