“Lei non sa chi sono io!” Politici sardi deliranti

 
  “Lei non sa chi sono io!” La celebre frase di Totò non ha risparmiato al consigliere della Regione Sardegna Sisinnio Piras (Pdl) una denuncia per violenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale. L’”onorevole” infatti, richiamato dalla polizia municipale di Cagliari per un’infrazione di fronte al palazzo del Consiglio in via Roma, ha accelerato e schiacciato un piede a un agente. Quando però questi è riuscito a raggiungerlo, Piras gli ha mostrato il tesserino di Consigliere Regionale, dicendo anche di avere un appuntamento con il Presidente Cappellacci e di non aver tempo da perdere. Le sue giustificazioni, per fortuna, non sono valse a fargliela passar liscia.

Questa notizia, per quanto grave e riprovevole, non supera però la “perla” del collega e compagno di partito di Piras, Gianfranco Bardanzellu, di Olbia, che di fronte alla emergenza randagi del Comune della Gallura afferma che la soluzione a questa urgenza sarebbe quella di incenerire i cani. Giustifica la sua pesante affermazione dicendo che di fronte ad una grande emergenza le misure da prendersi possono anche essere impopolari. Per la legge italiana maltrattare o uccidere animali è un reato. La Legge 281/91, all’articolo 2 comma 6 recita: “I cani ricoverati nelle strutture di cui al comma 1 dell’articolo 4, fatto salvo quanto previsto dagli articoli 86, 87 e 91 del regolamento di polizia veterinaria approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, e successive modificazioni, possono essere soppressi in modo esclusivamente eutanasico, ad opera di medici veterinari soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità.” Bardanzellu conoscerà sicuramente le leggi del paese di cui è rappresentante istituzionale, quindi rimane la speranza che la sua sconcertante dichiarazione volesse solo essere una provocazione.

Veronica Atzei

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