Alba Adriatica: Addio bandiera blu!

 

Non è andata bene quest’anno ai turisti e ai residenti di Alba Adriatica, paese sul litorale abruzzese: invasione di meduse, condizioni meteo altalenanti e in ultimo, il più grave, l’inquinamento del mare, con relativa epidemia di gastroenterite. Epidemia che ha colpito decine di persone, soprattutto bambini, ricoverati nelle strutture ospedaliere di Sant’Omero, Giulianova e Pescara. Quanto basta, insomma, per creare il tutto esaurito della stagione, in quanto a pazienza, però. E mentre il procuratore Ferretti e il sostituto Laura Colica inviano il primo avviso di garanzia, ipotizzando il reato di epidemia colposa al quale potrebbe aggiungersi quello di disastro ambientale   mettendo sotto inchiesta il presidente Giacomino Di Pietro, della Ruzzo Reti, che ha in gestione il depuratore sospetto, la rabbia dei turisti e dei cittadini esplode contro il presidente della regione Gianni Chiodi e il sindaco di Alba, Franchino Giovannelli, incontratisi per valutare la situazione dell’inquinamento del Vibrata che sono stati contestati pesantemente, la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nella sede della Ruzzo Reti per mettere sotto sequestro i documenti sulla gestione dell’impianto del Vibrata. Noi che al mare andiamo a Villa Rosa, comune limitrofo alla zona inquinata, ce la siamo cavata, si fa per dire, con una gastroenterite più lieve, ma comunque non meno invalidante: dolori addominali e articolari, qualche linea di febbre e sedute, non sotto all’ombrellone, quando ci siamo ripresi si è deciso di disertare la spiaggia e relativa balneazione anche se gli amministratori ci hanno ripetuto che è tutto sotto controllo, preferendo le passeggiate a Pietracamela e Prati di Tivo. Ma la stagione per la zona inquinata dal Vibrata, è ormai finita, anche se, dopo dieci giorni, l’allarme inquinamento è rientrato. Le vacanze sono rovinate, i turisti furiosi e i conti per gli operatori turistici quest’anno non torneranno, già infatti non era facile riempire gli stabilimenti, piazzare gli ombrelloni ai potenziali bagnanti colpiti dalla crisi economica, immaginarsi quando la Fee (Foundation for Environmental Education) ha deciso di togliere “la bandiera blu” a quel tratto di mare che la deteneva orgoglioso.

Francesca Lippi

 
 
 
 
 

 

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