L’IRRESPONSABILITÀ UMANA E POLITICA DEI POTENTI

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

 

Lento e inesorabile trascorre il tempo, e attimo dopo attimo si susseguono eventi e misfatti d’ogni sorta mettendo a repentaglio la propria e soprattutto l’altrui vita. Ma con che diritto? Sembra un quesito banale, retorico, inutile da ripetersi ma non per questo va eluso e con esso il problema equiparabile ad una pandemia di proporzioni incontenibili perché, oltre al comportamento umano, la Natura (fin troppo generosa) non ci risparmia alcunché… In merito a queste considerazioni io credo che ogni politico di potere nazionale e internazionale farebbe bene a rievocare e far propri i moniti e la lungimiranza di due illustri per scienza e saggezza. Le innumerevoli azioni fratricide di guerra che da lungo tempo interessano vari Paesi, al centro delle quali “si impongono” fanatismi religiosi, rivalità politiche, contrasti di carattere etnico, difesa dei propri territori ed altro ancora con il rischio sempre più imminente di “sopprimere” gran parte dell’esistenza umana e dei suoi beni, richiamano alla memoria Albert Schweitzer (1875-1965) e Albert Einstein (1879-1955), ovvero i due grandi “Albert” del ‘900, prendendo spunto dalla corrispondenza che si sono scambiati sia pur per pochi pochi anni. «Le angosce, le paure, le speranze che in quel momento si riaccendevano – scrive Arrigo Levi nella prefazione dell’epistolario “Pace e pericolo atomico. Le lettere tra Albert Schweitzer e Albert Einstein”, a cura dell’orientatore in intermediazione culturale Alberto Guglielmi Manzoni (Ed. Claudiana, 2011, pagg. 92) – erano vissute da questi due grandi con una intensità di convinzioni che conferiva loro una responsabilità particolare nei confronti dei loro contemporanei. Infatti, Schweitzer vide nel superamento pacifico della crisi di Cuba e nel successivo accordo per la messa al bando da parte delle grandi potenze degli esperimenti nucleari un segno di residua saggezza dei governanti di America e Urss, che poteva segnare una svolta positiva nella storia dell’unità nucleare». Il filosofo alsaziano osservò con un certo acume che la conclusione della seconda guerra mondiale non era avvenuta con un trattato di pace, ma solo attraverso degli accordi che avevano il carattere di un armistizio.

 

 

Tralasciando altre considerazioni, sia pur inerenti, per sintesi ritengo utile ricordare che a seguito dell’accordo di Mosca tra i governi dell’Unione Sovietica, Stati Uniti e Gran Bretagna del 25 luglio 1963, il dott. Schaweitzer un mese dopo (25 agosto 1963) indirizzò una lettera al presidente americano John Fitzgerald Kennedy (29 maggio 1917 – 22 novembre 1963), e una copia della stessa al segretario generale del partito comunista dell’Urss Nikita Chruščev (1894-1971) il cui testo (tratto dall’epistolario) diceva: “Le scrivo per congratularmi con Lei e ringraziarLa per la lungimiranza e il coraggio che ha avuto al fine di instaurare una politica per la pace mondiale. Un raggio di luce si riesce finalmente a vedere attraverso l’oscurità in cui l’umanità cerca il suo cammino, e questo raggio ci fa pensare che le tenebre svaniranno dinanzi alla luce. Il trattato conclusosi tra Est e Ovest, che vieta gli esperimenti nucleari nell’aria e sotto l’acqua , è uno dei più grandi avvenimenti della storia mondiale e ci fa sperare che la guerra nucleare tra Est e Ovest potrà essere evitata. Quando ho saputo dell’accordo di Mosca, ho pensato al mio amico Einstein (morto nel 1955) al quale mi aveva legato il comune impegno nel combattere l’armamento atomico. È morto a Princeton, senza speranze. Io, però, in virtù della Sua lungimiranza e del Suo coraggio mi trovo nella condizione di notare che il mondo ha compiuto il primo passo sul cammino della pace». Non meno significativa la corrispondenza inviata da Einstein il 2 agosto 1939 al presidente USA Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), destando la sua attenzione a considerare che l’elemento uranio poteva essere convertito in una nuova e importante fonte di energia nell’imminente futuro… Ma la sua preoccupazione andava oltre spiegando che negli ultimi mesi di quell’anno si era affacciata la probabilità di poter innescare una reazione nucleare a catena in una grande massa di uranio, tramite la quale potevano venire rilasciate notevoli quantità di potenza e di nuovi elementi simili al radio… Ora, io credo (pur non avendo alcun titolo per approfondire ulteriormente argomenti di politica estera) che i potenti attuali, soprattutto della Russia, della Corea e degli Stati Uniti, senza escludere quelli dell’Area orientale e di alcuni Paesi dell’Africa, debbano ravvedersi al più presto poiché, a parte l’implorante voce del Pontefice, a mio avviso non esistono oggi altri saggi che sappiano entrare nelle menti di questi despoti ed irresponsabili. Del resto, la saggezza rappresenta la capacità di scegliere e volere in maniera razionale, riconoscendo la differenza tra bene e male: ecco perché esempi concreti di saggezza rappresentano un valido aiuto per le nostre decisioni future, uno spunto per agire e pensare correttamente. E se è vero che secondo l’opinione popolare si diventa più saggi con il passare degli anni, agire con il concetto della saggezza come quello tramandatoci da filosofi, pensatori e scrittori ci permetterà di accelerare il processo, acquisendo esperienza di vita e prudenza… e quindi di pace nel mondo.

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