Perché leggere “Falli soffrire” di Shelly Argov

Fino a non molto tempo fa, sentir parlare di self-help mi provocava un sorrisetto sarcastico. “Americanate”, pensavo. Poi ho iniziato a leggere Federica Bosco ed ho abbandonato un po’ del mio scetticismo. “Il self-help all’italiana, tutto sommato, non è male”, mi sono detta. Ora che ho letto Falli soffrire – Gli uomini preferiscono le stronze di Sherry Argov posso dire che il self-help made in Usa è sì un’americanata, ma a volte ci azzecca ed è pure divertente.

Innanzitutto, cos’è una “stronza”? L’autrice ne offre due sintetiche definizioni: una stronza «non è una donna che parla con un tono di voce aspro. Non è una donna caustica o volgare. È cortese ma chiara.»; «stronza (s.f.): una donna che non sbatte la testa contro il muro perché è ossessionata dall’opinione di chicchessia […]. Capisce che chi non la approva è solo una persona con le proprie opinioni […]. Non cerca di adeguarsi agli standard di nessun altro, solo ai propri.». Ancora, ci dice che «secondo qualcuno la parola deriva dall’acronimo della seguente definizione: Signora Totalmente Realizzata, Orgogliosa, Non-Zerbino, Autonoma».

La maggiore attrattiva di questo libro è senz’altro l’umorismo: il processo con cui chi legge prende man mano coscienza degli errori commessi nel gestire una relazione si sviluppa tra una risata e l’altra; la cosiddetta “brava ragazza” (opposto della “stronza”) è spronata a prendersi in giro da sé e a partire da questo punto per cambiare radicalmente atteggiamento. Non a caso, l’umorismo e l’autoironia sono elencati tra le principali armi di seduzione di cui dispone una vera stronza.

Provando a sintetizzare il contenuto di Falli soffrire si potrebbe dire che esso è, innanzitutto, un no al femminismo oltranzista («[…] un uomo come si deve vuole una d-o-n-n-a. Essere una stronza non significa perdere la femminilità. E non significa neppure tentare smaccatamente di portare i pantaloni. Significa solo non permettere a nessuno di calpestarti.») come alla paura di invecchiare e alla bellezza artificiale, quella bellezza stereotipata che i media spacciano come ciò che gli uomini desiderano ma che – udite, udite – non è sicuramente ciò che li fa innamorare. In linea con i consigli di donne con la D maiuscola come Eve Ensler, questo libro è un invito all’autodeterminazione e all’indipendenza, in primis a quella economica. La stronza è una donna che vive bene perché non ha bisogno di un uomo a tutti i costi, perché si preoccupa di avere sempre un margine di scelta, perché coltiva i propri spazi, perché non permette a nessuno di calpestare la sua dignità né di decidere per lei.

La validità della tesi generale sostenuta trova, peraltro, conferma nel fatto che l’opera s basi anche su interviste condotte dalla Argov con uomini di tutte le età.

Ovviamente, non tutte le opinioni da lei esposte sono condivisibili, anche perché generalizzare troppo induce sempre in errore. Ad esempio, non è solo per gli uomini che «la strada che conduce alla destinazione finale è la parte più divertente»: è così pure per molte donne. Anche loro, infatti, proprio come il sesso opposto, in generale non amano le cose troppo facili. Non a caso il detto dice che in amor vince chi fugge.

Ciò che si legge in queste pagine va, inoltre, contestualizzato. Non è pensabile, infatti, applicare alla lettera nel nostro Paese i consigli sull’atteggiamento che la donna deve tenere in cucina: per buona parte degli italiani, soprattutto nel Meridione, il cibo è sacro, dunque, per questi uomini un piatto scadente apparirà tale anche se a proporlo fosse una vera stronza, ossia la donna dei loro sogni.

Unico vero neo, comunque, è la poca organicità del contenuto: gli stessi concetti vengono ripetuti più volte in contesti parzialmente diversi.

Da tenere sempre a mente è lo spirito con cui le 100 regole del fascino esposte  devono essere applicate. La stessa autrice ammonisce le sue lettrici: «[…] non usate le informazioni per lavorare più duramente nel tentativo di compiacere il vostro uomo. Invece che cercare di soddisfare lui, impegnatevi per appagare voi stesse … perché alla fine solo così riuscirete davvero a compiacerlo.» Esattamente come SOS Amore di Federica Bosco, questo libro dimostra, infatti, che prima di pensare a farsi amare dagli altri, occorre imparare a voler bene a se stessi.

Una lettura ideale da leggere sotto l’ombrellone: in gran segreto per le single in cerca di una relazione stabile; anche in coppia (per farsi un paio di risate e prendersi in giro a vicenda) per chi ha già un rapporto consolidato.

Peraltro, Falli soffrire può risultare utile anche agli uomini in quanto alcune delle regole enunciate hanno validità universale, sono per così dire bisex. Una fra tutte: «Nessuno dice la verità su di sé, perciò ciò che conta davvero è quello che le persone mostrano con le proprie azioni».

Marcella Onnis

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