Chi la dura la vince: la favola moderna di Davide Costa e del suo software Sardu
Davide Costa ha 44 anni, vive a Sanluri (VS), fa il rappresentante di vini e liquori ma si interessa di informatica. È proprio per via di questa passione che un giorno incrocia nel mondo virtuale un blogger malese che in una sua recensione sui “rescue disks” racconta di non essere riuscito a fonderne due in un unico dvd. Per Davide nasce una sfida personale. Lavora intensamente per mesi, testa diverse soluzioni e alla fine, nonostante lo scetticismo di chi riteneva l’impresa superiore alle sue possibilità, riesce dove il malese ha fallito. Nasce così Sardu (acronimo di Shardana Antivirus Rescue Disk Utility), software multilingue in grado di produrre una periferica DVD o USB che contenga (cito dal sito del programma, www.sarducd.it) “tutto l’occorrente per rimuovere virus, risolvere altri problemi, testare hardware, installare il sistema operativo su un pc, notebook o netbook”. Ad oggi Sardu ha una diffusione di oltre 2 milioni di copie in oltre 200 nazioni, anche se nella sua Sardegna in molti continuano ad ignorarne l’esistenza.
L’omonimia rende fin troppo facile parlare di un novello Davide contro Golia, ma la vicenda di questo giovane sanlurese ha effettivamente qualcosa di epico. È una favola moderna che non richiede l’intervento di un narratore per comprenderne la morale: chi la dura la vince. A noi le favole piacciono, ma soprattutto ci piacciono le persone tenaci, per cui non potevamo certo resistere alla tentazione di incontrare il protagonista di questa bella storia.
Davide, puoi spiegare ai non addetti ai lavori perché il tuo software è così innovativo ed utile?
Sino a qualche anno fa, i tecnici informatici e gli appassionati per effettuare la manutenzione dei PC dovevano portarsi dietro una valigia piena di CD/DVD contenenti dischi antivirus, di recupero, di installazione e le varie utilities. Gli smanettoni, dopo giornate di lavori, riuscivano a mettere alcuni di questi strumenti in un unico supporto. Era una “cosa elitaria” di cui si discuteva in due o tre forum al mondo. Parlo del 2009. SARDU ha reso alla portata di tutti la possibilità di avere tali strumenti in pochissimi minuti e, con poche conoscenze informatiche, con pochi click, in un unico supporto USB o DVD. Si possono avere tutti gli strumenti necessari in una penna USB. Nell’ultimo periodo c’è stato un boom delle vendite dei netbook. Questi vengono venduti senza lettore CD/DVD. Con SARDU si possono integrare nella singola penna USB le installazioni di tutti i Windows XP, Vista o Seven. In poche parole con SARDU, avendone le capacità tecniche, si può fare il 100% della manutenzione ordinaria e straordinaria di un PC.
Sardu è acquistabile gratuitamente: come mai hai deciso di rinunciare ad un cospicuo e sicuro guadagno?
Le gratificazioni non avvengono solo con i soldi, anzi. SARDU è nato nel periodo più duro della mia vita. Mia moglie mesi in ospedale, una bambina desiderata da undici anni in arrivo… i medici che con poco tatto dicevano qualcosa di molto preoccupante (poi rivelato tutto infondato)… Ho impegnato tutte le mie forze nel PC per creare SARDU. Non avevo mai programmato. Mi ha aiutato a “non uscire di testa”. Il fatto che in tutto il mondo centinaia di migliaia di persone, quando usano SARDU, avviino il computer con la Sardegna come sfondo o che nei loro PC sventolino i quattro mori è un’altra soddisfazione non quantificabile.
“Antivirus Rescue Disk Utility” descrive la funzione del tuo software, mentre “Shardana” è l’elemento, per così dire, personale: è solo un omaggio all’archeologia, di cui sei appassionato, o è qualcosa di più?
Da sempre ho un amore morboso per la mia terra, amo l’archeologia, i nuraghes. Mi piace studiare la storia degli Shardana, compro tutti i libri che mi capitano sotto mano sull’argomento. Trovo ingiusto che tutti noi sappiamo chi erano gli egiziani e più o meno cosa fossero le piramidi. Trovo scandaloso che noi sardi, noi italiani non sappiamo chi erano gli Shardana e cosa siano i nuraghes. Stiamo parlando di un popolo contemporaneo agli egiziani, che non aveva niente da invidiare loro, che semplicemente erano i più grandi navigatori del Mediterraneo. Maestri nel fondere bronzo e padroni dell’oro nero del tempo: l’ossidiana. Costruire un nuraghe era sicuramente molto più difficile che costruire una piramide. Percentuale di vuoto maggiore, forma tronco conica… Io volevo e vorrei rendere loro l’onore che la storia gli ha negato. Farli conoscere in tutto il mondo. Il giorno che SARDU è stato lanciato dal sito malese… nella mia pagina facebook ho scritto la frase “da oggi gli Shardana hanno ripreso a navigare alla conquista del mondo”.
