Ricordo di Edoardo Bassini, precursore della tecnica chirurgica addominale

In ricordo del dottor Edoardo Bassini, innovatore della riduzione chirurgica dell’ernia inguinale. Fu anche un combattente garibaldino e senatore del Regno
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Certamente non sono pochi i luminari della medicina e chirurgia che hanno onorato l’Ottocento italiano , sia con la loro attività professionale che con il loro impegno politico e militare. È il caso di ricordare il dottor Edoardo Bassini (Pavia 1844 – Vigasio-VR 1924), del quale quest’anno ricorre il 170° della nascita e il 90° della morte. È stato un clinico illustre, in particolare per aver introdotto una “particolare” metodica nel trattamento chirurgico dell’ernia inguinale, un approccio davvero innovativo per quell’epoca tanto da essere definito “Plastica secondo Bassini”. Infatti, questo tipo di intervento prevedeva una “originale” ricostruzione a strati sovrapposti della parte inguinale in seguito alla asportazione del sacco erniario. Sino a quel momento tale riduzione chirurgica dell’ernia era di difficile soluzione in quanto quasi regolarmente il paziente andava incontro a recidive, difficoltà che il Bassini cercò di superare con la ricomposizione della parte inguinale i cui esiti trovarono riscontro nella casistica di 42 interventi perfettamente riusciti; risultati che comunicò ufficialmente al congresso della Società Italiana di Chirurgia tenutosi a Genova nel 1887. Il suo metodo divenne un classico fondando il principio di porre la porzione anatomica ammalata nelle condizioni proprie dello stato sano. Questo principio fu da lui posto non solo in relazione a quell’infermità così comune allora (come oggi, ndr), ma come insegnamento generale tant’è che il principio della “ricostruzione a strati delle ferite o delle parti sul tipo della struttura fisiologica”, costituisce tuttora il cardine della tecnica operatoria che ha poi permesso di risolvere altri numerosi problemi di chirurgia.
Ma i suoi meriti di abile operatore vanno ben oltre. Il dottor Bassini esercitò la professione nell’insegna di convinto apostolato: lavoratore instancabile, sempre molto vicino ai suoi pazienti, e nel contempo non trascurava mai i suoi allievi che non solo istruiva ma li aiutava amorevolmente nelle loro ricerche, nei loro studi ed esperimenti. Schivo di onori nella sua radicata modestia, si prodigò nel favorire molte iniziative ed opere benefiche.
Questa nobile figura di chirurgo dal notevole spirito di intraprendenza fu molto attivo anche nella vita politica e militare del Risorgimento. Laureatosi in Medicina a 22 anni, nascose la propria condizione di neo-medico per non essere avviato ai reparti di Sanità e potersi così arruolare (volontario) come soldato semplice nel corpo dei garibaldini. Dopo il 1866, con lo scioglimento del corpo dei volontari, e dopo un breve periodo trascorso nelle sale e nelle corsie dell’ospedale San Matteo (Pavia), prese parte in prima linea al famoso scontro di Villa Glori, avvenuto il 23 ottobre 1867 quando, con una settantina di compagni, in attesa di una improbabile (mai avvenuta) sollevazione dei romani contro il papato, una compagnia di zuavi travolse il manipolo. Bassini rimase gravemente ferito e, nonostante la ferita da baionetta avesse perforato la parete dell’intestino cieco, riuscì a ristabilirsi nel giro di un anno e a tornare alla sua attività di chirurgo. Da allora la sua carriera fu in ascesa: attraverso alcuni anni di studio in Germania e a Vienna, e un breve intermezzo all’ospedale di La Spezia, approdò alla Clinica Chirurgica di Parma e all’Università di Padova. A lui è intitolato l’ospedale di Cinisello Balsamo (Mi).