E’ Natale, ma Erode è tornato e uccide ancora gli innocenti

Gesù nella chiesa Luterana di Betlemme Foto Reuters

Non riusciamo a vivere con serenità questo Natale. Del resto come potremmo se, in questo momento, c’è un conflitto armato che mette in atto quotidianamente un genocidio: quello del popolo palestinese. Niente e nessuno ferma i soldati israeliani i quali con la scusa, alla quale ormai non crediamo più, di stanare i terroristi di Hamas, attaccano civili inermi comportandosi come i nazisti. La difesa sacrosanta dello stato di Israele dal feroce attacco di Hamas di cui tutti ormai siamo a conoscenza, ha travalicato e sorpassato ogni limite. I soldati israeliani sparano sui civili che cercano cibo nei camion degli aiuti umanitari, sparano sugli ospedali, sulle scuole, sulle ambulanze, sui medici che cercano di curare i feriti impedendo loro di farlo, arrestano i civili in modo arbitrario, li umiliano e li uccidono senza alcuna remora, prendono d’assalto le moschee e microfoni alla mano cantano le loro preghiere, dileggiando ancora una volta questo popolo stremato che ad oggi conta già 20mila vittime, più della metà delle quali costituite da bambini. Il 40% degli edifici della Striscia di Gaza sono distrutti, non ci sono acqua potabile, cibo, elettricità, scuole. Non c’è vita. Nemmeno quella dei più piccoli, gli indifesi neonati prematuri morti perché le culle termiche non funzionavano e mancava il latte e la possibilità di accudirli in modo decente. Quale Natale potremmo festeggiare? Del resto anche a Betlemme le luci sono spente, non ci sono pellegrini, tutti i negozi sono chiusi e nella chiesa luterana Gesù Bambino è adagiato sulle macerie. Quindi noi di cosa potremmo parlare con i nostri figli in questo giorno di Natale, se non del senso di impotenza che ci attanaglia di fronte a tanto scempio? Uno scempio che disumanizza i 20mila morti e che non vuole finire, malgrado le manifestazioni internazionali, malgrado le parole del papa. Allora ci fermiamo un attimo rivolgendoci ai potenti che sappiamo non ci ascolteranno, ma noi ci proviamo lo stesso, perché il nostro senso di umanità ce lo impone e urliamo: “BASTA!” Vogliamo che questa carneficina finisca che ci sia una risposta ferma e decisa da parte dei nostri governi verso il governo israeliano affinché si riesca a trovare la strada, l’unica e sola, di una pace duratura che consenta al popolo palestinese di esistere come stato indipendente e sovrano. Riflettiamo sulle parole pronunciate nel suo messaggio dal reverendo Dr. Munzer Issac, pastore della Chiesa Evangelica Luterana di Betlemme: “Mentre i figli della nostra gente vengono uccisi, la nostra responsabilità aumenta nel documentare le loro storie e le loro vite, e garantire che non siano trasformati in semplici numeri”. No, in numeri no.

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