D’estate, si sa, la televisione non offre granché di interessante e da anni mi chiedo – come tanti altri italiani – perché paghiamo un canone annuale alla Rai, se questa fornisce un servizio decente per non più di nove mesi all’anno. Tra l’altro, con tutta la pubblicità che trasmette, c’è da chiedersi perché ancora esiga i nostri soldi, per giunta per offrirci programmi non sempre all’altezza delle tv private e solo raramente di qualità superiori a questi.

In ogni caso, quest’anno sono state e sono tutt’ora proprio le reti pubbliche, anche grazie a quel flagello dell’umanità che è il digitale terrestre (e quanto mi secca ammetterlo!), a regalarci delle belle chicche attraverso strisce quotidiane come Dadada (versione evoluta di Supervarietà), speciali come Minissima 2010 o canali come Rai Extra e Rai Storia.

Possiamo quindi rivedere grandi personaggi che, per motivi diversi, non vediamo più o quasi più sul grande schermo: Walter Chiari, Franca Valeri, Corrado, Gabriella Ferri, Aldo Fabrizi, Monica Vitti, Nino Manfredi, Mia Martini, Gino Bramieri e chi più ne ha più ne metta.

Possiamo renderci conto di quanto la nostra memoria sia corta ed ingannevole perché, diversamente da quello che ricordavamo, Eros Ramazzotti non ha sempre cantato con quella voce così nasale, Pippo Baudo è stato giovane, Edoardo Vianello ha avuto i capelli, Francesco Renga aveva la chioma lunga ed era inguardabile …

E possiamo avere la conferma del fatto che l’attuale panorama musicale italiano (e non solo) ha poco di nuovo da offrire quanto a melodie, timbri e personalità, che c’è tanto di già visto e sentito. Provate, ad esempio, ad ascoltare qualche album di Rino Gaetano e vi renderete conto che Daniele Silvestri, Pierdavide Carone di Amici e Tricarico, per quanto interessanti, non sono poi così innovativi. Non solo: anche in fatto di comicità c’è poco di nuovo sotto il sole. Nei monologhi, nelle macchiette e nelle gag di ieri si ritrova tantissimo dei vari artisti che oggi si alternano su palcoscenici televisivi quali Zelig, Colorado o il meno brillante Aria fresca.

Qualche volta, poi, questi canali e trasmissioni ci mostrano spaccati della società del tempo, a volte così diversa da quella di oggi (giovani piuttosto supponenti che, però, avevano un elevato livello di cultura e una matura coscienza politica; bambini che parlavano un italiano molto più corretto rispetto a buona parte dei loro coetanei degli anni Duemila …), a volte spaventosamente uguale (politici deboli che se la prendono con la stampa, alte sfere del potere che tremano a causa di scandali immobiliari …). E in entrambi i casi il pubblico ha tanto su cui riflettere.

Insomma, una volta tanto lo possiamo dire: grazie, mamma Rai!

Marcella Onnis

3 thoughts on “Grazie, mamma Rai!

  1. veramente Renga con quei capelli stava benissimo per TE era inguardabile…
    a me mancano quei riccioloni…

  2. Sono d’accordo con Kuky, prima Renga era molto più sexy……..
    Per quanto riguarda la Rai, la storia del canone è veramente una pagliacciata…..

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