Tutti pazzi per Luciana Littizzetto anche a Gavoi

Luciana Littizzetto a Gavoi

di Marcella Onnis

2.000 persone: questo il numero di spettatori presenti all’incontro con Luciana Littizzetto sabato 1° luglio 2017 a Gavoi, all’interno del XIV festival L’Isola delle Storie, peraltro al netto dei tanti rimasti fuori dalle inferriate del giardino comunale di Binzadonnia (con l’accento sulla “o”). Un numero inimmaginabile a detta degli stessi organizzatori che – viste anche le nuove disposizioni in materia di sicurezza, adottate dopo i fatti di Torino – hanno dovuto penare non poco per gestire questa folla, di cui parte era già in fila più di due ore prima dell’evento (per la cronaca, in programma per le 16). Certo, se consideriamo che l’ospite tanto atteso non era uno scrittore e che questo è un festival letterario, la cosa fa parecchio pensare… La stessa Littizzetto, del resto, ha esordito chiedendo a Marcello Fois: «Perché mi hai chiamata qui? Io sono un saltimbanco», ma lui, pronto, ha ribattuto: «Tu sei l’intelligenza con la leggerezza. Mica l’intelligenza deve essere sempre pesante». Già, proprio così. Eppure, a fine incontro, c’è stato chi, partito con pregiudizi, si è stupito di scoprirla anche sensibile e profonda. Buongiorno a voi!

Se Domenico Quirico il giorno prima aveva fatto una lezione di giornalismo, Luciana Littizzetto ha regalato al pubblico una lezione di comicità: «Il comico deve prendere dalla realtà le cose di tutti e renderle divertenti. Ascolto molto quello che dicono gli altri: la realtà dà spunti meravigliosi, riserva cose molto più divertenti», affermazione che ha poi avvalorato con una serie di esilaranti e sconcertanti aneddoti.

Marcello Fois è un animale da palcoscenico per cui – pur non funzionando perfettamente come sua spalla – avrebbe anche potuto tener testa alla Litti da solo, invece ha voluto chiamare rinforzi: Diego De Silva, apparso un po’ sacrificato e impacciato in questo ruolo di vice-spalla, e Hamid Ziarati, decisamente più a suo agio e divertito. È De Silva, però, che ha fatto le osservazioni più acute: da «la coppia Littizzetto-Fazio è una tua invenzione» all’annotazione che «nel linguaggio pubblicitario sembra ci sia la tendenza ad abbassare sempre più il livello: tu, individuando qui la stupidità, ci aiuti a pensare». «Deve esserci sempre un approccio amorevole, un margine di sberleffo» ha risposto lei, per poi spiegare che cercare nuove fonti di ispirazione è stata una scelta quasi obbligata perché «oggi tutti s’incazzano»: politici, femministe, ecclesiastici…, tutti dimentichi che «il comico deve essere politicamente scorretto, sennò non fa ridere». Quindi ormai «non puoi più dire niente: o ti prendi in giro da sola…» Al che Fois è intervenuto per sottolineare che «riuscire a ridere di sé è straordinario». «E anche liberatorio» ha aggiunto la Littizzetto.

A suo parere, deve esserci, però, anche un limite invalicabile per la satira: «Non mi piace la comicità che prende in giro qualunque cosa: credo che i confini bisogna metterli. La comicità è una cosa, il rispetto è un’altra». Ragion per cui, ha spiegato, per una scelta precisa non tocca temi come la malattia e la morte, né prende di mira i bambini, che «devono essere protetti; sono una categoria da preservare». E «come mai non parli mai di Dio?» le ha chiesto Ziarati. «È impegnativo. E in tv è rischioso: il giorno dopo ti arrivano lettere di protesta o ammonimenti della Rai» ha risposto lei. Cura dei contenuti, dunque, ma anche della forma: «Devi fare molta attenzione alla scelta delle parole: una parola può scatenare la risata o scatenare polemiche». E, riguardo a queste, Luciana Littizzetto ha rimarcato come un tempo fosse la rete a commentare le notizie diffuse dai giornali, mentre ora sono questi a riprendere le notizie (e le polemiche) create dalla rete.

Luciana Littizzetto a Gavoi«La comicità funziona un po’ come sedativo, soprattutto la tua, che prende in giro le cose che affliggono tutti» ha osservato De Silva, al che lei ha risposto che «abbiamo un fottutissimo bisogno di ridere» e che «si lavora tanto anche a scrivere cavolate». Dopo aver raccontato che tante persone la ringraziano per aver regalato loro un sorriso in momenti difficili, ha poi aggiunto: «Capisci che anche tu puoi essere utile a qualcosa ed è la cosa più bella».

Parlando, infine, dei suoi non facili esordi come attrice e comica, ha dato un consiglio ai giovani: «Bisogna inseguire i propri sogni: l’importante è scoprire questa lampadina. È che oggi i ragazzi fanno fatica; vengono spenti i loro sogni. Mi spiace che vadano all’estero perché qui mancano opportunità». Però, si è raccomandata, «è importante darsi un tempo. Io mi sono detta: “Se ci riesco, bene”. Se hai un minimo di lucidità, capisci se puoi farcela» e, in ogni caso, «se va male, lo sai solo tu».

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