Raccontonweb: “Il killer” di Lucia Bonanni

Mi giro… ed era là! L’arma puntata contro di me. Un minimo segno d’impazienza e… bum! Non avrei avuto scampo.
“Non doveva finire così”. Mi disse con un tono di voce che contrastava col fisico agile e snello.
“Finire, così, come!”. Risposi asettica, cercando di capire.
“Così… come”. Riprese lui con un sorrisetto asciutto.
“Voi ci volete soltanto per produrre. Ma noi non siamo i pupi del vostro teatrino!”.
Continuò a dire mentre si calava il berretto sugli occhi e uno dopo l’altro sfornava palloncini di Big Babol al rococó.
Gli attimi mi sembravano anni. Non fiatavo, non battevo ciglio.
Chissà perché mi tornò in mente la figura di Maspes al Vigorelli. Dovevo piazzare il mio surplace, battere in volata l’avversario.
Grosse gocce sbattevano sui vetri della grande finestra mentre il magnesio dei lampi disegnava figure a zig zag nel cielo di ardesia.
Ad un tratto, tutta fiocchi e svolazzi, una complice si alzò dalla sedia. Si avvicinò all’amico, gli sussurrò dolciastre lusinghe e andò allo scaffale. Prese un libro. Lo aprì. Fece cadere il segnalibro e con la mia matita prese a tracciare vivaci ricami rossi e blu.
“È il solito refrain. La solita performance”. Mi dicevo, cercando di nascondere ciò che mi farfugliava in testa in quel momento.
“Ci vuole un bel coraggio a chiamarla istituzione! Questa é un’arena!”
Finalmente qualcuno bussò alla porta e un fremito ridisegnò i miei sembianti.
Lui, il killer, non si mosse! cercò in giro lo sguardo dell’amichetta e… bum! scoppiò come uno dei suoi palloncini di bubble gum al tritolo.
“Così impari! E un’altra volta non dire alla mia mamma che devo leggere”.
Mi urlò tra i denti il monellaccio.
Poi chiuse la mano, impugnò la penna e riprese a scrivere.
Il mattinale del lunedì si era svolto come da programma. Potevo riprendere tranquillamente l’esercizio di lettura alla lavagna.
Lucia Bonanni
Di quest’autrice abbiamo già pubblicato “La multa”, “Il sentiero della maternità”, “Sarò lì ad aspettarti” e “Argento vivo”