Per cambiare l’Italia sarebbe utile rimodellare gli Italiani

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Riceviamo e pubblichiamo:

logo dell'Osservatorio dell'Emigrazione italiana nel MondoBOSTON – Il vero problema e’ come adattare il nostro modello culturale o filosofico, affinche’ si possano ottenere risultati ottimali utili alla nostra bella Italia, penisola meravigliosa, adornata dall’ incantevole paesaggio con la sua naturale cornice di catene montuose e dal superbo e maestoso arco alpino che delimitano i confini naturali della nostra Nazione, semi circondata dal mare meno impetuoso degli oceani. I romani lo definirono “Mare Nostrum”,  fu nostro anche all’epoca del Regno d’Italia, detto mare creo’ una costellazione di grandi e piccole isole incantevoli, con molte zone costiere frastagliate estese lungo il perimetro di centinaia e centinaia di Km, dall’ inconfondibile profilo dello stivale italico e da uno spiegamento di stabilimenti balneari posizionate sulle spiagge, accarezzate dalle onde del mare Mediterraneo.

Tale mare Mediterraneo, non solo meraviglia ma una leva positiva per l’economia italiana, indispensabile per il turismo interno ed internazionale e ancora tanti laghi e fiumi  per la vita sociale italiana, un privilegio idrico che l’Italia eredito’ un dono da Dio, che creo’ madre natura. Non mi stanchero’ mai di dichiarare ed esaltare la nostra bellezza, le origine della nostra piccola e grande Nazione, assecondata dall’evoluzione della cultura e con la dovuta attenzione alla memoria come testimonianza trasmessoci dalla storia.

Per i motivi ampliamente illustrati relativi alla nostra bella Italia, i responsabili della pubblica amministrazione e a tutti i livelli, hanno il dovere di custodire cio’ che abbiamo ereditato dalla natura, ovvero del nostro territorio nazionale, essere piu’ accorti e monitorare lo stato di salute del territorio. Non servono altre parole e gli esempi  sono la migliore risposta, ovvero la necessita’ urgente di porre rimedio con un progetto nazionale mirato al restauro e la messa in sicurezza delle nostre citta’ onde evitare il susseguirsi di altre catastrofi naturali, subite anche in questi giorni.

Mi auguro che la mia osservazione possa avere le dovute attenzioni che meritano. Detto questo, descrivo brevemente la storia della penisola italica, iniziando dalle origini delle prime civilta’ che sono tracce preistoriche credibili e una in particolare, la descrivo con una breve sintesi che prima degli Etruschi, durante il periodo della fine del II millennio a.C., nella pianura padana a sud del Po si sviluppo’ la Civilta’ delle Terremare e tale  civilta’, dopo la terribile crisi del XII secolo a.C., che demoli’’ il sistema Terramariccio e l’inevitabile scomparsa di moltissimi insediamenti, decisero di migrare a Sud della penisola, installandosi presso le zone montane appenniniche e successivamente promossero i Proto-Villanoviano e si suddivisero a loro volta in differenti zone regionali che poi si costituirono in “nazioni Italiche”: la cultura Atestina (Proto-Veneti), Laziale (Latini), Villanoviana (Etruschi), per quella linguistica non vi e’ dubbio sia stata la lingua latina.

Il cenno preistorico ovviamente prima dei romani di cui quest’ultimi con la loro indiscussa genialita’ seppero coniugare positivamente con la cultura flosofica Ellenica,  che all’epoca remota fondo’ l’Impero Romano e la successiva Civilta’ Occidentale  Cristiana. Ora Roma e’ la Capitale del Mondo e Centro Mondiale del Cristianesimo. Gli Italiani all’epoca del MedioEvo furono una comunità grande, ma segmentata, molti secoli prima che si fondasse la nostra Nazione, anche se il nome Italia identifico’ la patria nostra naturale del Popolo Italiano, con il mutare dei tempi, la lingua latina si avvio’ alla naturale estinzione, intensa come lingua parlata dal popolo, quindi le varie comunita’ residenti nel territorio della penisola Italiana si espressero con un numero indeterminato di dialetti, tutte riconducibili alla lingua latina.

