Il regolamento dell’Agcom sul diritto d’autore: molto rumore per nulla? – 1^ parte

Del nuovo regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica se ne parlava da mesi, anche se il maggior clamore si è registrato nelle ultime settimane, in prossimità della sua approvazione, avvenuta lo scorso 6 luglio. Numerose critiche sono piovute in capo a quest’istituzione che, pur rientrando tra le autorità indipendenti, effettivamente non sembra offrire tante garanzie di imparzialità, posto che i suoi membri sono tutti di nomina governativa e parlamentare. È curioso, tuttavia, che un organismo spesso criticato perché ritenuto privo di efficaci poteri sanzionatori, sia stato all’improvviso tacciato dell’opposto difetto e cioè di volersi attribuire un ruolo invasivo sui mercati che ha il compito di controllare.

Le considerazioni più dettagliate sul testo ufficiale del provvedimento, pubblicato sul sito dell’Autorità due giorni dopo la sua approvazione, le lasciamo agli addetti ai lavori: noi ci limiteremo a delle valutazioni generali.

Va detto, innanzitutto, che l’iniziativa dell’Autorità si pone sulla scia dell’operato dell’Unione europea, da diverso tempo impegnata a definire un quadro normativo in materia che tenga conto dell’attuale scenario del mercato delle comunicazioni. In secondo luogo, occorre ricordare che ad eventuali lacune e criticità del regolamento è ancora possibile porre rimedio in quanto con la delibera n. 398/11/CONS è stato approvato non un testo definitivo ma uno schema di regolamento, che è il frutto della consultazione pubblica indetta il 17 dicembre 2010 e che sarà sottoposto, per 60 giorni a partire dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana (avvenuta il 15 luglio), ad un’ulteriore consultazione nel corso della quale le parti interessate (in particolare, gli operatori del settore, i soggetti istituzionali e le associazioni rappresentative degli utenti e consumatori) potranno presentare le proprie osservazioni.

Non solo: il provvedimento prevede anche l’istituzione di un tavolo tecnico costituito da rappresentanti dei consumatori, delle associazioni, dei produttori, dei distributori, dei fornitori di servizi della società dell’informazione, della Siae e delle istituzioni competenti in materia. Il tavolo dovrà contribuire ad attuare le azioni previste dal regolamento, “volte a favorire lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali, promuovendo l’eliminazione di ostacoli che ne frenano la naturale evoluzione, stimolando gli operatori a proporre un’offerta di contenuti legali più ricca e competitiva, in un’ottica a vantaggio, altresì, del cittadino/utente”. Molto apprezzabile è, tra l’altro, la scelta di attribuire a tale organismo il compito di realizzare campagne di educazione alla legalità nella fruizione dei contenuti.

Ci si può anche sbilanciare a dire che l’allarmismo “pre-approvazione” può essere sicuramente ridimensionato, visto che – come evidenziato nel comunicato stampa dell’Agcom – non è prevista una delle misure più temute ossia la possibilità che l’Autorità impedisca l’accesso ad un determinato sito internet che abbia – effettivamente o presuntivamente – violato le norme sul diritto d’autore.

(continua)

Marcella Onnis – redattrice

marcella.onnis@ilmiogiornale.org

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