LA SICILIA COMBATTE E ASPETTA PAROLE CHIARE DA MARCHIONNE

Dopo la testimonianza del signor Giovanni Gargano, operaio dello stabilimento e la lettera del signor Giordano, riprendiamo l’argomento Fiat di Termini Imerese con una breve intervista rilasciataci, sabato 13 febbraio, dal presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo.

 Dott. Lombardo, dopo le manifestazioni degli operai e le loro richieste di aiuto, nella vicenda Fiat diTermini Imerese qual è attualmente il ruolo svolto dalla Regione Siciliana?

Dopo i due incontri svolti a Roma al tavolo tecnico voluto dal ministro Scajola, la Regione Siciliana, di fronte al susseguirsi di fantasiose ipotesi di possibili utilizzi dei capannoni che lascerebbe liberi Fiat, ha dato corso agli impegni assunti varando in Giunta di Governo due provvedimenti: col primo si impedisce che in quei siti possano svolgersi attività commerciali, lasciandone quindi la destinazione a fini industriali; col secondo si conferma l’impegno di spendere 350 milioni di euro per opere infrastrutturali. Attendiamo adesso una parola di chiarezza da tutti gli altri soggetti, ovviamente a partire da Marchionne.

Dopo la cassa integrazione, per gli operai della Delivery Mail, quali prospettive lavorative si prospettano se la Fiat dovesse “abbandonarli definitivamente”?

 Lavoriamo per un salvataggio complessivo dell’area e dei suoi lavoratori. Soluzioni parziali e pasticciate non servirebbero a nessuno. Ma è innanzitutto necessario definitivamente sapere cosa vuole fare Fiat.

Quale sarà il prossimo passo per la risoluzione del problema?

 Come già detto, il prossimo passo non spetta a noi.

Nell’ipotesi di una chiusura definitiva dello stabilimento, la Regione Siciliana si impegnerà allo stesso modo per difendere il posto di lavoro del resto dei dipendenti che potrebbero essere licenziati?

 Siamo convinti e decisi che a Termini Imerese si debba continuare a produrre macchine, soprattutto per non mandare al vento la professionalità di migliaia di lavoratori che da due generazioni hanno imparato a costruire automobili con lusinghieri risultati. Per questo motivo oggi non ipotizziamo inteventi parziali a salvataggio solo di una parte delle maestranze.

Bisognerà, quindi, aspettare che dall’alto vengano prese delle decisioni su uno degli stabilimenti, di quella che una volta era la casa automobilistica emblema dell’Italia.

Chi vivrà vedrà……

Giusy Chiello

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