Politica: manovra, l’ultima barzelletta
Vite vicine, senza dubbio, ma occhi che guardano orizzonti diversi, quelli dei paesi membri dell’Unione Europea. I paragoni, si sa, sono tutti odiosi, ma nei talk show televisivi invernali, i politici ne hanno abusato per spiegare ai cittadini quanto stava bene l’Italia.
Gli onorevoli leghisti citavano la Germania quale esempio di stadio perfetto del federalismo fiscale, senza mai ricordare che dieci anni fa la ricchissima Germania Ovest decise di accollarsi i ritardi della fatiscente e indebitata Germania Est. Come l’Italia, la Germania ha accusato nel 2009 un crollo del PIL a -5%, azzerandolo prontamente nel biennio successivo: 3,6% nel 2010 e 2,3% nel 2011. Oggi la Germania unita è l’indiscussa locomotiva d’Europa, grazie a una ripresa tra le più vigorose al mondo, alimentata anche da quella parte del paese cui è stato permesso di colmare i ritardi.
L’Italia, invece, è cresciuta solo di un punto percentuale nel 2010 e salirà faticosamente di un altro punto nel 2011, ma la ‘questione meridionale’ si trascinerà ancora chissà per quanto tempo, ignorata anche dall’ennesima finanziaria in via di approvazione.
Gli onorevoli di centrodestra, nel frattempo, si sono occupati di priorità ad personam: media e giustizia. Guardando a ciò che sta accadendo in Inghilterra in questi giorni, dove i giornalisti d’assalto di News Corporation hanno intercettato illegalmente l’ex premier inglese Gordon Brown per dieci anni sbattendo in prima pagina anche le indiscrezioni sulle malattie di un suo figlio appena nato, magari oggi la ‘maggioranza’ italiana potrebbe riconoscere apprezzamento ai vari Santoro, Travaglio, o alle procure sovversive, per un fair play, rispetto ai colleghi del Regno Unito, che in altri tempi avremmo definito britannico.
Quelli di centrosinistra, infine, incassate le vittorie alle amministrative e ai referendum, non hanno saputo o voluto portare un attacco finale al Governo Berlusconi, celandosi dietro l’appello all’unità nazionale del presidente Giorgio Napolitano. Italia a rischio Grecia, gridano infatti i mercati, anche se la Grecia è già andata a elezioni, ha intrapreso una seria lotta alla corruzione, ha varato una manovra da 70 miliardi e ha il paracadute dell’Europa a ripararla dal rischio deficit, con 12 miliardi di euro arrivati da poco nelle casse di Atene.
L’Italia, a differenza della Grecia, deve ancora approvare la sua manovra da 40 miliardi; il primo firmatario della manovra, il Ministro dell’Economia Tremonti, è indebolito dalla richiesta di autorizzazione alla Camera all’arresto del suo braccio destro, Marco Milanese, accusato di associazione a delinquere e corruzione. Il Primo Ministro Silvio Berlusconi secondo la ‘sentenza Mondadori’ ha corrotto il giudice di un lodo arbitrale e sta già risarcendo alla Cir 550 milioni di euro; l’Europa ha detto a chiare lettere che non potrà aiutare l’Italia in caso di crack finanziario.
Forse all’opposizione basta e avanza che il Premier non abbia più voglia di raccontare barzellette ai vertici internazionali, ma quella dell’unità nazionale rischia di suonare come una nuova, ultima, tardiva barzelletta raccontata agli italiani.
Andrea Anastasi
grande Andrea! quando si tratta di mettere le mani nelle tasche degli altri – chissà perché – i politici si trovano tutti d’accordo …