Questioni di Divergenze: Dalla incontenibile considerazione di star dello spettacolo e dello sport al depauperamento dei valori meramente etici

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

Io penso che la nostra esistenza sia resa più difficile e “penosa” anche per il fatto che è assai ricca di perché e per come, ai quali in moltissimi casi non vi è risposta. Gran parte di questi riguardano il comportamento umano, e non sono certo i social media che possono dare risposte convincenti… anzi! Si prenda ad esempio il fatto che proprio in quest’era di globalizzazione e di grande sviluppo tecnologico (ma paradossalmente anche culturale), notevole interesse suscitano artisti della canzone e della comicità che, grazie alle loro interminabili (e nauseabonde) performance, sono acclamati da milioni di follower, ossia una marea incontenibile di fan disposti a seguirli… in capo al mondo, a trascurare i propri affetti famigliari, e magari anche qualche personale interesse (più importante) oltre a spendere cifre per presenziare alle loro manifestazioni. È pur vero che anche gli assi dello sport hanno al seguito molti fan ma, a mio avviso, la schiera dei cantanti (non melodici) di ieri e di oggi sembrano “soggiogare” maggiormente una certa percentuale della popolazione. Pare che questa schiera di fedeli dello svago più smodato, sempre più alla ricerca di esilaranti distrazioni, non vedano altro che i loro beniamini. Ma la vita è solo questo, o in gran parte di tutto ciò? Contemporaneamente, da tempo, ormai, sono sempre meno gli appassionati alla cultura e a quella necessità di sapere come poter contrastare le ingiustizie della vita che, ovviamente, sono in gran parte causate dall’uomo. Mai nessuno ci ha insegnato, ad esempio, come prevenire o combattere la burocrazia, uno degli ostacoli della nostra esistenza (che non sarebbe male inserire come materia di studio ad esempio all’ultimo anno delle Scuole Superiori); o come difenderci (legalmente) dai soprusi dei nostri simili ma, ciò nonostante, il popolo dello svago non se ne avvede e, paradossalmente, continua a subire… magari pur lamentandosi. A fronte dei molteplici problemi esistenziali, peraltro sempre più in aumento, non saranno certo distrazioni “offerte” da cantanti sguaiati (ed impersonali e spesso esteticamente impresentabili) o da artisti della comicità anche più becera, ad attenuare crisi e varie situazioni esistenziali e né a risolvere certi problemi di una nazione. Ma tant’è. La massa continua a volersi distrarre, i politici assistono più o meno impassibili, e i più indigenti (sotto ogni punto di vista) continuano a penare. Anche nel periodo di pandemia, peraltro ancora in corso, piazze, arene e stadi erano e sono ogni volta stracolmi di fan e tifosi facendosi beffa di un nemico che avrebbe potuto mietere ulteriori vittime, oltre a “disturbare” la serenità di chi non fa parte. Detto ciò, non intendo venir meno alla mia indole di garantista (sino a prova contraria), e quindi sia da rispettare il concetto di libertà di pensiero e di scelte di vita; ma nello stesso tempo non si trascuri tutto ciò che è razionale  soprattutto nei confronti della collettività.

Ma a questo riguardo dove sta il confine? Alla luce dei fatti pressoché quotidiani non è facile stabilirlo, ma va da sé che una mente considerata “normale” e quindi razionale, dovrebbe saper distinguere ciò che è più lecito e ciò che non lo è; ma purtroppo tale distinzione pare rasentare l’utopia e ciò, a mio avviso, a causa della eccessiva libertà che come la storia ci insegna l’eccesso in ogni ambito ha sempre penalizzato persone e cose. Richiamando ancora il popolo dei follower verrebbe da chiedere ai componenti quanto valore ha per loro la vita, poiché pare essere basata sul materialismo e sull’edonismo, mentre tutto ciò che è spirituale o comunque moralmente etico, per essi è puro astrattismo… Ci sono voluti secoli per vedere la luce di un accettabile progresso e di determinate libertà, ma ci vogliono pochi decenni per distruggere i beni essenziali, tra questi anche la libertà… ma quella non penalizzante per la collettività. Vorrei concludere con quanto segue. Poiché l’etica dovrebbe essere una sorta di “file rouge” dell’esistenza umana, la stessa è responsabilità senza limiti verso tutto ciò che vive, e se anziché indire (o ridimensionare) le solite retoriche ed infruttuose manifestazioni di piazza, sia esse politiche o più semplicemente popolari, si organizzassero a largo raggio in ogni Paese divulgazioni dell’operato di filantropi, è auspicabile, a mio avviso, che si creerebbe quello stimolo generalizzato volto alla dissuasione del male, o comunque di quel materialismo che non può giovare al bene comune.

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