Tangentopoli story, il 2001
Nel 1993 il sistema partitico italiano era al collasso. Tramite referendum, i cittadini italiani dissero addio al sistema elettorale proporzionale: la “legge Mattarella” prevedeva ora, per l’elezione dei parlamentari, un sistema misto a vocazione maggioritaria che costrigeva il sistema partitico a una fase di decisa ristrutturazione. Si cominciò a parlare diffusamente di Seconda Repubblica, di “trionfo dei giudici”, di discesa in campo di nuovi soggetti politici (come non citare Silvio Berlusconi) e di accordi bipartisan contro la corruzione.
Se il tema delle tangenti venne derubricato da entrambe le coalizioni a problema secondario dell’agenda politica, si introdussero, al contempo, nuovi strumenti legislativi come la prescrizione dei processi, senza tuttavia dotare la Giustizia di strumenti e riforme utili all’aggiornamento delle indagini giudiziarie. Dal 1996 in poi la magistratura faticherà sempre più a contrastare la corruzione privata, dotata di armi ormai obsolete, e con la stagione delle privatizzazioni si svilupperà un nuovo, capillare sistema di tangenti diffuso su tutto il territorio.
Alcuni casi di corruzione del 2001 rendono bene l’idea di quanto indifferente sia la distribuzione per regioni o per schieramenti politici dei reati. In Valle d’Aosta, ad esempio, il presidente “autonomista” della Regione Augusto Rollandin riesce a farsi eleggere in Senato nonostante la pendenza di procedimenti che gli contestano sprechi per 10 miliardi di lire nel settore del trasporto pubblico. Il fatto che l’interdizione dai pubblici uffici non si applichi al parlamento sarà un fattore decisivo nell’alimentare negli “anni zero” la Tangentopoli story.
Sempre nel corso del 2001, ma nel Lazio, “allarmanti connivenze tra amministratori locali e criminalità” porteranno all’arresto di ben 15 persone con l’accusa di concorso in corruzione. Finiscono a Regina Coeli il direttore generale dell’Arcalgas Enrico Pastina e il consigliere comunale di Pomezia Paolo Ruffini (intercettato mentre conversa con Martinelli, personaggio della criminalità coinvolto in indagini su associazioni a delinquere varie, rapine in banche ed estorsioni), mentre agli arresti domiciliari finisce il presidente del consiglio comunale Roberto Manzi.
Lo scandalo che più colpì l’opinione pubblica nel 2001, tuttavia, fu quello legato all’ospedale delle Molinette, a Torino. Nove infermieri arrestati con l’accusa di aver intascato tangenti milionarie per segnalare alle pompe funebri l’arrivo di salme nelle camere mortuarie delle Molinette, del San Giovanni Bosco e del Martini. Negli anni a seguire le Molinette saranno sconvolte da ben più gravi scandali.
Tra tutti questi avvenimenti del 2001, c’è da registrare anche una importante tappa del cosiddetto “Lodo Mondadori”. Silvio Berlusconi era accusato di aver pagato i giudici di Roma per ottenere una decisione in suo favore: nel giugno 2001 la Corte d’Appello decide che per Berlusconi è ipotizzabile il reato di corruzione semplice, e non quello di concorso in corruzione in atti giudiziari; concesse le attenuanti generiche, il reato sarà dunque prescritto perché risalente al 1991.
Andrea Anastasi