La medicina “olistica”: intervista al Dottor Luigi Torchio

Dal massimo rispetto della Medicina tradizionale sino all’estensione della pratica musico-terapeutica a totale beneficio dei suoi pazienti. Il Dottor Torchio pratica una medicina “olistica” a tutto campo con particolare orientamento filosofico-orientale.
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Dottor Torchio, perché Medicina dello Sport?
“La Medicina dello Sport è stata la mia prima specialità dopo la laurea, una scelta che deriva dalla passione per la cultura dello sport in senso lato, ma anche convinzione che questa disciplina ha un indirizzo terapeutico, sia perché ci fa mantenere in salute prevenendo in parte i problemi dell’invecchiamento, sia perché ha una notevole funzione psicologica: riduce lo stress, previene o riduce la depressione, ed ancor meglio se abbinata all’ascolto di una buona musica…”
Dalla Medicina convenzionale allo studio e alla pratica della Medicina naturale. Perché e qual è la differenza in termini terapeutici?
“È noto che il farmaco rappresenta una strategia terapeutica indispensabile, ma secondo la mia esperienza vi è una serie di livelli terapeutici che hanno la priorità. Quindi non soltanto la medicina naturale per il trattamento di patologie minori e per la prevenzione delle stesse, ma anche come indicazione ad una più corretta alimentazione. Anche se i farmaci sono indispensabili per la cura di alcune patologie, ritengo che di questi se ne può ridurre l’assunzione dell’80% e solo il restante 20% è indicativo per reali necessità terapeutiche”
In che modo funziona il reale concetto di potere di autoguarigione della mente, ossia qual è il reale significato?
“La scienza ha sempre considerato l’effetto “placebo” o l’effetto “nocebo”, a seconda che il paziente si suggestioni positivamente o negativamente per la guarigione. Ma perché non approfondire? L’ipnosi, ad esempio, è una metodica terapeutica utile al miglioramento dell’equilibrio psico-emotivo, ma anche per la crescita personale per meglio comprendere i nostri conflitti interiori e l’analisi del profondo”
Lei si occupa anche di agopuntura e, appunto, anche di ipnosi, quali sono le patologie che meglio rispondono a questi due trattamenti?
“L’ipnosi la pratico per rimuovere quelle conflittualità che sono all’origine di stati d’animo negativi ed eventuali malattie psico-fisiche come ad esempio la depressione. Per quanto riguarda l’agopuntura (antichissima pratica medica cinese) è indicata per il riequilibrio energetico, e può essere molto utile nel trattamento di molte patologie fisiche e psicofisiche di varia natura, con l’ulteriore vantaggio che non ha effetti collaterali. Tuttavia, tale applicazione non esclude un corretto stile di vita: alimentazione adeguata, costante attività fisica, etc.”
Anche l’omeopatia e lo yoga fanno parte della sua attività professionale. Qual è la filosofia di questo ulteriore interesse?
“Per l’omeopatia è stata la curiosità di conoscere una branca della medicina naturale che ritengo particolarmente interessante, ed è stato dimostrato dalla Fisica Quantistica che i prodotti omeopatici in più casi trasmettono un “messaggio” elettromagnetico che sfrutta il concetto della bio-radianza, in quanto comunicazione diretta con le cellule… Per quanto concerne lo yoga, che ritengo essere una filosofia completa che permette di conoscere meglio le condizioni psico-fisiche della persona, di avere il controllo del respiro e della mente (in stato di meditazione) e di mantenere un adeguato equilibrio psicologico, osservando nel contempo una alimentazione prettamente vegetariana adattata al tipo di costituzione dell’individuo, un adeguato stile di vita, etc. Una filosofia di vita completa per il mantenimento della propria salute fisica, psicologica e del proprio equilibrio esistenziale per una miglior comprensione del senso della vita”
Come va intesa l’integrazione della Medicina moderna con le Medicine naturali?
“Vorrei ribadire che la prima cura parte dall’alimentazione di orientamento vegetariano o vegano, soprattutto in pazienti che hanno problemi di sindrome metabolica e abitudini di vita scorrette… Si possono inoltre integrare altri interventi preventivi o terapeutici come l’omeopatia, fitoterapia, ipnosi, agopuntura, ed infine l’eventuale somministrazione di farmaci per una reale necessità; ma va detto che gli stessi escludono la medicina naturale”
La sua conoscenza della filosofia orientale ha in qualche modo prevalso sulla sua originaria formazione di medico tradizionale?
“Credo di si in quanto sono stato una sorta di “pioniere” della Medicina olistica, ossia ritengo di aver avuto un’apertura mentale considerando positivo tutto ciò che è terapeutico in senso lato, potendo curare in più occasioni i pazienti abolendo nello stesso tempo il farmaco. Ma è solo da questi ultimi due-tre anni che si è orientati verso l’integrazione tra Medicina tradizionale e la Medicina dalla filosofia orientale… Un ritardo, a mio avviso, dovuto ad una sorta di immobilismo della classe medica in genere, tendenzialmente troppo conservatrice nei confronti delle nostre comuni e quotidiane abitudini: basti pensare, ad esempio, che il mantenimento di una alimentazione adeguata riduce di molto il rischio di contrarre determinate patologie”
Lei è anche musicista per passione e talento. Come concilia l’attività di medico con quella musicale? Quest’ultima la pratica anche con indirizzo terapeutico?
“Da sempre sono convinto che il suono sia terapeutico “nel bene e nel male”, ossia una buona musica ci fa del bene, un rumore fastidioso può alterare il nostro sistema nervoso. Da anni nelle mie tecniche di ipnosi ho introdotto la musica dal vivo: in studio ho un pianoforte che suono per “accompagnare” il rilassamento del paziente, superando a volte quella immediata reattività nella persona in trattamento che non vuole “seguire” la luce che si fa ruotare attorno al capo per l’induzione dell’ipnosi, mentre con la musica fatta ascoltare in modo “soft” con l’accorgimento di brani appropriati come quelli classico-rilassanti, può favorire una buona risposta terapeutica. Per me la musica è passione e terapeuticità, tenendo presente che intendo viverla esercitandola anche pubblicamente con finalità ludiche e spesso anche benefiche”