Prima del declino… Una fossanese si racconta

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Molto tempo fa conobbi una persona (oggi novantaseienne) che per una serie di circostanze ebbi modo di aiutare in alcune faccende burocratiche. Si chiama Zenaide Ferrero Campana, donna di carattere, coerente e soprattutto “combattiva” nel dover affrontare ogni sorta di avversità, e per questo mi fu facile coadiuvarla nel dimostrare le sue ragioni e ottenere il pieno rispetto dei suoi diritti. Attualmente vive in una casa di riposo del cuneese, assistita ed accudita nel migliore dei modi; è ancora lucida e ricorda perfettamente le tappe più significative che hanno segnato la sua esistenza. Nel 1998 ebbe un grande ed unico desiderio: pubblicare la storia della sua famiglia (comprensiva di un completo e dettagliato albero genealogico), affinché i posteri potessero acquisire l’importanza di alcuni valori morali ed etici che erano propri dei suo avi, a suo tempo determinanti per la crescita delle nuove generazioni, ma che oggi sono purtroppo sempre più disattesi… nonostante tutto. A coronamento del suo desiderio, una tipografia si rese disponibile alla stampa di alcune centinaia di copie; un volumetto di oltre 120 pagine che porta la mia prefazione, e che fu presentato nella sede dell’Università della Terza Età di Fossano (Cuneo) alla presenza del sindaco, di uno storiografo, del sottoscritto e di un comune amico avvocato. La pubblicazione, datata 1999, è intitolata “Prima del declino – Una fossanese si racconta…”; e questo è il testo della mia prefazione, che credo utile far conoscere ai lettori.

Molti sostengono che la persona anziana ha l’illusione del ricordo, e che la stessa, che crede di aver rinunziato a tutte le illusioni, si vede spesso (più di una giovane) vivere un’illusione fantastica riguardo al modo in cui si ricorda di se stessa giovinetta, com’era felice e bella allora. Ma non è così per Zenaide Ferrero Campana, oggi ottantatreenne, torinese di nascita ma fossanese di adozione, che con i suoi ricordi ancora vivi e puntuali nella sua mente e nel suo cuore, si fa “portavoce” di un’esistenza vissuta con semplicità pur di fronte ad infiniti travagli d’ogni sorta, rievocando con quest’opera numerosi personaggi ed episodi che hanno segnato, per molti versi, tappe storiche e coinvolgenti vicende di intenso valore umano e culturale.

La ricca discendenza genealogica, paterna e materna, ne sottolinea il valore famigliare di molte generazioni, che le hanno tramandato “messaggi” d’amore e di attaccamento alla Patria all’interno dei lunghi periodi di conflitti bellici e di lente riprese… La severità, l’educazione e l’insegnamento ricevuti dai suoi famigliari sono stati il sostegno dei suoi molteplici ruoli, affrontati con fermezza e “rassegnazione”, pure al centro di un lungo periodo di un’intima storia, ricambiata e vissuta tanto intensamente quanto con trepidazione.

Oggi, dopo tanti lustri tra Torino e Fossano, la signora Zenaide ha voluto rivisitare la casa dove è nata (al terzo piano di un grande appartamento di Torino nella centrale via Sacchi al numero civico 24); un desiderio appagato e non privo di emozione, la stessa che ha sostenuto l’umano desiderio (dettato forse più dalla sua anima che dalla razionalità) di rievocare i propri antenati e la propria vita per lasciare ai posteri estranei al suo casato (è l’ultima sopravvissuta), il segno di un “passaggio” esistenziale perché dopo il suo declino, si possa noi tutti ricordare il valore di una comune esistenza ma soprattutto comprendere che ogni conoscenza per quanto semplice merita di essere avvicinata, ascoltata e, con un po’ di tempo, anche letta sino in fondo”.

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