PER UNA MIGLIORE “ACCETTAZIONE” DELLA VITA IN OSPEDALE

Da una bella e fattiva esperienza intrapresa anni fa dall’Ospedale Mauriziano Umberto I° di Torino che varrebbe la pena ripetere anche in altri ospedali.
di Ernesto Bodini (giornalista e critico d’arte)
Un tempo, oggi un po’ meno, in qualche ospedale pubblico di tanto in tanto si usava arricchire le pareti dei corridoi con quadri di artisti (noti e meno noti), contribuendo a portare un vento di speranza e di ottimismo, non solo tra i ricoverati e i visitatori, ma anche tra gli stessi operatori sanitari. Ricordo che dal dicembre 1997 al febbraio 1998, ad esempio, all’ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, alle pareti di alcuni corridoi centrali fu esposta una ricca rassegna di artisti (soprattutto piemontesi) che aveva per titolo “Inverno nell’Area Mauriziana”, in collaborazione con la Regione Piemonte e l’allora associazione Piemonte Artistico Culturale. Fu un avvenimento che ebbe un certo successo, ma non ricordo se ebbe poi un certo seguito. Per mera curiosità del lettore ripropongo qui di seguito il testo del catalogo di presentazione, che fui invitato a redigere.
«Sono almeno una settantina le opere che resteranno esposte dal 18 dicembre sino al 15 febbraio del prossimo anno) alle pareti dei corridoi del Mauriziano. Una ricca serie di proposte che ricordano e sottolineano l’appuntamento con la “rigida” stagione attraverso l’espressione di autori noti e meno noti che operano prevalentemente nel panorama artistico piemontese. Grafica, disegni ad olio, acrilici e tecniche miste illustrano agli “ospiti” del nosocomio piemontese ampie visioni paesaggistiche e soggetti figurativi che sembrano interrogare l’animo del fruitore, sia pur occasionale… Scenari ed espressioni dagli intenti collettivi imposti dal tema, tesi a scandire con implacabile “severità” di stili i più suggestivi momenti di un inverno talora rigido talora più attenuato; ma il calore di cromie e sfumature fanno sperare in un inverno più breve e sopportabile e, perché no, più artistico! Ancora una volta, la Rassegna Mauriziana, ideata e coordinata dal funzionario architetto Roberto Rubiolio, rende possibile a chiunque (degenti e visitatori) la lettura di un’Arte reale o fantastica, capace di arricchire le vicende umane (anche le più trisiti) dai significati autentici che ciascun artista lascia in eredità. Anche in queste occasioni l’uomo viene messo a confronto con il tempo e lo spazio, in un’interazione che a volte porta all’isolamento e alla solitudine. Non è però questo l’intento di Rubiolio, che invece crede nell’uomo pronto in ogni momento ad incontrare l’altro, a confrontarsi e vivere con lui anche tra le pareti della “sofferenza”, ma non prive di spazi culturali e di speranza…».
Ma perché questa rievocazione a distanza di anni? Indubbiamente per “effetto” della “rilettura” di un trascorso di intraprendenza socio-culturale, ma soprattutto con il proposito di allontanare nei luoghi della sofferenza certi “malanimi” che si esprimono con le aggressioni agli operatori sanitari, alla “insofferenza” delle attese, a quel patema d’animo che disturba i degenti in attesa di una diagnosi e di una cura; ma anche dei loro famigliari non certo privi di apprensione. Tutti loro, se “distratti” e quindi coinvolti dal fascino delle più svariate espressioni artistiche, probabilmente la vita in ospedale potrebbe trascorrere più… serena e, al tempo stesso, con più ottimismo come cura in abbinamento alle terapie mediche.