IMMANI RESPONSABILITÀ DEL DESTINO DEI PIÙ SVENTURATI ED OPPRESSI
di Ernesto Bodini (giornalista ed opinionista)
È tempo ormai “memorabile” da quando si discute e si affronta più o meno concretamente i problemi della immigrazione, in particolare dei cosiddetti extra comunitari… ed altri ancora. Un tema a dir poco scottante sia dal punto di vista politico-economico che da quello per ragioni umanitarie che i politici di ieri e di oggi non hanno saputo, e non sanno arginare e tanto meno risolvere. Ed è così che negli ultimi cinque anni il mare è diventato per loro un vero e proprio cimitero: secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) si tratta di ben 30.510 morti, di cui circa la metà sono periti nel Mediterraneo. Molteplici le ragioni e le responsabilità per uno scempio e conseguente vergogna, ed un susseguirsi di “scarica barile” che disonora i diversi Paesi interessati perché oltre a non aver tutelato la vita di quelle persone, il “disprezzo” della loro dignità si è manifestato compiutamente con la mancata sepoltura… Forse sta nei misteri dell’esistenza umana il compiersi di tali nefandezze, ma sin dai suoi albori il gestire la vita di ognuno di noi è demandato ai politici (che peraltro si sono liberamente candidati al potere), e per questa ragione a mio avviso ritengo essere una scelta di vita che va ancora oltre il criterio delle responsabilità… È certamente facile parlare quando non si è all’interno del “coro politicante”, ma va da sé che la scelta e l’accettazione di ricoprire un ruolo senza dimostrare di possedere sufficienti competenze e capacità di gestire situazioni in cui sono coinvolte vite umane, dovrebbero essere precedute da quel senso critico non disgiunto da onestà intellettuale, e questo, al di là di possedere un titolo accademico o meno; mentre le doti del raziocinio, dell’obiettività e della conoscenza dei propri limiti, dovrebbero prevalere ulteriormente. Ma tant’é… L’evoluzione della vita politica non ha né termini né confini, e sarebbe impensabile immaginare la sua assenza…, ed è proprio in virtù di questo inalienabile status che il designato a vestire gli onerosi panni del politico, farebbe bene a ricordare che deve vivere con la sua coscienza più a lungo che con i suoi elettori.
Proseguire su questa cocente realtà, ossia quella di saper guidare o meno un popolo con le conseguenze che ne possono derivare, ci porterebbe all’infinito senza intravedere un minimo di soluzione giacchè la vita umana è talmente preziosa che, paradossalmente, sono sempre meno coloro che la sanno apprezzare e rispettare. Ciò nonostante i cicli dell’esistenza si susseguono ed hanno ragione di esistere, e i “protagonisti-condottieri” del nostro destino prima di candidarsi e di farsi eleggere dovrebbero, a seconda del proprio credo, porre sotto esame la propria coscienza e, al minimo dubbio di “insufficienza”, astenersi per non perdere la propria dignità… come quella alienata a causa loro di tutti i sepolti nelle profonde e gelide acque del Mediterraneo. A conclusione di queste mie considerazioni, agli attuali governanti italiani ed europei vorrei rammentare una profonda riflessione del Premio nobel per la Pace Albert Schweitzer (1875-1965), il quale sosteneva: «Noi non siamo per nulla liberi di volere o non volere del bene ai popoli d’oltre mare, noi siamo tenuti a fare del bene. Questo bene non lo dobbiamo considerare come una generosità da parte nostra, ma piuttosto come una espiazione o un ripagamento per tutto il male che noi abbiamo fatto a loro. È tempo che qualcuno venga per aiutarli».
Dieci o forse dodici sciatori sono stati travolti da una valanga su una pista segnata a Crans Montana, un paese del Canton Vallese sulle Alpi svizzere. Quattro di loro, di cui uno ferito in modo grave, sono stati tratti in salvo e portati via a bordo di elicotteri. La valanga e venuta giu dalla pista segnata piu alta della localita, la Plain-Morte, che parte da ila metri, e l ha ricoperta per 300-400 metri. Nei soccorsi sono impegnati i vigili del fuoco, quattro elicotteri, i cani e dei militari. Siamo scioccati ha detto il presidente di Crans-Montana, Nicolas Feraud e speriamo in un esito positivo per loro . Nulla faceva prevedere la slavina, anche perche l Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) aveva limitato il rischio valanghe al livello due, su una scala di cinque. Tanto piu che le slavine, in genere, si abbattono nelle zone fuori pista e molto raramente su quelle segnate.
Mi permetto di precisare: un conto è perire nel tentativo di raggiungere un Paese per essere accolti come rifugiati, un altro è rischiare la propria vita (mettendo a repentaglio quella altrui) per mera ambizione/passione sportiva o di svago… Due obiettivi estremamente opposti in cui la vita entra in gioco… anche se in ambedue i casi permane il diritto di tutelarla… Ma a quali differenti “prezzi” per la collettività? A chi di dovere l’ardua… risposta! E.B.