“Siamo tutti Antonio Frosolone”: appello alle Autorità
Riceviamo e pubblichiamo:
Ieri, 2 settembre 2014, nella Rettoria di Maria SS del Carmine in Pomigliano d’Arco, l’Osservatorio socio-politico della parrocchia di San Felice in Pincis ha organizzato l’evento “SIAMO TUTTI ANTONIO FROSOLONE”, un incontro con i cassintegrati ed i licenziati del territorio per formare un abbraccio solidale con Antonio Frosolone, operatio Fiat senza cibo e senza medicine dal 22 agosto.
L’estate è la stagione in cui si amplificano i processi di solitudine e di abbandono. L’Osservatorio socio-politico della Parrocchia di San Felice in Pincis (Pomigliano) nello scorsomese di Giugno, dopo il suicidio di Maria Baratto, lavoratrice della Fiat Wcl di Nola, ha iniziato una serie di ragionamenti sulle cause e sulle ragioni di questi atti drammatici, nella prospettivadi creare nuovi e comuni percorsi che coinvolgano le istituzioni e la società civile.
L’ultimo sciopero della fame, della sete e delle medicine, iniziato il 22 agosto scorso da Antonio Frosolone ha stimolato ed accelerato questo processo. L’assemblea di oggi è stato il primo concreto passo di quel progetto.
Il fatto nuovo che cogliamo, la grande novità della sua storia, è la catena umana e solidale creatasi attorno alla sua “persona”. La persona “Antonio” concentra su di se l’attenzione mediatica, politica, sindacale edecclesiale. Poco a poco, uno alla volta questi mondi, a volte così distinti e distanti, si sono uniti ed avvicinatiper risollevare nel corpo, ma soprattutto nell’anima, il nostro comune e carissimo amico.
Oggi Antonio è meta di visite e messaggi importantissimi rivolti a lui, ma contemporaneamentealla società civile ed al mondo del lavoro. Per questo, ci appelliamo alle istituzioni al fine che le stesse si attivino in un modo “nuovo”, coraggiosamente alternativo rispetto al passato, creando e fornendo una rete solidale, intornoalla nuova emergenza, ai cassintegrati, ai licenziati, ai non occupati, spesso prigionieri di unadinamica perversa, che a partire dalla mancanza di lavoro, culmina spesso in altri devastanti edinquietanti disagi, come quelli delle separazioni o dei conflitti famigliari permanenti.
La sommatoria di queste, negative e pericolose situazioni crea nell’intimo di ognuno di loro, unasorta di bomba ad orologeria ad altissimo coefficiente autodistruttivo.
L’odierna esplosione di questi casi, apre davanti a noi altri scenari.Non basta più l’impegno, dilettante e militante, seppur nobile, di pochi e sensibili volontari.Occorrono interventi funzionali ed efficaci di seri e preparati professionisti, come sociologi,medici, psicologi e via dicendo, che interfacciandosi ed in simbiosi, individuino e proponganosoluzioni efficaci per ogni caso umano.Perché l’uomo è al centro di tutto, ed attorno ad esso orbita una sua primaria edimportantissima prerogativa, una immensa assoluta dignità chiamata lavoro.
Pomigliano d’Arco, 2 Settembre 2014
Osservatorio Politico San Felice in Pincis
Foto www.napolitoday.it