L’angolo di Full: Il “lovcost”

louvre

louvreIl “lovcost”

Nella mia vita ho fatto solo due gite organizzate all’estero.
C’è una tipa che fa la guida, parla le lingue e sa tutto di cechìn, di imbarchi, di otèl e di monumenti. Basta andarci dietro che giri il mondo in lovcost che spenderesti di più una settimana a Rimini.

E’ difficile perdersi perché quando sei in mezzo a una piazza a guardare la chiesa e lo belisco, la guida ogni tanto solleva in alto un ombrello chiuso e tu segui quello. Ogni guida c’ha il suo colore di ombrello per non finire con una comitiva di Torino, tu che sei di Livorno.
Una volta abbiamo guardato la piramide di vetro del Luvr, solo dal di fuori per via del lovcost. Pioveva e la guida ha alzato l’ombrello aperto nella piazza piena di ombrelli. Io ho seguito quello giallo e sono finito in casa di una smortina e me la sono pure fatta.

Adesso ci convivo. Andiamo d’accordo perché il francese non lo capisco e le ho fatto credere che sono inglese tanto per gasarmi un po’. Mi basta dire ailaviù a letto. Per campare infiliamo perline e lustrini per una butiq di paiett.
Però nessuno mi capisce quando parlo e non c’ho idea di come fare per tornarmene a casa.

fulvio mussoOgni tanto vado da solo in quella piazza con la piramide di vetro. Metti che ritrovo l’ombrello giallo giusto. Mentre che guardo, c’ho sempre la faccia bagnata anche se non piove.
Per rincuorarmi penso alla mia amica smortina: so che va di nascosto in plas Pigal e alla torre Efeil. Lei è greca e, da un anno ormai, cerca un ombrello a righe verdi.

Fulvio Musso

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