Ai Giochi mondiali per i trapiantati di Durban anche tre atleti sardi

di Marcella Onnis

Dal 28 luglio al 4 agosto 2013 si svolgerà a Durban, in Sud Africa, la XIX edizione dei Giochi mondiali per i trapiantati (World Transplant Games – WTG).

Alla manifestazione parteciperanno oltre 1.200 atleti provenienti da circa 55 paesi, compresa l’Italia. La nazionale azzurra sarà guidata dall’Aned onlus (Associazione nazionale dializzati e trapiantati) e includerà tre atleti sardi.

L’Aned è da sempre impegnata a promuovere lo sport tra trapiantati e dializzati, ma in sintonia con il suo operato sono anche le due associazioni sarde Asnet Sardegna onlus e Prometeo Aitf onlus, che rappresentano la prima i nefropatici, gli emodializzati e i trapiantati di rene, mentre la seconda i trapiantati di fegato e pancreas.

Perché questo impegno? Innanzitutto, perché svolgere attività sportiva o motoria è fondamentale per acquisire e mantenere una buona qualità di vita. In secondo luogo, perché – come sostiene il dr Stefano Dedola, ex responsabile del day-hospital del Centro trapianti di fegato di Cagliari e consulente scientifico della Prometeo Aitf onlus – «l’entusiasmo e il dinamismo di una persona che è rinata grazie al trapianto, che è fisicamente riabilitata dopo la malattia, sono la prova evidente della bontà del processo donazione-prelievo-trapianto».

Ma c’è anche un altro motivo per cui i WTG rappresentano un importante appuntamento, non solo per i trapiantati, e a ricordarlo è Giuseppe Argiolas, presidente della Prometeo Aitf onlus: questa manifestazione è il simbolo di quel “grande gesto di solidarietà umana che è uguale a tutte le latitudini del mondo e che permette a tanti di ricominciare a vivere una nuova vita di serenità e di pace”.

Il trio che rappresenterà la Sardegna a Durban è stato presentato ufficialmente ieri mattina a Cagliari, durante una conferenza stampa convocata presso la sede del Centro regionale dei trapianti (CRT): Stefano Caredda, Vladimiro Atzori  e Marina Cotti.

45 anni e trapiantato di fegato, Stefano Caredda ha ormai acquisito una certa fama nell’ambiente sportivo ed è sicuramente uno dei concorrenti più temuti dai suoi colleghi ciclisti. L’atleta di Settimo San Pietro (CA), che è anche il responsabile della Prometeo Sport, è alla sua terza partecipazione ai WTG: nell’edizione del 2009 a Brisbane (Australia) ottenne già dei buoni risultati, ma a consacrarlo campione è stata la partecipazione ai mondiali di Goteborg (Svezia) dove, nel 2011, conquistò la medaglia di bronzo nella gara a cronometro. Quest’anno si cimenterà ancora in tale tipo di prova, sulla distanza di 5 km, e nella gara su strada di 20 km. Lo spirito con cui partirà a Durban non è, tuttavia, quello di chi agli appuntamenti importanti “ci ha fatto il callo”: «Per me è la terza esperienza ai mondiali, ma posso assicurare che la cosa non è affatto “routinaria”, anzi …. ogni volta è un’emozione grandissima presenziare ad una manifestazione come questa dove ci si sente accomunati dalla voglia di manifestare la propria gratitudine per il Dono ricevuto, contribuendo alla sensibilizzazione alla donazione e, al contempo, dando un messaggio di speranza per quei tanti di noi (troppi, purtroppo) che sono ancora in attesa di un trapianto d’organo. C’è poi il piacere di rivedere alcune persone che più di altre mi sono rimaste impresse, come Richard o Zack o Christopher [Smith, Ramadon e Brooks, ndr], coi quali condivido anche la passione per il ciclismo. Non è facile sintetizzare in due parole una riflessione sui WTG e sulla mia partecipazione, certo è che quello che si riceve nell’essere presenti è sicuramente molto di più di quello che  si riesce a dare

Neppure il nuotatore cagliaritano Vladimiro Atzori (53 anni) è un atleta al debutto: ha, infatti, già partecipato a diverse edizioni dei WTG, con buoni piazzamenti nelle finali di stile. Dopo un’interruzione forzata, dovuta a problemi di salute, quest’anno non solo si calerà di nuovo in vasca, ma gareggerà anche nel bowling. Avendo superato ben due trapianti di rene, non saranno certo le sfide in due discipline a spaventarlo.

Alla sua prima esperienza ai mondiali è, invece, Marina Cotti, che è anche presidente dell’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) di Cagliari, la sua città. Trapiantata di rene e pancreas, 48 anni, parteciperà come nuotatrice nei 50 e nei 400 m stile libero. Purtroppo, non potrà, invece, gareggiare nello sport che sin da bambina è la sua passione: lo sci. Con molta modestia minimizza i suoi meriti sportivi e commenta così la sua partecipazione: «Sono una persona soddisfatta e felice della vita e queste gare sportive sono  un’opportunità per socializzare con persone che presumo abbiano lo stesso afflato positivo verso il mondo, verso lo sport e verso gli altri. Tra l’altro in una cornice così diversa dall’Italia, così interessante da visitare e scoprire. Confesso che se non fosse per i campionati, non so se sarei mai andata in Sud Africa.»

Inutile dire che i loro conterranei vorrebbero riaccoglierli trionfanti al ritorno dal Sud Africa. Ma a questo affettuoso e “patriottico” tifo probabilmente risponderebbero ricordando a tutti che, nella vita, hanno già vinto.

 

 

Nella foto (gentilmente fornita dalla Prometeo Aitf Onlus), da sinistra a destra: Giuseppe Argiolas, Stefano Caredda, Carlo Carcassi (responsabile del CRT), Vladimiro Atzori e Pino Canu (presidente dell’Asnet Sardegna)

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