SAREBBE OPPORTUNA L’UGUAGLIANZA TRA TUTTI… SENZA DISTINZIONI

Solo così possiamo ritenerci tutti Fratelli di fronte a Dio
di Ernesto Bodini (giornalista e biografo)
Premetto che non sono prevenuto nei confronti del Clero e del Pontefice in particolare, ma stando alla persistente informazione relativa alla salute e al ricovero di quest’ultimo, con tutti gli accorgimenti possibili e immaginabili (per quanto in parte necessari), non riesco a capacitarmi sul fatto che tante altre persone gravemente malate e bisognose di particolare assistenza, non hanno più o meno le stesse attenzioni. È pur vero che il Santo Padre è la massima autorità rappresentativa per i cristiani cattolici, se non anche degli atei e degli agnostici, come pure di altre Fedi religiose, ma è altrettanto vero che di fronte a Dio siamo tutti uguali, ovvero senza alcuna distinzione di sorta, proprio perché così Lui ci ha voluti in quanto tutti fratelli e figli Suoi. Inoltre si pensi al fatto che molte persone al mondo (e anche in Italia) hanno notevoli difficoltà per accedere alle cure sanitarie, e men che meno nel fruire quello stuolo di assistenza tale da prevenire ogni sorta di imprevisto e/o aggravamento, e il mantenere differenze tra persone non rientra nel dettato d’amore voluto da Gesù Cristo. Queste mie evidenze che possono rasentare una sorta di blasfemia ma non mancanza di rispetto per la massima Autorità ecclesiale, in realtà anela il rispetto della parità e dell’uguaglianza tra esseri umani in quanto, ripeto, siamo tutti Figli dello stesso Dio avendo tutti un ruolo ben preciso nell’onorare la vita terrena, con il nostro comportamento, che ci ha concesso; ma se permangono certe “differenze” (più o meno giustificate) significa che l’umanità continuerà a disgregarsi, e mai si potrà sperare nell’avvicinamento tra i popoli. Del resto questa realtà è di per sé aggravata dall’esistenza di molti despoti che si ritengono superiori ai loro simili e anche a Dio, tanto da disporre della vita altrui… sino a sopprimerla. Ecco che, a mio modesto avviso, la massima Autorità che si dice essere successore di Pietro (uno dei dodici Apostoli di Gesù), dovrebbe porsi al pari di tutti noi privandosi delle agiatezze e continuare ad invocare l’uguaglianza con l’esempio della semplicità in ogni senso. Volendo dilungarmi in merito, si prenda inoltre l’esempio delle esequie di una massima Autorità politica o ecclesiale, ai cui destinatari vengono riservate le funzioni di rito più particolari, mentre per il povero clochard (solitamente emerito estraneo) una “semplice” bara, un fiore, nessun corteo e una scarna omelia è quanto gli sarebbe riservato. Il nostro Padre si è spogliato, sacrificato e umiliato per noi per indurci (io credo) a vivere nella semplicità dei modi senza distinguerci gli uni dagli altri, ma allo stesso tempo lasciandoci liberi di scegliere come comportarci… salvo poi rendere conto una volta giunti al Suo cospetto. In questo mio esporre non ho certo sufficienti basi teologiche e/o filosofiche che “supportino” o meno tali mie convinzioni, tuttavia permane in me un profondo credo interiore che mi fa sentire più vicino a Dio, soprattutto nei momenti di raccoglimento per ringraziarlo di ogni giorno vissuto e superato, e per chiedergli venia delle mie manchevolezze delle quali, peraltro, nessuno è immune. Voglia comunque scusarmi il Pontefice per tali schiettezze dettate dalla cristiana convinzione, con il fine ultimo di invocare ancora una volta uguaglianza indipendentemente dal rivestire un ruolo di rappresentatività e, nell’augurare a Lui e a tutti i nostri Fratelli ogni bene, concludo con il pensiero cristiano che sempre mi accompagna e che spero Sua Santità vorrà comprendere, perché Dio ha già compreso! Ora, se tutti diamo per scontato che Dio esiste, rammento che chi crede in Lui può essere fautore della libertà, dell’uguaglianza, della fraternità, dell’umanità, della liberalità, della giustizia sociale, della democrazia umana e del progresso scientifico controllato. Anche se non è escluso che permarranno differenze qualunque siano i ceti di appartenenza.