Ad Ales Bialiatski, attivista bielorusso, il premio per i diritti umani “Vaclav Havel”

Il premio per i diritti umani Vaclav Havel va ad un prigioniero di coscienza bielorusso

 

Ad Ales Bialiatski, un attivista bielorusso per i diritti umani e prigioniero di coscienza, è stato assegnato il premio per i diritti umani  Vaclav Havel, in riconoscimento del suo lavoro per migliorare lo stato dei diritti umani nel suo paese e per il grande rischio personale che ha subito nel processo, ha dichiarato oggi Amnesty International.

“Il premio che Ales Bialiatski ha ricevuto oggi riconosce la sua coraggiosa opera per i diritti umani di fronte alle avversità ed i grandi sacrifici personali che ha fatto. È anche un atto di accusa contro le autorità bielorusse per la loro persecuzione degli attivisti per i diritti umani e per i loro attacchi alla libertà di associazione, di riunione e di espressione” ha detto Heather McGill , ricercatrice di Amnesty International sulla Bielorussia.

Ales Bialiatski sta scontando una condanna di quattro anni e mezzo di reclusione per la sua attività sui diritti umani come Responsabile del Centro per i Diritti Umani Viasna in Bielorussia. L’Organizzazione conduce campagne contro la pena di morte, la tortura e altri maltrattamenti, e in difesa dei prigionieri politici.

Essa fu liquidata nel 2003 – lasciando i suoi membri esposti a possibili azioni per l’esercizio di attività in nome di un’organizzazione non registrata – ed impedendo l’apertura di un conto bancario a suo nome in Bielorussia.

Ales Bialiatski è stato arrestato per l’uso dei suoi personali conti bancari in Lituania e in Polonia per sostenere il lavoro sui diritti umani della sua organizzazione in Bielorussia. Il 24 novembre 2011 è stato condannato al carcere per “occultamento di reddito su grande scala”.

Il processo ha violato gli standard internazionali di un equo processo sotto diversi aspetti e Amnesty International ritiene che le accuse e la sua condanna siano politicamente motivate ed intendono ostacolare il suo lavoro legittimo di difensore dei diritti umani. Amnesty International considera Ales Bialiatski un prigioniero di coscienza, arrestato solo per il suo lavoro sui diritti umani. Essa continua a chiedere il suo rilascio immediato ed incondizionato.

Il mese scorso la moglie, Natallia Pinchuk, ha detto ad Amnesty International:
“La mia più grande preoccupazione è come lui sta sopravvivendo nella colonia di Bobruisk. Egli vive in condizioni difficili e rigorose. Egli non solo è imprigionato, ma l’amministrazione ha vietato il contatto con gli altri detenuti. Ai prigionieri che hanno qualche contatto con Ales viene detto che essi possono perdere i privilegi, o il loro diritto alla libertà vigilata o possono subire sanzioni disciplinari. La lunga prigionia minaccia anche la sua salute”.

Il Premio Diritti Umani Vaclav Havel è assegnato ogni anno dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa in collaborazione con la Biblioteca Vaclav Havel e la Fondazione Charta 77 per premiare eccezionali attività della società civile in difesa dei diritti umani in Europa e altrove.

 

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Ecco l’appello al presidente Lukashenka in difesa di Ales Bialatski:

 

President

Alyaksandr Lukashenka

ul. Karla Marxa 38

220016 Minsk, BELARUS

 

Signor Presidente,

Le scriviamo come difensori dei diritti umani, sostenitori di Amnesty International, preoccupati per la situazione di Ales Bialatski, ex presidente di Human Rights Centre Viasna, arrestato il 4 agosto 2011 per occultamento di profitti su scala particolarmente ampia.

Il 13 febbraio 2013 la gestione della colonia penale # 2 in Babruisk, dove Ales Bialiatski sta scontando la sua pena, ha confermato che Ales Bialiatski viene privato di tutte le visite per un periodo di sei mesi. Secondo la sentenza, ha diritto a tre riunioni brevi e due lunghe all’anno.

Vogliamo ora ribadire che Ales Bialiatski è un prigioniero di coscienza, e Le chiediamo:

•   di rilasciarlo immediatamente e senza condizioni

•   di non fare pressione su qualsiasi prigioniero di coscienza per firmare confessioni o cercare il perdono

La preghiamo di informarci circa le intenzioni del Governo in materia.

 

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