I Distretti siciliani di agroalimentare e pesca sollecitano alla Regione progetti UE
ECONOMIA: i Distretti siciliani di agroalimentare e pesca sollecitano alla Regione progetti UE
“Rischiamo di perdere oltre 100mln di euro per mancata progettazione PO-Fesr 2007-13”
I presidenti minacciano: “In assenza di azioni concrete entro la fine dell’anno, restituiremo i decreti di riconoscimento”
CATANIA, 14 Dicembre 2013 – Con quasi 10 mila addetti, 1445 aziende, 182 enti e oltre 1,5 miliardi di fatturato, gli otto Distretti Produttivi siciliani dell’Agroalimentare e del comparto Ittico sono di fatto la colonna portante dell’economia siciliana: riuniscono e aggregano, come mai prima d’ora è accaduto in Sicilia, otto diverse filiere di piccole e medie imprese e rappresentano l’eccellenza delle produzioni “made in Sicily”: dagli agrumi ai cereali, dalle carni bovine al pesce, uova e pollame, dal fico d’India ai formaggi al dolce. Non solo. Il sistema agroalimentare siciliano, risorsa strategica per lo sviluppo futuro dell’isola, nei diversi settori e comparti garantisce già adesso significative aliquote di reddito e occupazione.
Nonostante negli ultimi anni la Regione Siciliana abbia impegnato risorse per il riconoscimento dei Distretti Produttivi, indicati come la “conditio sine qua non” per puntare alla valorizzazione delle produzioni siciliane, nulla di concreto ad oggi è stato fatto. E gli uffici regionali che dovrebbero sostenere queste attività vengono sistematicamente impoveriti di uomini e mezzi.
Mentre sta per scadere la possibilità di impegnare le risorse previste dal PO FESR 2007-2013 (Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), dei 140 milioni di euro a disposizione del comparto agroalimentare, ne sono stati “impegnati” appena 40, che non sono stati ancora neanche spesi.
“Nonostante l’economia regionale attraversi una fase molto difficile – spiega Biagio Pecorino, presidente Distretto Unico Cereali SWB – come confermano i principali indicatori economici (redditi pro capite, occupazione, ecc.) il sistema agroalimentare resta una importante risorsa con le sue imprese attive in diversi settori (produzione, trasformazione, commercializzazione, servizi, ecc.) e in diversi comparti (cerealicolo, zootecnico, ortofrutticolo, vitivinicolo, ittico, ecc.). E’ vero che la Regione ha legiferato a favore dei distretti indirizzando significative risorse** per le aggregazioni nel Po Fesr 2007-13 – **finanziamento pubblico superiore a 800 mln di euro, ma al 31/08/2013 gli impegni erano pari a 325 milioni (40%) ed i pagamenti 164 milioni di euro (20%) – ma i bandi emanati sono stati farraginosi e non aderenti, in termini economici, al tessuto imprenditoriale siciliano: l’ultimo dell’agosto 2013, per esempio, prevedeva importi minimi del progetto pari a 15mln e 8 milioni per l’impresa capofila”.
Prosegue Federica Argentati (presidente Distretto Agrumi Di Sicilia): “In sette anni – spiega – abbiamo faticosamente messo in piedi un’aggregazione di filiera molto complessa e articolata proprio in una regione, come la Sicilia, in cui l’agroalimentare è di fatto una multinazionale frammentata. Qualche distretto, lo abbiamo pure perso per strada: come quello dell’uva di Mazzarrone e dell’ortofrutticolo del Val di Noto, ma molti imprenditori ci hanno creduto, e pur nella crisi storica che stiamo vivendo, hanno investito consorziandosi per poter partecipare ai bandi comunitari che chiedevano l’associazione di imprese. E cosa ha fatto la Regione per noi? Troppo poco e quel poco è stato soprattutto inefficace! Enunciazioni, dichiarazioni, propositi ma nessuna azione che consentisse a questa macchina dei distretti di mettersi in moto, produrre e magari creare qualche nuovo posto di lavoro. Il tutto è aggravato dalla doppia interlocuzione con gli assessorati (agricoltura e attività produttive, imposta dai diversi bandi comunitari). Al Presidente Crocetta chiediamo di risolvere questa ambiguità e fare ordine: questa inspiegabile contraddizione tra i propositi e le azioni reali distrugge le aziende, danneggia il territorio e la comunità dei siciliani.
In mancanza di una Consulta dei Distretti da parte della regione, i Distretti hanno intanto costituito un proprio Coordinamento regionale elaborando una serie di azioni coerenti con le indicazioni del PO FESR e che sono subito cantierabili. Lo spiega Enzo Cavallo, presidente Distretto Lattiero Caseario: “Alla Regione proponiamo un Contratto di Programma che impegni le somme del Po Fesr 2007-13 e che sappiamo disponibili fino a tutto il 2015. Per sostenere lo sviluppo delle diverse filiere dell’agroalimentare e della pesca occorre intervenire sulla ricerca e sul trasferimento delle innovazioni di processo, di prodotto ed organizzative; sull’adozione delle innovazioni tecnologiche; sulla commercializzazione ed internazionalizzazione; sul marketing associativo. E poi c’è la grande opportunità dell’Expo 2015 di Milano che ha come tema proprio “Nutrire il pianeta”: occorre un impegno entro il 2013 e un avvio dal 2014. In mancanza di risposte utili dalla Regione entro il prossimo 31 dicembre – conclude Cavallo – siamo pronti a restituire i decreti di riconoscimento”.
Fra le richieste avanzate dai Distretti alla Regione, figurano infine: la programmazione 2014/20; il passaggio di competenze dall’assessorato alle attività produttive a quello delle risorse Agricole; infine precisi impegni a sostegno dei Distretti nella Finanziaria in discussione all’Ars.
Sono presenti oggi a Catania i presidenti di tutti i distretti coinvolti: Federica Argentati (Agrumi di Sicilia), Giovanni Tumbiolo (Pesca Industriale), Antonio Lo Tauro (Ficodindia del Calatino Sud Simeto), Francesco Savarino (Avicolo), Vincenzo Cavallo (Lattiero Caseario), Salvatore Restivo (Carne Bovina), Salvatore Spartà (Dolce di Sicilia) e Biagio Pecorino (Cereali SWB).
Nella foto, da sinistra a destra, Restivo, Lo Tauro, Cavallo, Argentati (in piedi), Pecorino e Savarino