Quando la scienza medica “ospita” l’arte e la cultura

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Emozioni e ricordi di un vissuto, ma anche elevazione a catarsi per l’espressione artistica

È forse inusuale che in un congresso medico-scientifico si inserisca una Sessione (sia pur di breve durata) dedicata alla cultura e all’arte, come è stato fatto al XX congresso della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica (SIMSI), tenutosi in questi giorni a Torino.  A mio parere è stata una “intelligente” iniziativa e al tempo stesso una piacevole “parentesi” dell’appuntamento subalpino, ideata e voluta dal dottor Lidio Maffi (responsabile del Centro torinese di Terapia Iperbarica), che tra l’altro ha presieduto il congresso. In questo caso la proposta culturale ha visto ospiti Anita Siletto e Mariano Marmo, due autori di una propria pubblicazione dal tema diverso ma accomunati dall’intento di far conoscere, trasmettere e lasciar qualcosa…

La pubblicazione della torinese Siletto, dal titolo “Avanti tutta. Emozioni e ricordi di un trapianto”, è il racconto semplice e discorsivo della sua esperienza di trapiantata di fegato poco più di due anni fa a Torino (dal prof. Mauro Salizzoni) e, attraverso la minuta descrizione del suo “iter” clinico”, si evince il fatto che ogni qualvolta si affronta il problema donazioni e trapianti d’organo a scopo terapeutico, il coinvolgimento non è solo emotivo ma anche partecipativo in quanto il nostro pensiero è rivolto verso chi soffre, ricorrendo alle prestazioni degli operatori sanitari e alla generosità del prossimo… E anche quando la “meta” è raggiunta  l’animo è ancora inquieto e inappagato, ecco che allora  affiora il desiderio-necessità di riconoscenza per aver avuto il dono a “prezzo di una vita”, sino a incorrere in quello spasmodico voler conoscere l’identità del donatore, magari solo per ringraziarlo attraverso il contatto con i suoi famigliari che hanno dato il consenso all’espianto dell’organo. È la cosiddetta “sindrome del segugio” che in realtà coinvolge di più il congiunto (sovente una madre) del donatore in quanto è assalito dall’incontenibile desiderio di voler “inseguire” gli organi delle persone che hanno beneficiato.

Ma ciò, secondo i nostri criteri di legge non  è possibile, e allora perché non raccontare e soprattutto divulgare la propria esperienza? «Ho cominciato a scrivere brevi frasi – ha spiegato – e dopo alcuni mesi di silenzio, tutto ha preso forma in poche settimane. Come un fiume in piena, ero travolta dalle emozioni e più scrivevo più era forte il mio desiderio che l’esperienza vissuta rimanesse impressa nella carta e non solo nella mia mente e nel mio cuore. Vorrei che i miei “appunti di viaggio” potessero aiutare coloro che devono affrontare questa esperienza o qualunque altra difficile prova della vita… E possibilmente poter sensibilizzare le persone alla donazione degli organi: oggi, i tempi di attesa per un trapianto sono ancora lunghi e c’è ancora molto da fare nel nostro Paese a questo riguardo”.

Scorrendo le pagine l’autrice manifesta anche una “saggezza del dopo” in cui stupore, fede e volontà di vivere hanno avuto un ruolo determinante avvalorato dalla professionalità di quelli che lei chiama “angeli custodi” e quasi amici (volontari compresi) che le hanno somministrato non solo i farmaci ma anche la “terapia dell’animo”. Una profonda e toccante testimonianza di emozioni e ricordi ma anche, se non soprattutto, riflessioni interiori che richiamano le convinzioni dell’antropologo francese Marcel Maus (1872-1950), il quale vedeva il “dono” come un legame fra anime che vincola le due parti. Un vincolo che, a mio avviso, rispecchia il valore etico dell’azione umana… senza condizioni, ad eccezione dell’ottimismo e della speranza perché, come conclude la Siletto: «… bisogna sempre “tenere duro”, non smettere di sperare, non smettere di sognare, e andare sempre “avanti tutta!».

Ma anche l’Arte merita indubbiamente il suo spazio con la presentazione del volume “Caravaggio. Ho scritto il mio nome nel sangue, la vita, la fuga, la morte, il mistero, il genio” di Mariano Marmo, medico (e giornalista) di Napoli che svolge la sua attività presso il Centro di Terapia Iperbarica all’ospedale Cardarelli. Entrare nel merito delle biografie è sempre una buona occasione per approfondire aspetti e nozioni che sino a quel momento non si conoscevano, o si conoscevano poco, come il meticoloso e personale lavoro  di indagine sulla vita e le opere di Michelangelo Merisi (1571-1610), detto appunto il Caravaggio. L’autore ha focalizzato sin dalla sua più tenera età il nome del personaggio-artista milanese, le cui maggiori opere sono state ospitate a Napoli nei propri musei. «È difficile se non impossibile – ha sottolineato lo scrittore e divulgatore scientifico – ammirare le opere di Caravaggio senza calarle nel loro tempo, farle oggetto della stessa ammirazione, ma anche del medesimo dileggio con le quali furono accolte dai contemporanei. Ecco la necessità di associare la visione dei dipinti con la biografia di Michelangelo».

Una visione dei  capolavori (sono 16 in appendice al libro) che l’autore ha illustrato con ricchezza di commenti e di questo, a dir poco, irrequieto personaggio Cinquecentesco, vissuto tra mille avventure e disavventure nell’Italia oscura e violenta della Controriforma, che per il dottor Marmo il tutto rappresenta una sorta di catarsi artistico-emozionale dopo essersi immerso con meticolosa analisi nel vissuto umano ed artistico del Caravaggio, lasciando però inesplorati alcuni enigmi ai quali né il lettore e né il tempo potranno rispondere… «Michelangelo Merisi – ha concluso lo scrittore partenopeo – resta un uomo che non ebbe paura di vivere sino in fondo la sua esistenza bruciante, quasi come una sfida (per certi versi dolorosa e letale) che ancora oggi ci inquieta mettendo in discussione tante certezze». Ma forse proprio queste inquietudini e incertezze rilevate dal dott. Marmo, come pure l’invito all’ottimismo e alla speranza di Siletto, hanno dato (a loro insaputa) un “valore aggiunto” alla manifestazione scientifica del congresso: una piccola goccia di saggezza nel vasto e sempre più profondo oceano della scienza medica.



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