Dalla lingua originale latina, all’epoca del XII secolo d.C. nel Medioevo, nacque una nuova lingua detta volgare. Poi il sommo poeta Dante Alighieri la promosse come lingua italiana, quella parlata fu adottata dalla Societa’ Aristocratica, costituita: da Imperatori, Sovrani e la Nobilta’: ArciDuchi, Duchi, Principi, Marchesi, Conti e Baroni, inclusa anche la borghesia: Notabili, Intellettuali, Professionisti, Imprenditori e Maestri d’Arte (Pittori e Scultori), ma le comunita’ che costituirono il popolo italiano nel lontano periodo medioevale, fu meno colto e per lungo tempo, parlarono con i loro mille e piu’ dialetti diffusi lungo la  meravigliosa penisola.

Detto questo, dal periodo preistorico, all’epoca dell’Impero Romano e successiva evoluzione Culturale della Civilta’ Occidentale Cristiana, il popolo  subi’ inconsapevolmente la seconda immigrazione e tal volta anche vere invasioni di molti popoli dal Nord Europa, dal Medio Oriente e dal Nord Africa, quindi un metamorfosi, che ovviamente trasformo’ l’ambiente territoriale, ma non muto’ quella dell’ospitalita’ che adornata dalla bellezza della natura creo’ un uno spazio pittoresco, ideale per chi volesse vivere in Italia, tant’e che le migliori condizioni atmosferiche favorirono altri flussi immigratori di persone dal Nord Europa, all’epoca invasori pacifici e talvolta ostili e con il tempo tutti si integrarono nell’ambito del popolo italiano

Prima che si coinvolgessero tali comunita’ diverse fra loro e convinti d’essere integrati con il popolo pre-esistente e  fu naturale che cio’ si maturasse dopo centinaia e centinaia di anni, solo dopo avere adottato tale processo, tali comunita’ che ci invasero o immigrarono nel corso di millenni, quelle comunita’ si integrarono e a tutti gli effetti ora sono al cento per cento italiani. Comunque, nel loro singolo individuo ci sara’ sempre un residuo delle loro origini ed e’ questo il motivo che  non tutti siamo uguali.

L’integrazione nell’ambito del territorio italiano non azzero’ completamente costumi, tradizioni,  caratteristiche somatiche, abitudini e lingue parlate da quelle genti molto diverse fra loro. Poi con gli abitanti immaginarono che tutti si fossero integrati. Con il tempo e le circostanze ogni comunita’ rivendico’ le origini, la loro lingua parlata, le tradizioni, la mentalita’ e il rito religioso, e comunque sono italiani.

Quindi, per convivere in santa pace e’ necessario un buon compromesso per potere affrontare le problematiche con utili dibattiti concedendo la parola in egual misura alle due parti interessate, altrimenti non puo’ nascere la logica di una possibile condivisione che potrebbe veramente essere utile alla parti interessate per progredire e rafforzare la pace e l’armonia con tutti i popoli che si definiscono civili e democratici.

Dalla mia doverosa sintesi si evince, che non e’ sufficiente conclamare con ogni mezzo di comunicazione, dalla parte politica che attualmente delegata a governare la nostra grande Nazione, si ostina volere fare tutto in fretta la manifesta intenzione di cambiare l’Italia a colpi di decreti e a colpi di fiducia, credo sia errato il metodo di governare, perche’ gli italiani sono persone, quindi difficilmente rimuovibili, con provvedimenti politici inutili, dal governo di turno.

Sono consapevolmente convinto che vi e’ la nesessita’ di un radicale cambiamento, quindi la fretta senza la dovuta riflessione, si manifesta cattiva consigliera, quindi per realizzare il cambiamento sono necessari lunghi periodi di riflessioni e progetti: analisi, di studio e confronti con la realta’ del quotidiano. Se invece per l’attuale governo intende forzare i tempi   dell’ ipotizzabile cambiamento, il metodo ed il metro come fare funzionare le cose sono fuori dal nostro tempo, soprattutto se pretendono di cambiare la Costituzione e determinate riforme mirate alle istituzioni e soprattutto alle strutture, organismi, la demolizione delle caserme, la riduzione degli effettivi dell’esercito, delle forze dell’ordine e della protezione civile.

