Addio Berlusconi! Ora c’è Mario Monti “il salvatore” d’Italia

 

di Francesca Lippi

Se n’è andato. Il cavaliere si è dimesso e in piazza è esplosa la festa. L’Italia esce dal Berlusconismo e torna, finalmente, a respirare. Si stappano bottiglie di vino e addirittura di champagne. Ci si incontra con gli amici e si fa baldoria. Per più della metà degli italiani è finita un’era. Il cavaliere Silvio Berlusconi non ci sarà più con le sue gaffes, i suoi bunga bunga, le sue ministre veline e le veline ministre, i suoi leccapiedi, zerbini, portaborse, i suoi baciamano a Gheddafi e gli abbracci a Putin, il suo G8 strategico a L’Aquila e il G20 dove nessuno se lo fila, la ex moglie Veronica che lo sputtana su Repubblica e i suoi rigurgiti virili che lo infilano nei vari Rubygate. E il suo mondo di plastica che sorride dalla tv spazzatura che da anni ci ha propinato. Ebbene Berlusconi, inutile negarlo, lascia un vuoto. Non certo di stile… lascia un vuoto difficile da colmare. Chi potrà, infatti, occupare al posto suo pagine di giornali, vignette, social network ora che lui ci lascia? E come potremmo sganasciarci dalle risate senza le sue bandane, i suoi ritocchini, i suoi palpeggiamenti, e le occhiate languide corredate da battute, persino con la Merkel? E il povero Fede, dove piangerà vere lacrime, adesso? Con chi se la prenderà Bersani con il suo Pd ora che lui non è più il premier? Sarà finalmente costretto a presentare un programma… Ma crediamo davvero che finita l’epoca di Berlusconi, le cose si metteranno a posto? Certo, ce lo auguriamo. Del resto Mario Monti, il “salvatore”, per eccellenza si accolla la patata bollente denominata Italia, emanerà misure impopolari per evitare la bancarotta, o in modo più elegante ma meno comprensibile ai più, il default. Mario Monti dovrebbe tirarci fuori da questa brutta situazione in cui ci troviamo, con la BCE che ci dà il fiato sul collo e lo Spread che detta le leggi, facendo la rivoluzione al posto nostro. Non servono le manifestazioni oggi, basta lo Spread a far saltare un presidente del consiglio e la sua compagine. Il popolo si arrabbierà, ma la rosa dei vari partiti potrà affermare, senza ombra di dubbio, che non è sua la colpa, al governo ci sono i tecnici, non i politici, la responsabilità, quindi, delle misure impopolari è tutta loro. E dopo arriveranno le elezioni. Il tempo di far digerire la patata bollente agli italiani. E… ripartiremo. Senza grossi cambiamenti. Con qualche faccia nuova, perché i vari Renzi spingono per entrare. Ma la rivoluzione, una rivoluzione di piazza, pacifica, ma determinata ad un reale  cambiamento quella la lasciamo ai Paesi Arabi. Noi guardiamo ancora troppa tv.

 

Cos’è lo Spread: dal sostantivo inglese “apertura”, “scarto”. È il differenziale di rendimento tra un’obbligazione e un’altra, solitamente meno rischiosa e perciò detta benchmark, “di riferimento”. Lo spread determina gli interessi che si pagheranno sul debito pubblico, e indica il rischio percepito di chi emette l’obbligazione (se è un titolo di stato si parla di rischio-paese). Uno spread troppo ampio fa lievitare gli interessi passivi, rende difficile emettere nuovo debito e compromette il rating, che è il giudizio di solvibilità dell’azienda o del paese emittente. Nella cronaca dei mercati lo spread indica lo scarto tra il Bund tedesco – l’emissione più solida d’Europa – e i titoli di stato di paesi con maggiori probabilità di insolvenza. Nell’ultimo mese lo scarto tra il Btp italiano a dieci anni e il Bund con simili caratteristiche s’è aperto da 200 a quasi 400 punti base. Significa che la Germania può indebitarsi a un tasso di circa il 2,5% l’anno, mentre l’Italia deve pagare agli investitori anche oltre 6%, per il sovrapprezzo dato dallo spread. (Fonte:http://www.67news.it/spread-cose/)

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