Duisburg: strage al Love Parade

Diciannove morti e trecentoquaranta feriti: è questo il tragico bilancio dell’ultima edizione del Love Parade, svoltasi sabato scorso a Duisburg, in Germania. Il Love Parade è un festival di musica techno, nato nel 1989 a Berlino e replicato in numerose altre città del mondo, tra cui Roma. Questa manifestazione, a carattere gratuito, richiama ogni anno migliaia di persone, e pare che quest’anno a Duisburg ne fossero presenti circa un milione e mezzo. Una moltitudine non prevista dagli organizzatori. Il festival si svolgeva in una grande spianata all’aperto, raggiungibile solo attraverso un tunnel lungo 200 metri e largo 20. E proprio nei pressi del tunnel si è creata una ressa – probabilmente dovuta a una situazione di panico generale – nella quale diciannove persone hanno perso la vita. La cancelliera tedesca Angela Merkel, nell’esprimere il proprio cordoglio alle famiglie delle vittime, dice che è necessario fare tutto il possibile per assicurarsi che non accada mai più nulla del genere. Le autorità di Duisburg hanno assicurato che faranno di tutto per spiegare le circostanze del dramma. E’ già stata aperta una inchiesta giudiziaria, e ci si chiede se la città fosse in grado di accogliere una tale quantità di gente. L’organizzatore della manifestazione, Rainer Schaller, ha deciso che il Love Parade non si ripeterà mai più perché le prossime edizioni sarebbero inevitabilmente turbate dal ricordo dei tragici fatti di quest’anno. Il sito ufficiale della manifestazione è una pagina listata a lutto: su uno sfondo nero si legge in inglese e tedesco: “Il nostro desiderio di organizzare un felice ritrovo è stato eclissato dai tragici incidenti del 24 luglio 2010. Perciò finisce l’attività del Loveparade. Le nostre sincere condoglianze a tutti i parenti e i nostri pensieri sono per coloro che in questo momento stanno ricevendo delle cure”. Anche il Papa ha espresso profondo dolore per i giovani morti e i loro familiari. Fra le vittime c’è anche una ragazza italiana di 21 anni, Giulia Minola di Brescia.
Veronica Atzei
Nella foto Giulia Minola

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