I giovedì della poesia: “La notte dei morti” di Bruno Guidotti

Ascolta il lugubre lamento del vento,
che in questa notte di preghiere e di pianti,
intriso di pioggia e di gelo cala dai monti.
Senti gli odori di terre rimosse, di erbe
marcite, di fosse riaperte tali a ferite.
Odi i respiri pesanti dei tanti che tornano stanchi.
Ascolta!…Qualcuno bussa con furia alla porta.
Non sono i colpi del vento, ma mani di donna.
“ Fatemi entrare, fatemi entrare vi prego,
piove, fa freddo, ho un bimbo che soffre e che piange. “
Un doloroso ricordo ferisce la mente, e riodi
quelle grida di allora, ma per quanto facesti non si apri
quella porta, l’acqua ed il fango, l’avean bloccata.
Poi giunse veloce la piena, che tutto travolse.
Ora tu temi le antiche storie sui morti che bambina sentisti,
che in questa notte di lutto vagano inquieti, per fare ritorno
alle case lasciate, per poi il domani ritornare nel nulla.
Ma la porta tu lasci sprangata, la paura ti serra alla gola,
mentre il tuo cuore batte impazzito, quasi ad uscire.
Danza la piccola fiamma, come smossa da soffi leggeri,
davanti alla foto sbiadita di una giovane mamma ed un bimbo,
mentre fuori imperversa la pioggia, ed il torrente si gonfia.
Del giorno nascente si espande il chiarore, fuori è silenzio.