L’angolo della poesia: “Preghiera ai 19 italiani caduti a Nassiriya” di M. F. Esposito

Quella che vi proponiamo oggi è una poesia scritta in ricordo dei giovani militari italiani morti nel 2003 a Nassiriya.

Difficile credere che una missione di pace si possa affidare agli eserciti, difficile considerare tali morti atroci un utile sacrificio, ma queste vite innocenti, precocemente spezzate, meritano sicuramente di essere ricordate ed omaggiate anche in momenti diversi da questo tragico anniversario.

L’autrice della poesia, Maria Francesca Esposito, è nata e vive a San Severo, in Puglia; è casalinga, sposata e madre di tre figli. Questo è il suo unico componimento, nato in modo occasionale.

La presentazione dell’opera ci è stata fornita da suo figlio, Luigi Violano, il quale ha anche inserito questi versi nella sua raccolta di poesie “Tra le righe del tempo”, pubblicata nel 2007:

La poesia è stata scritta da Maria Francesca Esposito il 20 novembre 2003;  lei, per giunta,  non aveva mai scritto poesie prima d’allora. Non si definirebbe mai una poetessa, ha voluto solo rendere omaggio, in ginocchio,  ai soldati-eroi caduti barbaramente nel corso della missione di pace italiana a Nassiriya. Dinanzi a catastrofi come questa –  che, nonostante abbia strappato ed ancora strappi all’Italia giovani vite, forse è stata già dimenticata, essendo la nostra una società consumistica e relativistica – è sempre importante dare, come ha fatto Francesca, un valido contributo di penna per scrivere la storia dei nostri tempi, irrobustire e sviluppare la memoria storica di tutti quei lettori che hanno ed avranno in futuro – visto che la poesia non passa mai di moda – il tempo e la voglia di leggere, ricordare, conservare per sé e/o diffondere queste umili ma pregnanti parole. Il componimento, una preghiera per l’esattezza, è stato scritto esattamente nella notte tra il 19 ed il 20 novembre 2003: l’autrice, come madre, ha voluto immedesimarsi e far suo il grande dolore di quelle madri che hanno perso i loro figli così barbaramente e repentinamente, offrendo loro la propria vicinanza e la propria solidarietà. Il linguaggio usato nei versi è semplice, ma ciò che colpisce maggiormente è la forza, la rilevanza sociale e l’importanza del messaggio dato da questa madre umile, ma tanto vicina a chiunque abbia bisogno di un gesto buono, un sorriso, una carezza.


“Preghiera ai diciannove italiani caduti a Nassiriya”

Vorrei che questo giorno

non volgesse mai al declino

vorrei fosse amore, amore per sempre,

che salisse le scale di ogni cuore

e di ogni creatura

esistente sulla terra.

Vorrei fosse dolore

che lascia traccia

ad ogni suo passaggio;

dolore mai dimenticato,

dolore che strazia

che ricompone ogni uomo

nell’intimo del suo orgoglio

e del suo animo.

Vorrei che voi,

i diciannove angeli di pace

del duemilatre,

siate ricordati per sempre,

per amor di Patria

e per amor di tutti i valori umani

di cui siamo capaci di contenere

nel nostro essere fragili e forti

Vorrei che anche adesso,

in questo momento,

dove il sacrificio che avete affrontato

vi ha portati,

possiate portare ancora

il grande messaggio di pace.

Amen

Vi segnaliamo che lo scorso 16 aprile, per errore, vi abbiamo proposto un testo incompleto della poesia “Solidarietà” di Grazia Finocchiaro. Ci scusiamo con l’autrice e invitiamo voi lettori a leggere l’opera in versione integrale: Solidarietà

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