“Premio Sodalitas Giornalismo per il sociale” scade il 26 gennaio. Intervista a Ugo Castellano, Responsabile Premio

 Il 26 gennaio scade il termine ultimo di partecipazione al Premio Sodalitas- Giornalismo sociale, indetto dalla Fondazione Sodalitas. Abbiamo incontrato il dr. Ugo Castellano, responsabile del Premio Sodalitas per l’omonima Fondazione. 

 Da quanti anni Sodalitas indice concorsi sul giornalismo sociale?

 La prima edizione del Premio Sodalitas Giornalismo per il Sociale è stata organizzata e promossa nel 2001. Da allora questa iniziativa è stata riproposta ogni anno, giungendo nel 2010 alla nona edizione, il cui bando si chiuderà il prossimo 26 gennaio.

 Può motivarci questa scelta da parte della Fondazione?

 Il Premio Sodalitas Giornalismo per il Sociale è stato ideato da Fondazione Sodalitas per favorire la diffusione di un’informazione più attenta ai problemi sociali e per premiare i professionisti, i giovani e le testate più meritevoli ed attente del settore. Al Premio poi si sono affiancate negli anni iniziative orientate ad un coinvolgimento sempre più intenso e continuativo del mondo dell’informazione verso quest’obiettivo: su tutti basti pensare alla Community dei Giornalisti per il Sociale, che conta oggi più di 120 professionisti iscritti e che ha da poco un proprio spazio dedicato su Facebook.

Nel concorso di quest’anno quanti sono i giornalisti che hanno inviato i loro servizi?

La nona edizione del Premio Giornalismo conta già più di 200 giornalisti iscritti, ma ci aspettiamo che in questi ultimi giorni giungano alla nostra attenzione ancora molte candidature, come per altro avvenuto anche negli scorsi anni. È dunque molto probabile che il successo dell’Ottava edizione del Premio – che con 260 giornalisti iscritti con più di 400 elaborati aveva registrato un aumento di partecipazione del 60% – venga replicato anche quest’anno.

 Per quale motivo la data del concorso è stata spostata al 26 gennaio, ultimo giorno utile per la presentazione delle domande?

 

Anche quest’anno molti giornalisti hanno richiesto del tempo aggiuntivo per la compilazione della scheda di iscrizione e per la predisposizione del materiale da recapitarci; richiesta che abbiamo deciso di accogliere.

  Ricorda qualche servizio che l’ha particolarmente colpita negli anni scorsi, di giornalisti famosi e non?

 Sono davvero tante le declinazioni del “sociale” che negli anni hanno trovato spazio e visibilità grazie al nostro Premio: il volontariato e il Terzo settore, la povertà e l’emarginazione, il disagio sociale, la disabilità e l’handicap, il disagio giovanile. Mi piace pensare che questi argomenti – tanto prioritari quanto, spesso, poco visibili – abbiano avuto grazie al Premio di Fondazione Sodalitas il giusto riguardo e la giusta considerazione, e che siano stati percepiti anche da chi può decidere “di cosa parlare” come urgenti e di interesse per l’intera collettività.

 Non le sembra che in una professione come quella giornalistica, altamente competitiva e spesso cinica, trovare il modo di occuparsi di sociale sia quasi retorico, sappia di buonismo a tutti i costi, risultando, alla fine, anacronistico?

 Parlare di sociale non significa necessariamente parlarne in modo retorico, cioè alleggerirne la rilevanza e la “gravità” portando all’attenzione dei lettori solo il buono o solo il tragico. Parlare di sociale significa oggi più che mai guardare criticamente e consapevolmente alle urgenze della società, interpretando con responsabilità il proprio ruolo di professionisti dell’informazione. Il Premio che da nove anni promuoviamo, e che intendiamo continuare a sottoporre all’attenzione del mondo dell’informazione, ha proprio l’obiettivo di riconoscere questo impegno e di favorire l’emulazione, nella convinzione che più informazioni raggiungono il cittadino/consumatore, più aumenta la coscienza delle problematiche sociali più urgenti e dei modi di porvi rimedio.

Info Premio:

http://www.sodalitas.it/sostenibilita/premio_sodalitas_giornalismo_per_il_sociale.aspx

 

Francesca Lippi 

ilmiogiornale@infinito.it 

 

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