E ancora, il ridimensionamento delle province, comuni, preture, tribunali e tentativi d’indeboli- mento della struttura del ministero per degli affari esteri, la messa in atto della chiusura di determinate ambasciate, consolati. Ancora altri smantellamenti o vendite delle grandi industrie, che rappresentarono risorse per l’occupazione e l’eccellenza in tutti i settori della produttivita’ italiana. Tutto questo sono veri sintomi di un gigantesco smantellamento dello stato, di quella che fu per noi italiani la IV potenza industriale

Con l’inizio dello smantellamento si evidenziano gli obiettivi di una errata direzione perche’ vi sono preoccupanti intenzioni a togliere altre risorse per la promozione della cultura e della lingua italiana e si ravvisa il disinteressamento della politica italiana nei confronti degli italiani residenti all’Estero. Ora e’ il momento migliore per esprimere una politica estera piu’ efficiente atta a valorizzare gli italiani all’estero, un’altra importante risorsa necessaria per l’Italia. Se l’attuale governo o il parlamento italiano credono di avere risolto tutto per gli italiani all’estero, solo per avere approvato il rinnovamento della struttura del Comitato degli Italiani all’Estero, ho ragione di ritenere che non hanno capito nulla in relazione alle comunita’ italiane residenti all’estero.

E’ inutile che lo Stato Italiano, governato dai politici di turno pretendano di  giustificarsi, che il deficit pubblico e’ prodotto dal cancro visibile nella societa’ civile manipolata dalla criminalita’ organizzata: mafia, ndrangheta, sacra corona, camorra. Si’, e’ vero che e’ una notevole porzione del danno, ma altrettanto vero che e’ molto maggiore provocato dalle persone che evadono il fisco,  dalla piaga sociale della corruzione (corrotti corruttori). E’ legittimo affermare che vi e’ anche l’incapacita’ della gestione delle 20 Regioni d’Italia e altre realta’ politiche soprattutto dalla gestione delle precedenti legislature, dal 2011 ai primi due mesi del 2015 (4governi), non sono le parole a risolvere delicati problemi sociali, ma con fatti concreti. Ed e’ preoccupante  dibattere con una democrazia malata e la Presidenza della Repubblica tutt’altro che virtuosa, comunque non coinvolta e un filo di speranza, dopo l’elezione del nuovo Capo dello Stato.

A questo punto sono convinto che se ci sono tante cose negative, per nostra fortuna in controtendenza vi sono anche molte iniziative ed a tutti i livelli strutturali in primis quello dello stato, da quello politico e sociale e dalle mille e piu’ iniziative promosse dalle associazioni del volontariato e nobili atti di solidarieta’, quindi come tutte le cose ci sono le cose improduttive e quelle produttive. Purtroppo da molti anni i politici hanno presentato i bilanci dello stato, sempre in negativo e quand’e’ negativo  non  dovrebbero fare altri debiti, perche’ tali debiti prima o dopo si ripercuoteranno su ogni cittadino italiano sia se virtuoso o dalle cattive.abitudini.

Tutto questo genera sofferenza per l’economia gestita dallo Stato Italiano e indirettamente  aggrava la situazione economica  industriale, artigianale, commerciale, imprenditori e in generale singoli individui residenti in Italia e quelli che risiedono all’estero. Sono consapevole che troppe cose gestite male, sono destinate a fallire e lo Stato Italiano non puo’ permettersi di subire tale scempio che offende la Societa’ Civile Italiana, quindi e’ logico che e’ necessario cambiare musica e ovviamente cambiare l’Italia,

Ma in questo caso sara’ necessario cambiare abitudini, ma sara’ difficile che si possa fare in fretta se indirizzati ai suonatori identificabili nella classe dirigenziale, politici, ministri e coloro che sono al vertice dello stato, la magistratura all’interno della sua struttura, editori,  giornalisti, sindaci, prefetti, presidenti di regioni, sindacalisti, forze dell’ordine, strutture ospedaliere, strutture per le formazioni scolastiche, strutture universitarie, strutture delle comunicazioni: radio, televisioni, cinematografia, spettacolo compagnie di navigazione, compagnie aeronavali, aereoportuali pubblici e privati e tutto il settore dello sport (atleti e sostenitori), gestori e addetti alla cantieristica, settore del trasporto autostradale, reti e stazioni ferroviarie,  stradali, taxisti ed a ogni singolo individuo integrato al popolo italiano.

Qualcuno potrebbe fare una osservazione del perché dover generalizzare tutto e su tutti? Risposta: Perché dovremmo essere convinti che siamo tutti colpevoli, direttamente, inconsapevolmente o indirettamente, perché questo articolo ha l’obiettivo di fare emergere la realtà delle cose e soprattutto della vita quotidiana e possa essere interpretata nella logica e dal senso pratico e convintamente giusta in quanto tutti rappresentano in mille modi la Società Civile Italiana.

