Arbiter elegantiarum, ovvero la vera eleganza di un tempo

negozio di abbigliamento

di Ernesto Bodini
(giornalista e opinionista)

Arbiter elegantiarumNella confusione generale, oggi più che mai, di tutti gli aspetti sociali, non si salva nemmeno l’aspetto del bel vestire o della cosiddetta eleganza tradizionale, ossia quella di un tempo, e ciò può essere imputabile alla continua evoluzione della mediocrità ed al volgarizzarsi del buon gusto di un tempo. Del resto, le tendenze si orientano verso un abbigliamento per lo più scadente (in certi casi per quanto riguarda soprattutto i teenager: vedi ad esempio la moda dei jeans volutamente “strappati”), sia sotto il profilo della qualità che della confezione. In conseguenza a questo orientamento sempre più diffuso, le persone che per coerenza ed ambizione vogliono vestire con eleganza (capi non necessariamente “firmati” o costosi), devono ricorrere inevitabilmente al vecchio e glorioso sarto artigiano che con cura certosina, confeziona su misura il capo desiderato (ma esiste ancora?), naturalmente dai costi proibitivi. Infatti, con la consueta sobrietà che caratterizza questi specialisti del taglio “su misura”, si basano sulle strutture dei singoli specie se corpulenti od obesi, o comunque particolarmente esigenti. Ma l’eleganza non deve essere ostentata con atteggiamenti di sfarzoso esibizionismo, come avviene soprattutto negli ambienti del jet set, onde evitare parossismi o forme di abbigliamento informale. Anche se non è tanto strano che la “vera” eleganza rappresenta, seppur in parte, solo più un ricordo dei tempi andati, il buon gusto italiano riferito alla scelta della stoffa ed al modo di indossare un certo modello d’abito, continua a dettare legge nel mondo con il suo stile e con la sua raffinatezza inconfutabili nelle rinomate Case di moda. Purtroppo il gusto e la qualità a mio avviso sono in decadenza e vanno di pari passo con il continuo deteriorarsi della crisi economica ed istituzionale, con marcata evidenza in quei settori che all’atto pratico rivestono un’importanza determinante nella vita del cittadino comune. È però innegabile che la persona elegante di solito spicca ed emerge dal gruppo, qualunque sia il ceto di appartenenza, ed è additato per il suo abbigliamento perché coerente con la sua personalità sia umana che intellettiva. Leggere tra le righe le ragioni per le quali alcuni soggetti fanno scelte ben precise in tema di abbigliamento, implica la conoscenza del loro carattere e del loro “modus vivendi”, con particolare accento alle caratteristiche peculiari che danno lo stimolo ad essere sempre in ordine in qualunque momento della loro vita. Inoltre resta costante che l’uomo dal buon gusto non è un moderno “pampurio” tutto trini e merletti, bensì un personaggio dinamico e volitivo che sa muoversi con squisita naturalezza e con una distaccata ma garbata superiorità istintiva, dote questa che gli viene dalla consapevolezza di essere giudicato in modo positivo da chi lo circonda; pertanto non gli peseranno gli sguardi indiscreti e scrutatori, i quali sono spesso attirati da un senso di palese inferiorità ed a volte di invidia latente.

negozio di abbigliamentoMa procedere in raffronti è sempre molto penoso per chi scrive, soprattutto perché si mettono in evidenza tesi diverse che se mal interpretate, possono dare adito a compromessi, a malintesi od a prese di posizione errate; ciò senza disquisire sulla moralità o sui vecchi proverbi, come l’ormai noto “l’abito non fa il monaco”, etc. Tuttavia, i costumi e le semplici derivanti contestazioni di ordine pratico ed evolutivo riferenti alla odierna società del benessere, offrono a tutti la più ampia, anche se smodata, libertà di vestire come più conviene, e ciò trova riscontro nel fatto che il vestire d’oggi eccede da un’estremità all’altra, ponendo fine al rispetto della propria ed altrui visione. Maneggiare gli uomini e le donne come delle scope è altrettanto scorretto, visto che le Case creatrici e venditrici di moda fanno di tutto per imporre sul mercato i loro prodotti (parte dei quali di pessimo gusto!), ciò nella misura con cui cambiano ininterrottamente e radicalmente modelli e colori ad ogni pié sospinto. Anche se la logica commerciale ha le sue esigenze e deve avere la preminenza, dovrebbe rispettare nel contempo quelle che sono le regole basilari del vestire in modo particolare per quello che concerne la figura emblematica maschile. Naturalmente ciò costituisce un impegno diuturno e non privo di compromessi di ordine più economico che idealistico, ma che la classe e la consapevolezza ricompenseranno ampiamente anche sotto il profilo professionale. Ad orientare le scelte contribuiscono molti fattori che generalmente si acquisiscono nel periodo dell’adolescenza, con la conseguente formazione nel carattere che non solo si ferma al puro e semplice abbigliamento, ma che riveste i molteplici aspetti dell’individuo. Ancora una volta dunque, è il caso di dire, la mastria e la severa eleganza senza fronzoli restano e resteranno retaggio di un sempre minor numero di persone, le quali anche se poche, contribuiscono a rendere indenni ed imperiture le doti della classicità, del buon gusto, della coerenza e del rispetto. Anche nel vestire, io credo, è un grande errore quello di credersi (ostentazione) più di ciò che si è e stimarsi meno di ciò che si vale (J. Wolfgang Goethe, docet!).

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