Melania: è d’obbligo la pietas lontana dai riflettori

CASTELLO DI CISTERNA (Napoli) – Dopo otto ore è uscito dalla caserma dei carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli), Salvatore Parolisi , il vedovo di Melania Rea. Parolisi è uscito dalla caserma poco dopo l’1 della notte a bordo della sua auto, una Scenic nera, stando al posto di guida. Molto segnato, stanco, teso, Parolisi non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
A Somma Vesuviana, proprio accanto alla casa dei genitori di Melania c’è l’autofficina del papà della vittima. «Siamo aperti e lavoriamo per così cerchiamo di distrarci un po’ da questa tragedia che ha fermato le nostre vite – dice Giuseppe, un altro cugino di Melania – noi aspettiamo gli atti e le conclusioni del pm, tutte le altre voci su Salvatore non ci interessano».
Fonte : Gazzettino
Il cugino di Melania parla di “altre voci” e  le altre voci su Salvatore Parolisi sono molteplici, ma dove punta più la stampa è quella sulla relazione con Ludovica P., la soldatessa ventisettenne che era l’altra donna di Salvatore, il vedovo di Carmela Maria Rea, per tutti Melania.
E di nuovo la stampa si è buttata a pesce su questo giallo di provincia dai contorni passionali, dove la furbizia dell’assassino, che ha inscenato depistaggi con estrema cura, per ora ha avuto la meglio sugli investigatori, anche se ci auguriamo che sia solo questione di tempo la sua cattura.
Quello su cui vogliamo soffermarci oggi è il tam tam mediatico che è stato già fatto sul caso, poiché l’impostazione dei fatti sembra ripercorrere strade già tracciate, si legga: il delitto di Cogne, quello di Garlasco, di Perugia, di Avetrana…delitti non ancora risolti, malgrado le condanne in alcuni già inflitte, ma con tanti punti oscuri dove i media hanno “sguazzato” tanto da spettacolarizzare la morte, rendendola a tratti come un gioco macabro ove le vittime perdevano la loro dignità e gli assassini apparivano come “eroi negativi”, ma pur sempre eroi. Se prima ci siamo augurati che chi ha ucciso Melania sia arrestato quanto prima, ora ci auguriamo anche che su questo orribile delitto non si  faccia il gossip degli altri, con puntate in tv nei salotti dei vari Vespa e titoloni nelle prime pagine dei giornali.

Melania è morta, nessuno potrà riportarla dalla sua bambina di appena 18 mesi, perciò lasciamo svolgere il loro lavoro ai magistrati e agli investigatori e, se è il caso, ai giornalisti investigativi, affinché sia trovato il colpevole; restiamo fuori dalla morbosità tout court, perché ben altri problemi affliggono il nostro Paese. E che la pietas di ognuno, lontano dai riflettori,  avvolga come un manto caldo il ricordo di questa giovane donna scomparsa.

Francesca Lippi

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