Per onestà culturale dovremmo fare un esame con la nostra coscienza e misurare quant’e’ possibile usare il termometro della nostra onestà, ma i risultati inevitabilmente saranno difficilmente decifrabili per sapere quanto pesa nella bilancia l’onesta’ e la disonestà ma con la logica della sintesi risulterà che  prima o poi purtroppo saremo coinvolti su tutto.

Immaginiamo per un istante che quasi tutti i membri della società civile italiana incolonnati e posizionati in una filiera, di un determinato settore industriale e coloro impiegati a quella determinata filiera di produzione, autonomamente si responsabilizzasse ogni singola persona, tutto il ciclo di lavorazione, funzionerebbe a meraviglia e la produzione sarà migliore. Quindi, il prodotto sarà più valorizzato, meglio apprezzato e agevolmente acquistato..

Osservando la panoramica dello stato attuale della classe dirigenziale, professionale e sociale e di tutti gli imprenditori di vari settori e livelli, ci sono indubbiamente quelli virtuosi responsabili e nell’ambito delle loro facoltà svilupperanno un ottimo lavoro, ma altrettanto ipotizzabile vi siano inclusi anche gli operatori negativi coinvolti nel mondo del lavoro e in tal caso, sono quest’ultimi che danneggeranno lo stato, le istituzioni, il parlamento italiano, le industrie e i piccoli imprenditori nei vari settori produttivi e commerciali.

I politici e governi dovrebbero responsabilizzarsi molto di più, perché chi governa e chi e’ delegato a rappresentare il popolo dovrebbe discutere di nuove idee utili agli imprenditori e alle forze lavoro e il ruolo del politico dovrebbe essere una vocazione equivalente a missione, sofferenza e sacrificio che sono le doti come quelle di un vero sacerdote missionario cristiano destinato a tutelare i fedeli e diffondere la parola di Dio in ogni angolo del Mondo.

Un’invocazione a tutti i politici all’interno del governo e gruppi di parlamentari di maggioranza e d’opposizione, che e giunta l’ora di finirla con roboanti annunci preconfezionati da tutti i partiti. L’Italia ha bisogno di italiani onesti, laboriosi, responsabili e capaci affrontare qualsiasi sacrificio per risanare l’economia e fare ripartire la produttività e nello stesso tempo, virtuosi nello spendere il denaro di provenienza da strutture pubbliche o private. Un rimedio potrebbero essere le opportune strutture atte a formare, istruire ed educare come ci si deve comportare nella società in cui viviamo e puntare diritti su questi obiettivi e investire per ottenere certezze per il presente e un migliore avvenire per le nuove generazioni di italiani.

La situazione politica internazionale, in questo particolare periodo storico e’ preoccupante, quindi maggiore vigilanza agli obiettivi più sensibili in Italia e più controlli ai confini nazionali e garantire la sicurezza a tutti i cittadini italiani e non solo. Vi e’ l’urgenza a promuovere corsi altamente qualificati e la formazione educativa e civile come dovrebbe essere l’italiano destinato a operare nel mondo del lavoro, della politica, e della magistratura, dell’imprenditoria, della scuola e dell’università’, ecc.

Ora e’ il momento di pensare alla nostra Nazione Italia. Quindi, intensificare maggiori controlli a tutte le località italiane e limitare l’immigrazione solo a coloro, qualificati con la dovuta documentazione. Intensificare il controllo  agli immigrati irregolari. Offrire l’assistenza agli immigrati regolari. Facilitare l’ingresso agli immigrati destinati nelle altre Nazioni dell’Unione Europea. Creare nuove iniziative e opportunità di lavoro da destinare a giovani ricercatori italiani, affinché si evitino emigrazioni in altre Nazioni Europee e nel resto del Mondo. Quindi, concludo: che per “cambiare l’Italia sarebbe utile rimodellare gli Italiani.”

Boston, 7 marzo 2015

Michele Frattallone

Presidente del Comitato per gli Italiani nel Mondo, Inc., è componente della Commissione di Esperti nell’Osservatorio dell’Emigrazione italiana nel Mondo (OEIM).
redazione@corrierepl.it

 

Fonte: Il Corriere di Puglia e Lucania nel Mondo CPL
www.corrierepl.it

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