Lascito testamentario: perché è così importante

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Fare testamento è un atto importante, perché garantisce che le volontà siano rispettate anche dopo il decesso e il patrimonio venga distribuito secondo i propri desideri. Con la redazione di un testamento ci si assicura che gli eredi ricevano determinati beni ed è anche possibile sostenere delle cause benefiche, grazie ai cosiddetti lasciti testamentari. Questi ultimi sono, in poche parole, delle disposizioni testamentarie che hanno per oggetto determinati beni oppure una quota del proprio patrimonio, in favore di enti che operano nel cosiddetto terzo settore.

Cos’è un lascito testamentario

Come sopra accennato, quando si parla di lascito testamentario si fa riferimento a una disposizione mortis causa contenuta all’interno di un testamento e che è destinata a un ente no profit. Da un punto di vista strutturale essa può assumere la forma di un legato, pertanto sarà una disposizione avente per oggetto un singolo bene oppure una somma di denaro, oppure una istituzione ereditaria. In quest’ultimo caso l’ente acquisterà non un determinato bene bensì una quota del patrimonio ereditario (compreso i debiti beninteso). In quest’ultimo caso, tra l’altro, l’ente sarà tenuta ad accettare l’eredità con beneficio d’inventario al fine di evitare possibili danni nel caso in cui il valore dei debiti ereditari dovesse essere maggiore di ciò che si è ricevuto. Se cerchi informazioni più dettagliate, rivolgiti a un ente no profit e chiedi in merito al lascito testamentario, cos’è e come funziona.

Come fare un lascito testamentario?

Per fare un lascito testamentario è necessario, ovviamente, redigere un testamento. In altre parole, non è possibile lasciare qualcosa a un ente no profit senza redigere l’atto mortis causa per eccellenza, il testamento appunto. Per far ciò, ci sono diverse modalità, ma quelle principali sono due: il testamento olografo o quello pubblico. Nel primo caso il testatore deve scrivere a mano le sue volontà, ricordandosi di inserire la data e la propria firma in fondo alla scheda. Il testamento olografo può essere redatto senza la presenza del notaio e senza la presenza di due testimoni, al contrario di ciò che impone la legge per il testamento pubblico che va fatto nello studio del pubblico ufficiale, in presenza di due testimoni. Ad ogni modo, entrambe le tipologie di testamento consentono di fare un lascito, indicando l’associazione alla quale devolvere il proprio patrimonio o solo parte di esso. In realtà esiste anche una terza opzione, che di fatto ha caratteristiche intermedie rispetto alle due forme testamentarie sopra citate e descritte. Si tratta del c.d. testamento segreto. È un testamento che viene scritto dal testatore (anche se di fatto può essere redatto anche da un soggetto terzo e dunque senza rispettare il requisito dell’autografia) e ricevuto dal Notaio alla presenza di due testimoni nel rispetto di precisi requisiti formali. Tale testamento è ormai in disuso perché eccessivamente formale e, di fatto, i risultati raggiunti con questo strumento possono essere agevolmente raggiunti anche con il semplice deposito di una scheda olografa presso il proprio Notaio di fiducia.

Cosa inserire nel lascito testamentario

Come accennato in precedenza, è possibile destinare a un ente benefico l’intero patrimonio di cui si dispone, solo una percentuale dello stesso oppure un singolo bene. Nello specifico, è possibile devolvere somme di denaro, beni mobili e immobili, come terreni, appartamenti, preziosi e gioielli. Una delle modalità più diffuse per devolvere delle risorse alle Onlus è la stipula di una polizza vita, indicando l’organizzazione come beneficiaria. Questa soluzione è piuttosto versatile, poiché la polizza vita non rientra nel patrimonio ereditario e può essere destinata completamente alla Onlus scelta. Inoltre, i premi versati sono deducibili dalle tasse ed è possibile cambiare l’indicazione del beneficiario in qualsiasi momento.

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