L’angolo della poesia: “Lacrime” di Giulia Vivarelli
Oggi ritroviamo la sensibilità di Giulia Vivarelli, che abbiamo conosciuto con “Salvezza” .
Ci auguriamo che, grazie alle sue parole, chi non (ri)trova la luce possa tornare “a sentir delle campane i rintocchi”.
Prima di lasciarvi alla lettura della poesia, vi ricordiamo che potete sempre inviarci i vostri versi a info@ilmiogiornale.org
Lacrime
Piangeva lacrime della vergogna
Di chi appar con i piedi per terra,
in realtà solo sogna
Di chi vive nel passato
ed ogni minimo errore ancora non si è perdonato
Lacrime dal sapor della malinconia
con se stesso mai in armonia
Di chi vive sempre ai margini dell’oblio
Piangeva lacrime di chi vive in modo altalenante
a giorni alterni si arrende alla vita e ne è distante
Lacrime che si fanno strada in questo viso
deciso a spiegare nessun altro sorriso
dal gusto amaro come il veleno
e quando c’è il sole non vede mai il sereno
ma donarti vorrei gli occhi miei
non perché non han mai sofferto, sognato,
o di rassegnarsi desiderato
quanto perché al cospetto della vita
finché ancor vedono nascere un fior,
sentono il canto degli uccellini,
delle lasagne il sapor…
No, non può esser finita
ti donerei i miei occhi
Non li rivorrei indietro, giuro
Anche se dopo vedessi tutto tetro
L’importante è che tu tornassi a sentir delle campane i rintocchi…