Un teratoma cistico asportato con successo ad una neonata prematura

Un tumore molto raro in ambito neonatale, diagnosticato e operato negli ospedali della Città della Salute e della Scienza di Torino.


facciata dell'ospedale Regina Margherita di Torinodi Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

È di questi giorni la notizia di un intervento chirurgico “straordinario” per l’asportazione di un teratoma (tumore molto raro e di notevoli dimensioni) dal collo di una neonata prematura, effettuato all’ospedale infantile Regina Margherita (OIRM) in collaborazione con l’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino. E questo grazie alla tecnica ex utero intrapartum treatment (EXIT) che consiste nell’estrarre solo parzialmente il feto dall’utero materno, procedendo all’intubazione tracheale per poi completare l’estrazione fetale in ventilazione assistita. Una tecnica mirata per poter accedere alle vie respiratorie fetali, mentre l’ossigenazione è mantenuta attraverso la circolazione utero-placentare. Si procede quindi alla asportazione completa della voluminosa massa.

«La madre della paziente – riferisce il comunicato stampa della A.O.U. torinese – alle 26° settimana di gravidanza  era stata inviata da un ospedale di I° livello di un ospedale piemontese, al Servizio di Ecografia  e Diagnosi Prenatale dell’ospedale ginecologico Sant’Anna, diretto dalla dott.ssa Elsa Viora, per eseguire un’ecografia di II livello in quanto in precedenti controlli ecografici sono stati evidenziati la presenza di liquido amniotico in quantità superiore alla norma, e una neoformazione cistica del collo del feto».

La paziente è stata quindi sottoposta ad ulteriori controlli ecografici seriati che hanno confermato la presenza della massa, ponendo il sospetto clinico di teratoma cistico della regione anteriore  del collo fetale, quindi ricoverata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia  del Sant’Anna (diretto dal dott. Gianluca Gregori) per valutare l’espletamento del parto. A causa della rapida crescita della neoplasia (a 31 settimane e 3 giorni di gravidanza) la paziente è stata sottoposta al taglio cesareo in quanto unica modalità possibile. «Si trattava – riferisce la nota – di una massa carnea posizionata dal mento fino allo sterno in altezza e da un orecchio all’altro in larghezza, le cui dimensioni erano il doppio della testa della nascitura. La localizzazione della massa, che determinava compressione delle vie aeree superiori, rendeva impossibile la respirazione autonoma della neonata ma anche particolarmente difficoltosa l’intubazione tracheale. Alla nascita la bimba pesava 1.600 grammi, dei quali 300 erano costituiti dalla massa neoplastica, ossia l’equivalente del peso complessivo».

Per poter realizzare tale procedura, per via della notevole complessità della tecnica è intervenuto un team di specialisti, quindi una équipe multidisciplinare composta da ostetrici e ginecologi, diretti dal dott. Gregori e dalla dott.ssa Marisa Biasio; neonatologi, diretti dal dott. Daniele Farina; anestesisti e rianimatori, diretti dalla dott.ssa Evelina Gollo e dal dott. Giorgio Ivani; otorinolaringoiatri e chirurghi generali, diretti dai dott. Paolo Tavormina e Jurgen Schleef. Dopo l’intervento, perfettamente riuscito, la neonata è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’OIRM, cui è seguito il referto istoptologico che ha confermato il sospetto clinico prenatale. In seguito alla degenza post-opertoria la piccola paziente è stata trasferita nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Sant’Anna, dove permane tutt’ora e risulta essere in buone condizioni, tant’è che respira autonomamente e si alimenta regolarmente. Un evento, questo, che conferma come si possano ben integrare più professionisti le cui competenze e professionalità rendono possibile diagnosi e terapie impegnative, soprattutto quando si tratta di neoplasie rare con scarse aspettative di guarigione e di vita. In questo caso la letteratura scientifica segnala un’incidenza molto rara di teratoma cistico: un caso ogni 40.000 nati; e quello trattato negli ospedali torinesi è il primo caso, dove avvengono oltre 7.000 nascite ogni anno.

 

Nella foto in alto l’ospedale infantile, nella foto in basso l’ospedale ostetrico-ginecologico

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