Firenze: alla “Todo Modo” presentazione del libro “Oltre la schizofrenia” del prof. Stefano Pallanti

 

 

 

 

 

 

Giovedì 1 Ottobre 2015 alle 18,30, per iniziativa della libreria Todo Modo, via de’ Fossi 15 rosso e dell’Istituto di Neuroscienze, sarà presentato il libro “Oltre la schizofrenia” del professor Stefano Pallanti docente di Psichiatria dell’Università degli Studi di Firenze dove dirige la Scuola di specializzazione in Psichiatria. Alla presentazione interverrà l’autore. “Oltre la schizofrenia” è un libro che supera i pregiudizi nei confronti di questa malattia anche a livello medico e professionale.

Qui di seguito pubblichiamo una interessante recensione del libro redatta dal dr. Cameron Carter M.D. Director, Imaging Research Center Director, Center for Neuroscience Professor of Psychiatry and Psychology UC Davis, CA

Mentre i progressi nello sviluppo di nuovi trattamenti per la schizofrenia rimangono piuttosto modesti, negli ultimi vent’anni le nostre conoscenze riguardo ai sottostanti meccanismi patofisiologici sono notevolmente aumentate e questo volume, Oltre la Schizofrenia di Stefano Pallanti, sottolinea proprio questi progressi e il cambiamento di prospettiva che sta avvenendo in psichiatra e psicologia riguardo alla malattia.

Questa nuova prospettiva sta ridisegnando il modo con cui concettualizziamo la schizofrenia come entità diagnostica specifica, oltre che le nostre idee sulla storia naturale e sulla prognosi delle persone affette da questo disturbo, spostando il fulcro del nostro approccio al trattamento, dal controllo dei sintomi positivi della psicosi e la prevenzione delle ricadute a un approccio che dà maggiore importanza alla guarigione a livello sia sintomatico sia funzionale.

Durante la lettura di questo esaustivo volume, emergono quattro temi principali che raffigurano il cambio di approccio nella comprensione e nel trattamento della schizofrenia.

Il primo tema che si è affacciato al centro della nostra attenzione è la tendenza verso una de-costruzione della schizofrenia in fenotipi continui, con potenziali aree di sovrapposizione con altri disturbi. Alcuni esempi forniti nel corso del volume sono l’inattenzione, e più in generale le disfunzioni cognitive, le alterazioni nella regolazione emotiva e i deficit a livello sociale, così come gli stessi sintomi psicotici. Negli Stati Uniti questa tendenza è stata colta dal progetto dei Research Domain Criteria (RDoC), che convoglia buona parte dell’impegno nella ricerca e che sta conducendo verso una rivalutazione dei confini diagnostici discreti che caratterizzano i nostri attuali sistemi nosologici, come il DSM-5 e l’ICD-11.

Un secondo tema fondamentale che emerge nel corso del libro è la visione di una malattia caratterizzata da un’ampia varietà di esiti, anche molto diversi da individuo a individuo. Nonostante la tradizionale visione stigmatizzante della schizofrenia come una “condanna fin dalla nascita”, con prognosi infausta, gli elevati livelli di disabilità sociale e occupazionale lentamente non sono più considerati caratteristiche universali dei soggetti affetti da schizofrenia e sempre di più si comprende l’impatto positivo che l’identificazione e l’intervento precoci possono avere sulla malattia.

Il terzo tema che emerge nel volume è una sempre maggiore comprensione della schizofrenia come associata ad alterazioni nel funzionamento di specifici circuiti neurali. Questo aspetto è strettamente legato al primo tema citato in precedenza, dal momento che la relazione tra fenotipi continui e circuiti sottostanti è stata evidenziata grazie a metodiche di neuroimaging (fMRI, EEG, MEG ecc.), divenute sempre più popolari negli ultimi anni. In questo campo, la grande sfida per gli anni a venire sarà incorporare le conoscenze sulle alterazioni a livello dei circuiti sottostanti all’interno della diagnosi clinica, del trattamento e delle misure di esito.

Un’ulteriore sfida correlata sarà la diffusione di queste conoscenze per ridurre lo stigma associato alla schizofrenia e influenzare le politiche pubbliche che devono ancora comprendere che la schizofrenia e i disturbi correlati sono malattie del cervello trattabili, che possono avere un impatto negativo sul giudizio e sul comportamento dei soggetti che ne sono affetti, ma che possono essere guarite attraverso trattamenti efficaci.

Il quarto e ultimo tema che emerge nel volume è che il cervello umano è dotato di un certo livello di plasticità, in età sia adolescenziale sia adulta, e che interventi specifici e relativamente nuovi come la terapia cognitivo-comportamentale, il training cognitivo e la neuromodulazione possono avere effetti terapeutici positivi sui circuiti neurali sottostanti ai segni e ai sintomi della schizofrenia. Questo è anche il caso di interventi psicologici sempre meglio strutturati, così come di interventi familiari. Tutto ciò rende estremamente importante lo sviluppo di una chiara comprensione dei deficit e delle alterazioni nel processamento delle informazioni che sottendono, come precursori, la gamma di manifestazioni psicopatologiche tipiche del disturbo, per perfezionare questi interventi nonché per misurare il loro impatto clinico a livello del funzionamento neurale dei pazienti affetti da schizofrenia. Sia che si agisca attraverso un approccio volto alla remissione dei sintomi positivi (inclusa la clozapina o la neuromodulazione per i casi resistenti al trattamento, come discusso nel volume), sia attraverso interventi psicosociali volti alla riduzione dello stress e dei suoi effetti negativi sulla cognizione e sulla regolazione emotiva, sia attraverso interventi specifici basati sul training e sulla neuromodulazione, o psicosociali volti al miglioramento dei deficit cognitivi e dei sintomi negativi, il campo di ricerca si sta muovendo verso un approccio sempre più ottimista e personalizzato nella comprensione e nel trattamento della schizofrenia.

 La lettura di questo libro vi farà confrontare con una grande quantità di nuove scoperte nel campo della ricerca e con idee che incrementeranno la vostra capacità di pensare in maniera più ampia alla natura dei deficit che sottendono il distress e la disabilità funzionale, tipici della schizofrenia, dandovi la possibilità di esplorare la gamma di approcci terapeutici riconosciuti come necessari per fornire cure ottimali e raggiungere esiti ottimali nelle persone affette da schizofrenia. 

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