L’angolo della poesia: “Terra di luce” di Emanuela Verderosa
La “questione meridionale” non è, purtroppo, un lontano ricordo, ma è di fatto un’emergenza ancora aperta.
Ce lo ricordano, di tanto in tanto, la cronaca, i dati Istat o il dibattito locale.
Il Sud e le isole pagano colpe solo altrui o le loro popolazioni hanno una fetta di responsabilità?
Anche su questo ci spingono a interrogarci i versi che Emanuela Verderosa – coniugando, come sempre, arte e coscienza civile – dedica alla Lucania.
Terra di luce
Molti vennero in incursione
in terra di Lucania
E lasciarono segni in uomini
e paesi
E vennero anche dal nord
Come altri prima
hanno violato massacrato
distrutto depredato circuito
insanguinato sporcato
impunemente e dappertutto
Non erano migliori
né più ricchi o colti e raffinati
Erano solo più forti e più implacabili
ispirati da strani oracoli ed eroi
cui difettavano il diritto e la sapienza
E una pecca bisogna dire
noi l’avevamo
Eravamo ostinati e rozzi
duri di comprendonio
refrattari e necessari
ai grandi e lungimiranti
sogni altrui
E ci hanno stremati domati e spersi
nel disprezzo
Volevamo solo essere lucani
ed esercitare
orgoglio e sapienza e memoria e libertà
a nome di fiumi di morti
assassinati senza nome
Ci hanno rinominato questione
ed aggiogati al carro
di un padrone lontano
e sconosciuto
E graziosamente poi
ci hanno riportato in dono
parte di refurtiva saccheggiata
Mai più ritrovammo cuore
di essere noi
a noi stessi
pane memoria e fede
e pienezza di diritto
e di risorsa
Non dimenticare
Non dimenticare mai