Stanislav Petrov, l’uomo che salvò il mondo dalla catastrofe nucleare

 

 

Oggi vogliamo parlarvi di Stanislav Petrov, un vero e proprio eroe, ai più sconosciuto, che salvò il mondo da un’apocalisse nucleare, in quanto, il 26 settembre del 1983, constatò l’errore del sistema di difesa sovietico, secondo il quale alcuni missili atomici, lanciati dagli Stati Uniti, erano in arrivo.
Stanislav Petrov è morto all’età di 78 anni, l’anno scorso, come un vero e proprio salvatore dell’umanità.
Nel 1983, la tensione internazionale che si era creata tra Stati Uniti e Urss era tangibile. Il presidente americano Ronald Reagan aveva definito la capitale russa, Mosca, come “L’Impero del male” e il leader russo, Andropov, si era convinto che prima o poi sarebbe arrivata un’aggressione dall’Occidente.
Stanislav Petrov, il 23 settembre, si trovava al suo solito posto di controllo nel bunker Serpukhov-15, vicino a Mosca, con il compito di monitorare il sistema satellitare, posto a sorveglianza dei siti missilistici statunitensi, verificandone i dati per poi informare, successivamente, i suoi superiori in merito ad un eventuale attacco nucleare contro l’unione Sovietica.
Mentre si trovava davanti ai radar, il segnale si accese e come ricordò in un’intervista: “Si accese una luce rossa, segno che un missile era partito, tutti si girarono verso di me, aspettando un ordine. Io ero come paralizzato. Ci mettemmo subito a controllare l’operatività del sistema, ventinove livelli in tutto”. Si accesero anche altre luci. Sembrava un attacco multiplo, ma Petrov era convinto che la segnalazione fosse sbagliata. Si mise a verificare ciò che stava accadendo e contemporaneamente comunicò ai suoi superiori un’altra notizia, cioè che era in atto un malfunzionamento da parte del sistema. Un missile di quella portata avrebbe potuto colpire l’obbiettivo dopo circa 12 minuti e quando dopo un’attesa, inquietante e drammatica allo stesso tempo, si ebbe notizia che nessun missile aveva colpito il territorio russo, si ebbe la certezza che c’era stata veramente una falla nel sistema e che Petrov aveva ragione. La sua decisione aveva salvato il mondo da una catastrofe nucleare.
Questa storia emerse solo dopo la fine della guerra fredda. Petrov dopo quel giorno subì solo un richiamo per non aver seguito la procedura standard. Successivamente fu espulso dalla struttura militare in cui alloggiava e soggiornò in un appartamento di una casa popolare nella periferia di Mosca. Al momento del congedo, non gli fu riconosciuta neanche la promozione a colonnello.
Solamente negli ultimi anni gli sono stati riconosciuti alcuni meriti: nel 2004 dall’Associazione Cittadini del Mondo, negli Usa, che gli ha consegnato un premio simbolico dal valore di 1.000 dollari. Nello stesso anno, il Senato australiano gli ha conferito anche un’onorificenza. Il 19 gennaio 2006 è stato ricevuto all’ONU. Nel 2011, in Germania, gli è stato conferito il premio dedicato a chi ha apportato significativi contributi alla pace nel mondo, per aver scongiurato una guerra nucleare potenziale. E’ stato Vincitore della Dresda Preis nel 2013. Su di lui e sulla sua storia sono stati scritti anche libri e racconti.

Ilaria Filippini
Fonte: corriere.it

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