Bagheria (Pa): Presentato il libro “Assedio alla toga” di Nino Di Matteo e Loris Mazzetti

di Giusy Chiello
“Assedio alla Toga”, questo il titolo del libro del procuratore Nino Di Matteo e del giornalista Loris Mazzetti, che è stato presentato venerdì scorso alle 17.30 a Bagheria (Pa) a Palazzo Villarosa.
L’evento è stato organizzato da Lions Club Bagheria e dal suo presidente, Elio Mineo, in collaborazione con la Libreria “Interno 95” e con l’Associazione ex alunni del Liceo Classico Francesco Scaduto.
All’incontro sono intervenuti, oltre a Di Matteo, lo scrittore Maurizio Padovano, il magistrato Stanislao Saeli e Rino Cascio (giornalista Rai).
“Ci sono dei momenti in cui non ci si può rassegnare all’andazzo delle cose, alla legge del più forte: bisogna trovare il coraggio di esporsi e denunciare”, questo è quello che Nino Di Matteo ha dichiarato al giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Loris Mazzetti, durante l’intervista che si trova sul volume di cui sopra. Da questa sua dichiarazione si evince il suo desiderio di rompere quel silenzio che ha dovuto mantenere a causa del suo ruolo di pm antimafia. In questo libro, uscito in libreria per Aliberti, appena tre mesi fa, Nino Di Matteo si dice drammaticamente preoccupato per il futuro del paese, in quanto sostiene che il concorso esterno sia fra i maggiori e peggiori sostegni alla mafia, contrapponendosi, così, alle dichiarazioni del procuratore generale della cassazione Iacoviello, che ha dichiarato che il concorso esterno in associazione mafiosa è un reato che non esiste.
«Si parla tanto di recidere i contatti tra mafia e politica; poi, con i fatti, ci si muove in direzione opposta quando (con la scusa della tutela della privacy) si paralizza l’efficacia delle intercettazioni, l’arma più incisiva per scoprire quei contatti e quei rapporti. È aberrante. È necessario continuare ad applicare rigorosamente l’istituto giuridico del concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di chi, non essendo affiliato all’organizzazione, contribuisce consapevolmente e fattivamente al perseguimento degli scopi criminosi della stessa. È necessario continuare a ricorrere a questo strumento giuridico nella consapevolezza che non è vero quello che dicono in malafede coloro i quali sostengono che è un reato che non esiste, inventato dai magistrati». E rivolgendosi in particolare agli studenti di giurisprudenza: «Il concorso esterno in associazione mafiosa costituisce l’estrinsecazione concreta dei principi generali del codice penale in materia di concorso di persone nel reato, e non, come dice qualcuno, un reato inventato dai pm politicizzati. La smettano di dire queste cose, ritrovino un po’ di pudore e cessino di contrapporre ai pm accusati di partigianeria e faziosità, la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che – è bene ricordarlo – furono i primi a ricorrere alla figura del concorso esterno in associazione di tipo mafioso per colpire quella zona grigia che ha sempre costituito la vera forza di Cosa nostra. I politici, i tanti opinionisti e giornalisti al loro servizio, che oggi contrappongono la memoria di Falcone e Borsellino ai magistrati vivi, con l’unico scopo di denigrarli, sono gli stessi che con la medesima violenza verbale attaccavano Giovanni e Paolo prima che la mafia li uccidesse». (Da Nino Di Matteo – Loris Mazzetti, Assedio alla toga, Aliberti editore).
In allegato la videointervista a Nino Di Matteo a cura di Bagheria Channel
Foto: Elisa Martorana