Perché leggere “Cinquanta sbavature di Gigio” di Rossella Calabrò

di Marcella Onnis

Da mesi mi chiedo come possa accadere che un “libruncolo” come 50 sfumature di grigio/nero/rosso di E. L. James possa diventare un best seller. A maggior ragione me lo chiedo ora, dopo aver letto le prime 200 pagine circa del primo volume. Due interrogativi, in particolare, mi tormentano:

1)      che bisogno c’era di mettere nero su bianco questo patrimonio largamente condiviso e dai, pure un po’ patetico di fantasie femminili?!

2)      come può una donna apprezzare una storia priva di un benché minimo elemento di credibilità, che per giunta alimenta il già di per sé florido immaginario collettivo maschile, pullulante di figure mitologiche quali la “verginella nata imparata”?!

Mi consola giusto il fatto di non essere l’unica a non comprendere il valore di questa “opera”: sono tanti, infatti, ad averla magistralmente vivisezionata e annientata (in particolare, vi consiglio di leggere il commento al primo volume pubblicato dall’utente Bartolla su aNobii).

In ogni caso, non credo che troverò risposte ai miei interrogativi … e se anche esistessero, forse sarebbe meglio non conoscerle. In compenso, ho trovato un’utilità a questa trilogia: se questa non avesse mai visto la luce, Rossella Calabrò non avrebbe mai potuto scrivere Cinquanta sbavature di Gigio.

Come suggerisce il titolo, si tratta di una sorta di parodia della “fatica letteraria” della James: un parallelo tra i protagonisti dei suoi romanzi (Mr Grey e Anastasia) e la coppia italiana media (Gigio e Gina). A dire il vero, dovremmo parlare di parodia della parodia, posto che la James descrive individui dalla personalità talmente incongruente che non è possibile trovarne pari in natura. Anche i personaggi-tipo della Calabrò sono, in realtà, frutto di un’esagerazione … o almeno questo è da sperare: che siano, cioè, una caricatura di ciò che normalmente riscontriamo nella realtà. Tuttavia, i profili caratteriali da lei delineati sono coerenti, tant’è che molte donne potranno ritrovare in sé  più di uno dei tratti di Gina e nel proprio uomo tanti tratti (o, meglio, sbavature) di Gigio.

Ma limitarsi a considerare questo libro una parodia italiana della chiacchieratissima trilogia americana sarebbe riduttivo: la sua funzione va ben oltre l’intrattenere chi legge con scene esilaranti (c’è davvero da piegarsi in due dal ridere). La Calabrò è riuscita a restituire al sesso, nell’immaginario collettivo, il suo volto più veritiero e naturale, che non è formato solo dalla sua componente prettamente erotica, ma spesso e volentieri anche da aspetti tragicomici. Non solo: con queste pagine l’autrice ci invita a non prenderci troppo sul serio e a vivere con giocosità questa sfera importante e delicata della nostra vita, anche perché – come ricorda la prefazione – […] ridere è la cosa più erotica che c’è”.

La funzione “rieducativa” di Cinquanta sfumature di Gigio, tuttavia, non finisce qui: ci insegna, infatti, anche e soprattutto che sì, sognare è bello, che sì, la convivenza con Gigio è dura e “La vita gigia è piena di compromessi”, ma la felicità si costruisce nella vita reale, imparando a vedere il lato bello di ciò che già possediamo: […] non c’è miglior regalo di quello che ci si fa da sole, non c’è protezione più efficace di quella che ci procuriamo noi stesse, e non c’è miglior Gigio di quello che non tenteremo mai di far assomigliare a Mr Grey.

Una lettura adatta, dunque, soprattutto alle Gine ma anche ai Gigi che, se sono davvero tali, sapranno essere autoironici e autocritici tanto quanto lo è stata l’autrice nel descrivere noi donne. Perché se è vero che Gigio non fa proprio un figurone, non pensiate che la Gina ne esca proprio bene!

 

 

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