La donna secondo gli scrittori

Abitualmente, gli uomini sostengono di non capire le donne e queste, almeno su tal punto, di norma danno loro ragione.
Le menti maschili più acute e sensibili riescono comunque a cogliere alcune luci e ombre della psiche femminile. Lo dimostrano, ad esempio, gli scrittori che di seguito citeremo.
Alla donna che non solo dona la vita ma che pure la tutela pensava nel 1966 Giorgio Scerbanenco in un suo scritto autobiografico: «Le guerre passavano, tornavano e ripassavano ancora, ma le donne, anche l’ultima delle contadine, avevano sempre quei gesti di istintiva tenerezza e protezione femminile, per portare al riparo e salvare qualunque creatura vivente sia in pericolo o abbia bisogno di aiuto».
Protettiva sì, ma al contempo bisognosa di protezione, prima di tutto da se stessa. A questo allude uno scambio di battute ideato da Eric-Emmanuel Schmitt per “Piccoli crimini coniugali”:
«Gilles: Gli uomini sono pusillanimi, rifiutano di vedere i problemi che hanno, vogliono continuare a credere che tutto vada bene. Le donne non girano la testa dall’altra parte.
Lisa: Scrivilo nel tuo prossimo libro, guadagnerai lettrici.
Gilles: Le donne affrontano i problemi, Lisa, però hanno la tendenza a credere di essere loro stesse il problema, pensano che l’usura della coppia dipenda dall’usura del loro potere di seduzione. Si ritengono responsabili, colpevoli, si fanno carico di tutto».
E alla donna fragile, soprattutto davanti alla forza dell’uomo, rivolge il pensiero Javier Marìas in “Domani nella battaglia pensa a me”: «Noi uomini abbiamo la capacità di mettere paura alla donna con una semplice inflessione di voce o con una frase minacciosa e fredda, le nostre mani sono più forti e stringono da secoli».
Ma che non si creda la donna necessariamente debole …e neppure sentimentale. Lo sapeva bene Giuseppe Pontiggia, che nel racconto “Mia zia” scrive: «[…] se uno dice che le donne vanno con gli uomini solo quando sono innamorate, non capisce le cose».
Né santa, né pedina del gioco altrui, anzi:
«Gilles (con calore): Perché una donna non prende mai l’iniziativa?
Lisa: Perché é maligna abbastanza da dare all’uomo la sensazione di essere lui ad averne voglia».
Così, ancora, Eric-Emmanuel Schmitt in “Piccoli crimini coniugali” e così Roberto Delogu ne “L’anno di vento e sabbia”: «Quel giorno capii che le donne sono come i dentici, se li insegui scappano e non li vedi più, se invece ti nascondi, si avvicinano loro».
E, una volta “catturata”, volerla tutta per sé è naturale: «[…] le donne sono l’unica cosa che non è tanto facile condividere», scrive Sandro Bonvissuto in “Dentro”.
Il quadro è, dunque, complesso ed effettivamente poco nitido. Ma varrebbe lo stesso a ruoli invertiti? A detta di Daniel Pennac no: «La Donna, mio caro, è un mistero per l’Uomo, e disgraziatamente non è vero il contrario […]» (da “Storia di un corpo”).
Or dunque, signori uomini che state leggendo, quali sono le vostre convinzioni sulle donne …che queste hanno riconosciuto come veritiere?
Nella foto, “La vergine (Die jungfrau)” di Gustav Klimt