Lettera aperta al Comitato politico-gestionale per i Lea e il Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi

(Idealmente a nome di tutti gli aventi diritto e potenzialmente parti lese)

Come tutti i cittadini italiani, ma soprattutto come Persona che vive e vuole vivere in “vera” democrazia, in particolare a fronte delle notevoli inadempienze del SSN, idealmente a nome di tutti mi rivolgo a lor Signori affinché prendano atto che non si può continuare ad eludere (si noti il non virgolettato) i diritti dei malati e dei disabili, nonostante le favorevoli vigenti Leggi e relative normative al seguito. Oltre ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che comprendono una serie di beni, servizi e/o prestazioni in essi contenuti ed eventualmente anche  quelli da inserire, non meno importante è pure quello relativo al Nomenclatore Tariffario degli Ausili e delle Protesi, un lungo elenco che andrebbe a soddisfare le esigenze degli aventi diritto. Per quest’ultimo caso è quanto meno deplorevole aver tergiversato sino ad oggi e per oltre 23 anni nell’aggiornare il suddetto Nomenclatore, una lunga attesa che sta penalizzando molti invalidi in quanto le relative prestazioni non vengono totalmente autorizzate dalle rispettive Asl per l’aspetto finanziario, e questo perché il mancato aggiornamento delle tariffe non soddisfa le reali esigenze degli Enti erogatori convenzionati e/o accreditati con le Asl di residenza. Questa realtà è una ignominia (e non è un eufemismo) che mette in luce insolvenze istituzionali, che avranno sì carattere politico alla fonte, ma nello stesso tempo determinate responsabilità nei confronti di chi è affetto da una disabilità, sia essa grave o meno. Quando una condizione patologica viene accertata e avente come conseguenza una invalidità permanente, oltre a necessitare di eventuali ausili e/o protesi, è un atto medico ufficiale e al tempo stesso giuridico incontrovertibili, come incontrovertibili sono le esigenze di prestazioni atte a correggere o limitare lo stato invalidante che, nella maggior parte dei casi, ha pure funzione di prevenzione secondaria. Ma è evidente che la classe politica dominante si avvale del “dovere” di gestire il problema secondo le disponibilità finanziarie decise a monte, ma non è dato a sapere al comune cittadino, e tanto meno agli interessati, l’entità della stessa e con quale criterio viene ripartita; così come non è dato a sapere per quali ragioni non si rispetta il periodo di due-tre anni per aggiornare il suddetto Nomenclatore. É pur vero che i cittadini in genere si lamentano e raramente qualcuno vorrebbe “vederci chiaro”, ma di fatto nulla accade in tal senso e gli aventi diritto ad una prestazione restano in passiva attesa…, magari anche con qualche conseguenza. Dovete inoltre considerare, come dovrebbe essere noto alla popolazione interessata, che le convenzioni degli Enti erogatori privati (officine ortopediche, farmacie, etc.) con le Asl sono in genere facoltative e, se per assurdo, queste venissero sospese od annullate tutti gli aventi diritto ad un ausilio, una ortesi e/o protesi sarebbero costretti a pagarseli di tasca propria. Insomma, un dramma nel dramma che costituisce una ulteriore pezza negativa al già penalizzato SSN, peraltro aggravato anche da riprovevoli episodi di infedeltà come quelli relativi al fenomeno dei falsi invalidi, che in questi ultimi decenni pare essere stati alcune migliaia, e a farne le spese sono stati e sono i veri invalidi realmente accertati. Dunque, a chi imputare la responsabilità di questo “malaffare”? Ovviamente ad un sistema politico che è fatto di persone, dal canto mio non individuabili, mentre palese e individuabile è il fatto che l’inosservanza di cui sopra si palesa in un reato di mancata assistenza (e in taluni casi anche di omissione), anche perché non sta scritto da nessuna parte che in attesa dell’aggiornamento del Nomenclatore, l’eventuale ulteriore spesa di un presidio debba essere a carico dell’invalido fruitore; inoltre si verrebbe meno al secondo capoverso dell’art. 3 della Costituzione. In buona sostanza, chiunque siano i componenti del suddetto Comitato resta il fatto che così procedendo, non solo avremo un incremento di invalidi per cause reali e “non volute”, ma di altrettanti aggravati per mancata assistenza e prevenzione secondaria. Se poi tiriamo in ballo il mancato rispetto della dignità della Persona, dovrei aprire un capitolo a parte e fare appello al sommo Dante affinché possa valutare in quale Girone inserirvi. Ledere la dignità umana non è certo la migliore azione da compiere per “imporre” il proprio “essere” o la propria politica. Ciò implica il dovere di una riflessione sulle proprie considerazioni verso una persona od un evento, anche se tale atto richiede un tempo che talvolta va oltre il limite della propria esistenza. Un’ultima osservazione che dovreste considerare. Secondo il principio giuridico e la ratio, quando una legge o una norma (ma non consuetudine) sono in vigore, si deduce che debbano essere rispettate; ma se determinati diritti e doveri sanciti per legge o norme procedurali non vengono rispettati dalla P.A., le stesse dovrebbero essere abrogate, o modificate… per essere applicate.

Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

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