David di Donatello 2011: Noi Credevamo trionfa senza troppa concorrenza

Non poteva che essere Noi Credevamo di Mario Martone il mattatore della serata al premio David di Donatello 2011, con l’aggiudicazione di ben 7 statuette su 13, tra cui miglior pellicola. Drammatico, in costume e ambientato durante i moti rivoluzionari del 1848, il film vanta un cast stellare che annovera, tra gli altri, Luigi Lo Cascio, Francesca Inaudi, Edoardo Natoli, Toni Servillo, Luca Zingaretti, Fiona Shaw e Luca Barbareschi, ed è un affresco del Risorgimento suddiviso in quattro quadri, con un’articolata riflessione su problemi trascinatisi nel corso della storia dell’Italia repubblicana, fino ai giorni nostri.
Non è certo stato un trionfo honoris causa per via delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità Nazionale, quello di Noi Credevamo: il successo, da tempo nell’aria, era scontato anche a causa dell’assenza di titoli in grado di rivaleggiare con l’ambizioso lungometraggio di Martone. Solo La Nostra Vita di Daniele Lucchetti poteva sperare nell’impresa, dopo la buona accoglienza dello scorso anno a Cannes. Ma ha dovuto accontentarsi di difendere la statuetta, conquistata anche al Festival della Croisette, di migliore attore protagonista a Elio Germano, e incassare quella di miglior regia e miglior fonico di presa diretta.
Altri David sono andati a Basilicata coast to coast (miglior regia esordiente a Rocco Papaleo, migliore musica e migliore canzone originale), 20 Sigarette (miglior produttore e miglior montatore), Nessuno mi può giudicare (miglior attrice Paola Cortellesi), Benvenuti al Sud (miglior attrice non protagonista a Valentina Lodovini) e La Passione ( miglior attore non protagonista a Giuseppe Battiston).
Un’edizione dei David un po’ sottono, dunque, se si pensa che nel 2009 a contendersi le ambite statuette erano stati L’Uomo Che Verrà di Giorgio Diritti, La Prima Cosa Bella di Paolo Virzì, Vincere di Marco Bellocchio, Dieci Inverni di Valerio Mieli, Baarìa di Giuseppe Tornatore, Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek e Baciami Ancora di Gabriele Muccino.
Speriamo che la prossima edizione del Premio risulti più combattuta, considerati anche i tanti titoli italiani di qualità che approderanno al Festival di Cannes nei prossimi giorni.
Andrea Anastasi