Atleti trapiantati e dializzati a Zagabria nel nome della Sardegna, nel nome della vita
In questi giorni la nostra attenzione è catalizzata dalle Olimpiadi 2012 di Londra, ma questo mese in fatto di sport ha ancora molto da offrire: dal 18 al 25 agosto si svolgerà, infatti, a Zagabria la 7^ edizione dei Campionati europei per trapiantati e dializzati (European transplant and dialysis games – ETDG).
Alla manifestazione parteciperà anche una delegazione di atleti sardi, che è stata ufficialmente presentata alla stampa lo scorso 3 agosto nel corso di una conferenza indetta dal Centro regionale trapianti (CRT) della Sardegna, dall’Associazione sarda nefropatici emodializzati e trapiantati (Asnet) e dall’associazione Prometeo Aitf Onlus, che rappresenta nell’Isola i trapiantati di fegato e pancreas.
“Come dicono i proverbi / e lo dice anche mio zio /mente sana in corpo sano /e adesso son convinto anch’io”, cantava Luca Carboni circa venti anni fa. E come avere un corpo davvero sano senza praticare sport? Di questo ne era convinto il cantautore bolognese, ne siamo convinti tanto io che scrivo quanto voi che leggete (altro discorso è se la convinzione si traduca in fatti …) e di sicuro lo sono i membri di questa “spedizione”. Alcuni perché anche prima di ammalarsi praticavano attività sportiva; altri perché dai medici hanno appreso che anche lo sport è per loro una cura necessaria. Lo ripete spesso, ad esempio, il Dr. Stefano Dedola, che ha alle spalle anni di esperienza nel follow- up del post-trapianto all’ospedale “G.Brotzu”, che è attualmente consulente scientifico della Prometeo Aitf Onlus e che per la sua competenza – oltre che per la grande umanità – è stato scelto come medico del team sardo in partenza per Zagabria: “Lo sport e gli immunosoppressori sono le uniche terapie di cui un trapiantato non può fare a meno per avere una buona qualità di vita.”
E, oltre ad essere un’efficace e piacevole terapia, può diventare un potente strumento di sensibilizzazione, come ha evidenziato il coordinatore del Centro regionale trapianti, prof. Carlo Carcassi: “L’attività sportiva dei trapiantati e dializzati – che ha il pieno sostegno del C.R.T. – può essere un veicolo importante per migliorare la qualità della vita di ogni paziente ed anche per promuovere in maniera originale la donazione, mostrando come dopo un trapianto ricominci una nuova vita”.
In questa importante trasferta gli atleti saranno accompagnati dal dr. Dedola e dai presidenti di Asnet (Giuseppe Canu) e Prometeo Aitf Onlus (Giuseppe Argiolas), che – oltre al nome (entrambi peraltro noti come “Pino”) – hanno in comune pure il fisico tutt’altro che esile, la passione per lo sport, l’entusiasmo e, soprattutto, un grande altruismo.
Ma veniamo ai protagonisti della competizione:
– quando gli mettono davanti la sua bici, nulla può fermare Stefano Caredda: non si è fermato dopo il trapianto e non ha rinunciato a questo impegno nonostante il recente infortunio. Visti gli importanti risultati ottenuti ai World Transplant Games (le Olimpiadi dei trapiantati) di Sidney nel 2009 e di Goteborg nel 2011, si fa fatica a credere che si accontenterà di partecipare agli Europei di Zagabria solo per rappresentare la Prometeo Aitf Onlus;
– Pino Faa, come Caredda, è un trapiantato davvero grintoso. Per contenere la sua energia uno sport solo non basta, per cui gareggerà in ben due discipline: nuoto e ciclismo;
– Nino Satta è un abile tennista che, a quanto pare, ha pure il pallino dell’umorismo. Dializzato in attesa di trapianto, quale miglior testimonial per dimostrare che la malattia ti limita nella misura in cui tu glielo permetti?
– Camilla Serafini da qualche mese è membro del direttivo della Prometeo Aitf Onlus e forse non è azzardato definirla il suo fiore all’occhiello. Non solo perché è giovane, bella e tra le poche donne presenti nell’associazione, ma anche per la sua voglia di fare. Delle testimonianze dei trapiantati proiettate durante lo spettacolo È colpa tua di Francesco Abate la sua colpisce in modo particolare per il grazioso viso, la giovane età e, soprattutto, per le parole cariche di voglia di vivere e di determinazione. Doti confermate dalla sua decisione di cimentarsi con questa importante competizione pur avendo iniziato a praticare il nuoto da relativamente poco tempo. Camilla è l’unica donna della delegazione: come non rivolgerle un “in bocca al lupo” particolarmente sentito?
– ultimo ma solo in ordine alfabetico, il dializzato Walter Uccheddu, che ha alle spalle una bella carrellata di successi ciclistici. Superfluo dire che su di lui si riversano le maggiori aspettative e che in groppa al suo sellino, oltre al suo corpo, monterà anche la sua fame di medaglia.
Per questi cinque atleti e per i loro accompagnatori il viaggio a Zagabria, però, è molto più che una meta “avventurosa”: sulle loro spalle sentono l’onere e l’onore di rappresentare la Sardegna, ma anche – e soprattutto – di rendere un degno omaggio alla vita e a chi (operatori sanitari e donatori) ha permesso loro di riprendere in mano la propria esistenza. Se pensate, però, che faranno de L’importante non è vincere ma partecipare il loro motto, forse siete fuori strada. Pino Argiolas, infatti, se da un lato afferma che “I trapiantati e i dializzati che partecipano ai Campionati europei hanno già vinto con la loro presenza”, dall’altro svela le loro più sincere intenzioni: “Primo scopo promuovere la donazione degli organi, secondo scopo divertirsi partecipando … e se si può, anche vincere una medaglia.”
Che vinca il più forte, dunque. Se poi sarà sardo, o almeno italiano, tanto meglio!
FORZA PARIS!!