Le tecnologie semplificano la vita, ma ogni tanto, al contrario, ce la complicano, no? Penso, ad esempio, al black out del sistema telematico delle Poste che, la scorsa settimana, ha creato scompiglio in tutta l’Isola.
Una futura guerra mondiale probabilmente non si combatterebbe con le armi ma con la “Tecnologia”. Eventuali hacker terrebbero gli aerei e tutto il sistema fermo a terra bloccando le connessioni. L’incidente delle Poste ci deve fare pensare che la tecnologia è importante ma bisogna sempre avere un opzione B. Bisognerebbe spendere in formazione e sicurezza cosa che non avviene.
Visto che siamo in tema di informatica non può mancare una domanda su Steve Jobs. Pur concordando sulla sua genialità, per i più ha avuto il merito di rompere gli schemi del conformismo, mentre per alcuni ha semplicemente spazzato via delle tendenze e degli standard per imporne, di fatto, di nuovi (prima la moda dell’iPod, poi dell’iPhone quindi dell’iPad): tu a quale scuola di pensiero appartieni?
Steve Jobs era un genio, uno che si è messo in discussione più volte e ha dimostrato al mondo intero che aveva sempre ragione lui. Era uno sempre avanti e che è riuscito a fare diventare i suoi prodotti moda, tendenza. Hanno sempre avuto un prezzo a mio modo di vedere sproporzionato. Non capisco e non sopporto il fatto che un utente non si possa installare Mac OS X nel proprio PC come fa con Linux o Windows. Hanno fatto tanto nei confronti di Microsoft e secondo me stanno facendo poco in questo campo. A me piace il software freeware e uno scambio di conoscenze. Trovo pericolose le posizioni dominanti quali Microsoft nei sistemi operativi e Google nei motori di ricerca / pubblicità.
Hai dichiarato alla stampa locale che la tua scoperta è stata snobbata da persone a te vicine, amici compresi, e che il detto “Nemo propheta in patria” non ti consola (giustamente, aggiungo io): ritieni che in Sardegna questo detto sia più veritiero che altrove? E se sì, perché?
Gli spagnoli ci definivano “Pocos, locos y mal unidos”. Credo sia un problema generalizzato. Io lo vivo in Sardegna ma se Cristo lo ha detto circa 2000 anni fa e ci è arrivata questa frase sino ad oggi, vuol dire che è stato un problema frequente. A livello paesano spesso c’è una gelosia stupida, si ha paura che un amico o un conoscente diventi più famoso o ricco. Logicamente questo blocca la crescita di un paese. Nel mio caso il software era non firmato e gratis…quindi non capisco.
Pensioni-miraggio, lavoro precario, scarso ricambio generazionale …: il “furto del futuro” a danno dei giovani si è già consumato? Tu che sei una persona tenace, “uno che non molla”, ti senti di dare un consiglio ai giovani come te e ai giovanissimi?
Il quadro della domanda è quello che vivo, ventiquattro anni di contributi e mi mancano ventun’anni alla pensione (fermo restando le leggi). Non nascondo che spesso mi chiedo “cosa farò da grande?” Il consiglio che posso dare è quello di “studiare” controllando quali sono gli sbocchi possibili. Dicono che a breve dovremmo “importare” medici come oggi facciamo per infermieri e OSS. Personalmente, continuando a fare l’agente di commercio, nel tempo libero anziché giocare con i giochi sparatutto o similari ho iniziato a studiare i sistemi operativi Linux. SARDU stesso è nato per gioco. Mai arrendersi alla prima difficoltà, anzi, queste fanno si che, dopo raggiunto il traguardo, si provino maggiori soddisfazioni. Mai credersi dei superuomini. Da quando c’è la fotografia digitale, e il costo è alla portata di tutte le tasche, vedo tutti che si definiscono fotografi e vogliono vendere le loro prestazioni. Questo comportamento non porta da nessuna parte. Un bravo agricoltore prima semina e poi raccoglie, senza la semina può raccogliere solo…. pietre.
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Ringraziamo Davide per la sua disponibilità e chiudiamo con il saluto che ha voluto rivolgere ai suoi conterranei:
“A si biri mellus, a si biri sèmpiri sanus, a si biri sèmpiri SARDUS, a menzus biere e FORTZA PARIS!”
Marcella Onnis – redattrice
Marcy, ci traduci l’ultima frase?
Ho chiesto la consulenza di Vero, la nostra esperta di lingua sarda per una traduzione quanto più possibile precisa:
“Arrivederci in migliori condizioni, sempre sani, sempre SARDI e uniti!”
(“A si biri mellus” e il logudorese “a menzus biere” hanno lo stesso significato; la traduzione suona un po’ male ma tradurlo con precisione e far sì che suoni anche bene in italiano è difficile).
“Fortza Paris!” è il grido di guerra della Brigata Sassari ma per i sardi è diventato il motto per invitare i conterranei a stare uniti quando si tratta di rivendicare qualcosa per la propria Isola