BREVE COMMENTO SUL CONCETTO DI BENEFICENZA

Più sobrietà nel compiere un’azione benefica, meglio se diretta e senza intermediari. Una donazione deve essere spontanea, non… sollecitata e tanto meno sponsorizzata

di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)

La nota vicenda relativa allo scandalo delle beneficenze ad opera di una arcinota influencer italiana, fa sempre più discutere non solo per le conseguenze che si profilano dal punto di vista giudiziario, ma anche da quello etico in merito ad ogni azione volta a beneficiare un qualunque destinatario. Inoltre, si paventa l’idea di emanare una legge “ad hoc” per regolarizzare (si fa per dire) queste azioni private che, a mio dire, sono in parte di pseudo solidarietà aggravata dal fatto di essere reclamizzata ai quattro venti. Se riavvolgiamo la pellicola del tempo e andiamo indietro di alcuni decenni, riscontriamo che azioni di generosità espresse in denaro e lasciti di beni immobili, per lo più da parte di famiglie  particolarmente agiate, non hanno avuto un gran clamore e ciò per la loro “compostezza etica” e per la non necessità di alcun ritorno (tanto meno di immagine); oltre al fatto che il fine unico era la certezza che i destinatari beneficiati fruissero realmente di tali “vere” generosità. E forse non è un caso che le persone autrici dell’azione benefica appartenessero in parte ad un ceto sociale e nobiliare di rilievo, oltre naturalmente anche a comuni cittadini il cui “obolo” era frutto di sacrifici essendo il periodo in questione post bellico, e poco dopo… In seguito, con il boom economico e con le molteplici opportunità del progresso in senso lato, e della comunicazione, le occasioni della cosiddetta “spontanea generosità” sono aumentate notevolmente, e questo soprattutto per merito della nascita di molte associazioni di volontariato; per la cui regolarità operativa nel corso degli anni è stata data la definizione di Onlus (Organizzazione non lucrativa di attività sociale), il cui scopo era quello di rendere questi enti delle organizzazioni sicure, di cui i donatori possono fidarsi; anche se nel tempo la normativa ha subito diverse modifiche con la cosiddetta Riforma del Terzo Settore. Tale provvedimento ha richiesto la conversione in Legge del Decreto-legge del 10/3/2023 n. 51 che prevede una proroga della entrata in vigore della nuova norma sull’IVA dall’1/1/2024. In seguito ecco apparire una nuova denominazione: le ODV, ovvero, Organizzazione di Volontariato, enti finalizzati a svolgere attività di interesse generale in favore di terzi avvalendosi in modo prevalente del volontariato dei propri associati. Ora, al di là delle più o meno necessarie innovazioni dal punto di vista legislativo, io credo che ogni azione umana a scopo benefico non solo deve essere spontanea e non “sollecitata” in nessun modo da alcuno, men che meno suggerendo l’entità di un determinato importo e durata per donare, ma chi intende elargire una somma od un bene materiale sarebbe più consono recapitarlo a destinazione personalmente, accertandosi nel contempo la fruizione di tale donazione. Mi rendo conto che anche per questo aspetto di essere un anticonformista, ma questa mia radicata convinzione è inequivocabile garanzia per eludere ogni azione di pseudo volontariato, ancorché supportata dalla notorietà del soggetto beneficiante. Aiutare il prossimo non è quasi mai cosa semplice, specie se i destinatari sono a distanza, ma resta il fatto che è meglio un’azione modesta e “a rilento”, piuttosto che una azione più cospicua ed immediata e che si perde per strada… Utopia? Forse, ma se non ci si attiene ad una certa etica che implica in primis totale trasparenza eludendo nel contempo inutili intermediari-faccendieri, le vere buone azioni si scioglieranno come neve al sole illudendo oltre modo ogni possibile destinatario bisognoso. Infine, non è detto che un’azione benefica sia sempre da corrispondere necessariamente in denaro, perché in non poche circostanze vi sono destinatari che possono essere assistiti direttamente con una azione materiale, accompagnata magari da una stretta di mano o una semplice carezza, se non anche con azioni dirette a tutela della dignità di chi si vuol beneficiare: disabili, malati, anziani, poveri, sfrattati, detenuti, etc. Aggiungo inoltre che fare beneficenza oggi più che mai implica il denaro, e poiché il denaro è elemento-simbolo essenziale di sopravvivenza, se non anche di sacrifici, lo stesso va rigorosamente rispettato… Quindi, a tutti cosiddetti famosi influncer e figure simili mi rivolgerei con un semplice suggerimento: avvicinatevi personalmente e in punta di piedi a chi volete beneficiare, donate personalmente sul momento e rincasate in altrettanto silenzio. Solo così avrete la certezza del fin di bene, e soprattutto la benedizione di Dio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *