Giovedì 11 febbraio: Webinar su “Professioniste della Sanità. Intelligenze e competenze poco riconosciute”

L’evoluzione dei tempi e quindi della cultura e dell’emancipazione, ma ancora in salita per il raggiungimento di parità e uguaglianza.

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

Ad onor del vero nei confronti delle donne medico i pregiudizi e le differenze culturali non si sono mai estinti, seppur in questi ultimi anni attenuati, infatti, per lungo tempo hanno scalfito il diritto della donna medico di imporsi in modo paritario al collega uomo, a causa dell’impronta maschilista, soprattutto anglosassone venuta meno di fronte alla determinazione e professionalità di molte donne che della Medicina e della Ricerca in laboratorio, ne hanno fatto spesso una ragione di vita. Ma qual è oggi la situazione nel nostro Paese? In buona sostanza cresce il numero delle donne medico ma solo una su dieci fa carriera. Nel 2017, secondo l’Anaao Assomed, le donne medico costituivano il 44% dei 105 mila camici bianchi dipendenti del SSN. Nella fascia di età 40-44 anni le donne erano il 60% del totale dei medici, mentre dopo i 50 anni la prevalenza era maschile, con una rappresentanza di medici uomini tra i 55 e i 59 anni del 64% e dopo i 60 anni del 72%. Ancora oggi, manco a dirlo con decisa obiettività, alle donne in gran parte è preclusa la possibilità di fare carriera: solo 1 su 50 diventa Direttore di Struttura Complessa (S.C.), e 1 su 13 responsabile di Struttura Semplice (S.S.). Anche nelle varie Discipline in cui è più elevata la quota di donne tra i medici, la loro presenza nelle posizioni apicali, sempre secondo i dati del 2017, era molto bassa (Pediatria 10%, Psichiatria 25%, Ginecologia e Ostetricia 17%). Ulteriori conferme, da uno studio di Lenstore, si rileva che l’Italia è uno dei Paesi europei dove è più difficile per una donna riuscire a lavorare in una professione sanitaria a qualsiasi livello; infatti è al 22° posto in classifica rispetto al resto dell’Europa. Meno opportunità si riscontrano in otto Paesi su 30: Malta, Cipro, Bulgaria, Serbia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. La ricerca, prendendo in esame sei parametri (i salari, i giorni di ferie, il numero di donne impiegate, la percentuale di dottoresse, le ore di lavoro, il numero di donne iscritte alla Facoltà di Medicina), ha evidenziato  che i Paesi che danno maggiori opportunità di lavoro sono prevalentemente Francia, Olanda, Finlandia, Slovenia, Danimarca, Regno Unito, Lettonia, Estonia, Spagna e Svezia; mentre l’Italia occupa la parte più bassa della classifica. Notevoli le differenze tra uomini e donne soprattutto nello stipendio: l’uomo medico mediamente guadagna 42.082 euro mentre la donna medico 32.116 euro; inoltre le donne fruiscono qualche giorno in meno di ferie (28 su 30 rispetto ai colleghi maschi), e lavorano di meno (32,8 ore in media contro le 35,9 degli uomini). Una professione che sta diventando sempre più al femminile in considerazione dell’aumento delle iscrizioni alle Facoltà di Medicina e alle specializzazioni; per contro è prevalentemente maschile la presenza nell’organizzazione e nella remunerazione del lavoro e, a tal riguardo, c’è chi sostiene che sarebbe opportuno che le donne medico incrementassero la loro presenza nella Medicina del Territorio, dove vi è carenza e dove sarebbe più facilmente “conciliabile” il loro impegno professionale con quello della famiglia. Queste differenze sono ancora notevoli, nonostante si siano fatti passi avanti, sia dal punto di vista culturale che tecnico-professionale, tant’è che nelle donne medico si riscontrano eccellenti risultati per bravura e disponibilità, una concretezza che va di pari passo con la loro formazione e l’adattamento alle esigenze sia ambito ospedaliero che territoriale. Giovedì 11 febbraio (dalle 17.30 alle 20.30) l’Associazione Italiana Donne Medico (AIDM), ha in programma un incontro (in modalità webinar) sul tema Professioniste della Sanità – Intelligenze e competenze poco riconosciute – Per partecipare alla riunione online collegarsi al link: https://global.gotomeeting.com/join/146829861 – Codice accesso: 146-829-861 – Referente la dottoressa Enrica Ciccarelli.

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